Mondo

Iraq: eletto il nuovo patriarca caldeo

Emmanuel-Karim Delly sarà il successore di Raphael I Bidawid, morto il 7 luglio. Bocciati Shlimon Warduni e Louis Sako

di Stefano Arduini

La Chiesa cattolica in Iraq esce dallo stallo e si attrezza per affrontare un difficile presente, affidandosi a un uomo stimato e anziano che rappresenta una scelta di transizione. Va letta cosi’ l’elezione a patriarca dei caldei di Emmanuel-Karim Delly, che prende il nome di Emmanuel III. L’elezione e’ stata fatta ieri con una maggioranza di due terzi dal sinodo dei vescovi caldei riuniti in Vaticano, ed ha ricevuto la ”ecclesiastica communio” dal Papa, cioe’ l’approvazione pontificia richiesta dalle norme canoniche per le chiese orientali cattoliche. Delly ha scritto al Papa di voler lavorare per ”l’unita’ della chiesa nella tragica situazione che sta vivendo il Medio oriente e soprattutto l’Iraq”. Ha ricordato che da 1500 anni in Iraq i cristiani ”convivono pacificamente con i nostri fratelli musulmani” e che, nella situazione presente di ”difficolta”’ chiedono ”pace e tranqullita’ e che siano ristabilite le condizioni di sicurezza, prerequisito per il ritorno a una vita normale”. Ha poi condannato ”senza mezzi termini la violenza che insanguina l’Iraq e che e’ contro tutti i principi religiosi e di umanita”’. Non e’ stato facile per i vescovi caldei scegliere il successore del patriarca Raphael I Bidawid, morto il 7 luglio scorso e da molti considerato troppo vicino al regime di Saddam Hussein. Il sinodo dello scorso agosto non era riuscito a convergere su un nome unico e aveva visto la contrapposizione delle varie anime dell’episcopato caldeo; sottoposto il problema al Papa, questi aveva indicato di svolgere un nuovo incontro in Vaticano. Alla vigilia due nomi erano favoriti, quello di Shlimon Warduni, ausiliare di Bidawid e da alcuni considerato troppo vicino al vecchio regime e oggi troppo schierato contro gli americani, e quello di Louis Sako, neovescovo di Kirkuk, che considera la presenza occidentale in Iraq una opportunita’ per costruire una democrazia in cui ci sia spazio per tutte le religioni. Warduni e Sako restavano gli unici nomi dopo una indicazione del Vaticano a privilegiare presuli iracheni, a svantaggio di quelli della diaspora nel mondo, e principalmente negli Stati Uniti. Prima di questa indicazione infatti erano circolati anche i nomi di Ibrahim Ibrahim e Sarhad Yawsip Jammo, entrambi vescovi di diocesi negli Stati Uniti. Ma le candidature di Warduni e Sako rappresentavano una radicalizzazione delle divisioni della chiesa caldea e si e’ cercato un nome su cui potessero convergere le diverse sensibilita’. Cosi’ e’ stato scelto Delly, 76 anni, definito dal procuratore caldeo presso la Santa Sede Pihilip Najim ”un uomo di grande esperienza che ha lavorato per decenni nel servizio pastorale a Bagdad”. Delly e’ stato ausiliare del patriarca Paul Chiekho e del successore Bidawid, da circa un anno era ausiliare emerito, cioe’ pensionato. La lunga esperienza pastorale del neopatriarca favorira’ la sua azione di sostegno dei cattolici iracheni in questa fase difficile e un’opera di unita’, secondo quanto gli ha chiesto il Papa, per impegnare tutti i fedeli nella costruzione di un futuro di ”pace e stabilita”’ per il paese. La sua anzianita’ garantisce la scelta di una persona piu’ giovane nel momento in cui si sia realizzata una maggiore chiarezza nel panorama politico e civile del paese e sia superata questa fase di incertezza. I caldei nel mondo sono un milione e mezzo, compresi i 750mila iracheni; oltre all’Iraq sono presenti in Usa, Canada, Siria, Egitto, Libano e Iran


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