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Parla Nedim Gürsel, celebre scrittore. Forza, euro Turchia

"I terroristi temono che diventiamo un modello di islam tollerante. Ma ora Giscard ci dia una mano" (di Asli Kayabal Zavaglia).

di Redazione

Nedim Gürsel è uno scrittore turco, che vive da quasi 25 anni in Francia. I lettori italiani lo conoscono per i suoi libri pubblicati da varie case editrici, da La prima donna, edito da Feltrinelli, ai più recenti Ultimo tramvai (Biblioteca del Vascello, Roma), Ritorno ai Balcani (Ananke, Torino), Il romanzo del Conquistatore (Pironti, Napoli). Lo abbiamo raggiunto a Berlino dove attualmente si trova per una ricerca. Gürsel guarda alla Turchia dall?Europa e dal suo osservatorio particolare di intellettuale turco trapiantato a Parigi parla dell?importanza dell?inserimento del suo Paese in Europa, dell?incontro tra cultura occidentale e orientale, del desiderio d?Europa e ovviamente degli attentati che hanno colpito Istanbul.

Vita: È opinione diffusa che uno dei principali obiettivi degli attentati di Istanbul fosse il processo di democratizzazione avviato in Turchia. Lei come scrittore cosa pensa del possibile inserimento di una nazione al 90% islamica nell?Unione europea?
Nedim Gürsel: Pur conservando una posizione critica nei confronti del governo Erdogan, gli riconosco l?autenticità del progetto europeo e la volontà di trovare una soluzione politica al conflitto cipriota. L?esperienza turca è interessante: un governo di estrazione islamica ha realizzato una serie di riforme con l?obiettivo di adeguarsi ai criteri di Copenhagen più dei governi laici che l?hanno preceduto.
Vita: Cosa significherebbe e quali vantaggi potrebbe apportare alla stessa Turchia e all?Europa l?adesione alla Comunità europea?
Gürsel: Penso sarebbe significativo non solo sul piano politico ma anche sul piano culturale: significherebbe la piena compatibilità dell?Islam con i valori occidentali di democrazia e di rispetto dei diritti umani. Proprio questo, il fatto che un Paese islamico esprima la scelta europea e democratica non è accettabile per l’Islam radicale. Abito da 25 anni a Parigi, ma sono nato a Istanbul, dove conservo ancora la casa paterna. Da essa vedo la fortezza di Rumeli costruita dal sultano Mehmed II il Conquistatore e il secondo ponte sul Bosforo, costruito dai Giapponesi ma intestato anch?esso al Conquistatore. Ho scritto libri in lingua turca, qualcuno in francese e oscillo tra le due lingue. Per noi turchi non è facile abituarsi al desiderio di Europa. Non sempre siamo stati pacifisti e non sempre è facile vivere la doppia appartenenza culturale e linguistica. Quel ponte che vedo dalla mia casa unisce l?Europa all?Asia e rappresenta la metafora di un Paese che oscilla fra due continenti e due culture. L?Occidente e l?Oriente s?incontrano lì e realizzano il sogno di un?Europa multietnica e multiculturale immaginata da scrittori come Pessoa, Andric e, sul versante turco, da Naz?m Hikmet e da Yashar Kemal.
Vita: Guardando alla storia della Turchia, come valuta la situazione?
Gürsel: I fautori di un?Europa liberale come Valéry Giscard d?Estaing non possono capire il nostro desiderio d?Europa. Sostengono infatti che la capitale della Turchia, Ankara, si trova in Asia… Il progetto di un?Europa che non s?arresti ai Balcani si oppone certamente alla concezione eurocentrica, onnipresente nei discorsi di certi intellettuali europei dopo il crollo del muro di Berlino. Curiosamente proprio a Berlino sono ben visibili i segni di un?Europa creolizzata, secondo l?espressione di Edouard Glissant. I turchi di Kreuzberg vivono in armonia con i nuovi venuti dall?Est, e i tedeschi discendenti dagli Ugonotti convivono con gli immigrati dalla Slesia o con i soldati dell?Armata rossa.
Vita: Cosa pensa degli attentati a Istanbul?
Gürsel: Attaccano la Turchia perché non riescono a situarla. Penso che la democrazia e l’Islam non siano conciliabili, ma riconosco che il governo turco sta cercando la democratizzazione. Il terrorismo si insinua in questa fase di passaggio, puntando alla destabilizzazione, al caos. È una specie di guerra di religione tra un Islam estremista e un Islam moderato. Non accetto l?idea che un Paese islamico non possa riconoscersi nei valori occidentali di democrazia, di tolleranza, di rispetto dei diritti umani. Anche per questo desidero che la Turchia entri in Europa.

Asli Kayabal Zavaglia

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