Famiglia

Infanzia: allarme da Unicef e Telefono Azzurro

Centinaia di milioni di bambine cui è negata l'istruzione nel mondo. E in Italia, Telefono Azzurro rilancia il quadro dei diritti negati all'infanzia

di Benedetta Verrini

Centinaia di milioni di donne e bambine cui è negata l’istruzione. E’ la denuncia contenuta nel rapporto Unicef “La condizione dell’infanzia nel mondo 2004”, presentato oggi in una conferenza stampa a Roma alla Sala dell’Associazione Stampa Estera, dal Presidente dell’UNICEF Italia, Giovanni Micali, alla presenza di Autorità, parlamentari e rappresentanti delle ONG. E’intervenuta anche Halima Mohammed Mahmud, dell’Istituto di Formazione degli insegnanti di Asmara, che ha relazionato sugli impegni dell’Eritrea verso l’obiettivo dell’istruzione per le bambine. Secondo il rapporto UNICEF, se non si agirà prontamente per aumentare nell’arco dei prossimi due anni il numero di bambine che hanno accesso alla scuola, gli obiettivi globali per la riduzione della povertà e il miglioramento della condizione umana saranno disattesi. Per altro verso, il rapporto sostiene che abbattere le barriere che impediscono l’accesso delle bambine alla scuola produrrebbe benefici tanto per le bambine quanto per i bambini e per i loro Paesi. L’UNICEF sottolinea come i tassi di analfabetismo siano ancor oggi notevolmente più elevati tra le donne che non tra gli uomini, e come ogni anno vi siano almeno 9 milioni di bambine in più, rispetto ai maschi, escluse dalla scuola, con conseguenze a lungo termine non solo per le donne e le bambine, ma anche per i loro figli e le loro famiglie. ? Non abbiamo speranza alcuna di ridurre povertà, mortalità infantile, HIV/AIDS e altre malattie se non garantiamo che ogni bambina e ogni bambino possano esercitare il proprio diritto all’istruzione di base ?, ha dichiarato il Direttore Generale dell’UNICEF: ? Nella vita quotidiana, l’essere istruiti o meno rappresenta una discriminante enorme ?. Il rapporto UNICEF fornisce prove evidenti del fatto che assicurare alle bambine un’istruzione di base di qualità significa anche migliorare altri indicatori della qualità della vita. A titolo di esempio, è dimostrato che la maggioranza dei paesi con i più bassi tassi di iscrizione scolastica secondaria delle ragazze sono anche i paesi con i tassi più alti di mortalità infantile, con oltre il 15% dei bambini che non raggiungono il quinto anno di vita. Secondo l’UNICEF le correzioni necessarie alle strategie di sviluppo, allo scopo di accrescere l’accesso e la permanenza delle bambine nella scuola, produrranno una generale accelerazione dei progressi previsti dall’agenda di sviluppo per il 2015, meglio nota come Obiettivi di sviluppo del millennio . All?allarme lanciato dall?Unicef sul diritto negato all?istruzione si associa anche Telefono Azzurro, secondo cui i diritti negati ai bambini sono anche altri e altrettanto fondamentali: dai dati contenuti nel IV Rapporto Nazionale sulla Condizione dell?Infanzia e dell?Adolescenza realizzato da Telefono Azzurro in collaborazione con Eurispes, emergono dati allarmanti che riguardano anche il nostro Paese. Tra questi, il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, diffuse prevalentemente in Africa e presso alcune minoranze di altre zone, in seguito ai massicci flussi migratori si sta diffondendo anche ad altri paesi ed aree geografiche. Si stima che nel mondo siano approssimativamente da 130 a 150 milioni le persone di sesso femminile sottoposte a qualche forma di mutilazione dei genitali; che ogni anno vi siano almeno 2 milioni di bambine a rischio di subire tali pratiche e 6.000 donne ogni giorno. In Italia si stima che nell?anno 2002 siano state sottoposte a mutilazioni genitali femminili 28,500 donne. Nello stesso anno le stime riportano: 6.300 casi in Spagna, 20.700 in Germania, 27.900 in Francia, 30.250 nel Regno Unito, 18.100 in Svezia, 168.700 in U.S.A. E poi, il lavoro minorile: molto preoccupanti le ultime stime fornite dall?Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO) nel Rapporto ?Every Child Counts? – New Global Estimates on Child Labour?. Dal rapporto emerge che nel mondo oltre 350 milioni di minori tra 5 e 17 anni lavorano e 73 milioni hanno meno di 10 anni. In Italia i dati Istat del lavoro minorile relativi all?anno 2000 stimano che il 3,1% dei ragazzi minori di 15 anni lavora (147.285 unità); in particolare i bambini tra i 7 e i 10 anni che lavorano rappresentano lo 0,5% della popolazione di quella fascia d?età, in crescita fino all?11,6% di lavoratori tra i 14enni Anche l’abuso sessuale rappresenta un problema grave in Italia: 425 vittime (+17,7% rispetto agli stessi mesi del 2002), 386 persone denunciate (+11,6%), di cui il 59,8% in stato di libertà. Ad esso connesso il problema di Internet e Pedofilia (11.253 sono i siti monitorati nel primo semestre 2003 dalla Polizia postale, contro i 1.186 dello stesso periodo 1998; i siti pedofili oscurati in Italia sono passati da 1 nel 1998 a 36 nel 2003). Infine, i minori e la giustizia: il numero di bambini e gli adolescenti stranieri residenti nel nostro Paese è cresciuto del 48,7% tra il 1998 (186.890 unità) e il 2000 (277.976 unità), facendo riferimento soltanto a quanti risultano iscritti sul permesso di soggiorno dei familiari. I minori stranieri non accompagnati presenti in Italia sono cresciuti del 46,3% in poco più di un anno, da dicembre del 2000 (5.413 unità) al gennaio del 2002 (7.921). Nel 2001, tra i minori denunciati quelli di nazionalità italiana rappresentavano il 78,1%(ovvero 31.065), contro la quota del 21,9% di stranieri (ovvero 8.720), una minoranza che però più probabilmente accede ai Centri di Prima Accoglienza (C.P.A.): i ragazzi stranieri nel 2002 rappresentavano infatti il 55,6% del totale degli ingressi.


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