Turismo slow

L’Italia in cammino: cresce la voglia di riscoprire i paesi dimenticati dal turismo di massa

Sono state 148mila persone che hanno calzato le scarpe da trekking nel 2023 rispetto alle 123mila dell’anno precedente. Un fenomeno soprattutto al femminile che poggia le basi sul forte impulso dell'associazionismo

di Francesco Dente

Sempre più sentieri che diventano cammini. E sempre più persone, soprattutto donne, che li percorrono alla ricerca di un’esperienza a metà strada fra la riscoperta dei luoghi della fede e la scoperta di paesi dimenticati e scorci sconosciuti. Sono tutti con il segno più i dati di Italia, Paese di Cammini, l’ultima edizione del dossier curato da Terre di mezzo, la casa editrice specializzata nelle guide per chi ama viaggiare a piedi. Nel 2023 crescono sia il numero delle credenziali, i passaporti cioè su cui sono impressi i timbri a ogni tappa del pellegrinaggio, che dei testimonium, gli attestati che vengono consegnati a chi ha completato il tragitto o ha percorso almeno gli ultimi 100 chilometri, come succede in Spagna a Santiago de Compostela. Documenti che nel Medioevo certificavano che il pellegrinaggio era avvenuto, il voto sciolto e l’indulgenza plenaria, laddove prevista, ottenuta.  

Superata lo soglia di 100mila credenziali

Le credenziali, in particolare, segnano un più 25% rispetto al 2022 passando da 81.473 a 101.419 mentre i testimonium quasi raddoppiano balzando da 32.756 nel 2022 a 57.600 nel 2023. Numeri sicuramente sottistimati per due motivi. «Perché un camminatore su quattro viaggia senza credenziale e perché non tutti richiedono al termine il testimonium. Può accadere, ad esempio, che l’associazione che gestisce il cammino non abbia un punto di accoglienza che rilasci l’attestato all’arrivo e che pertanto il viaggiatore debba chiederlo on line una volta tornato a casa; cosa che poi non fa più», spiega Luca Dei Cas, editor di Terre di mezzo. Il report stima infatti nel complesso 148mila persone che hanno calzato le scarpe da trekking nel 2023 rispetto alle 123mila dell’anno precedente. «La vera forza dei dati, ad ogni modo, non sta tanto nei numeri in sé quanto nella tendenza costante alla crescita che segnalano. Dimostrano l’aumento di persone che si mette su strada ma soprattutto la presenza di cammini strutturati. Percorsi cioè che hanno una governance che li valorizza», prosegue il curatore della collana editoriale. Basti considerare che i cammini che conteggiano le credenziali sono cresciuti nel periodo dal 2017 al 2023 da 6 a 92 (26 in più solo nell’ultimo anno) mentre quelli che contano i testimonium da 3 a 66 (16 in più rispetto al 2022). Segno appunto che la struttura organizzativa si consolida sempre più. 


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Le “gambe” del Terzo settore

I “passaporti”, apriamo una parentesi, possono essere consegnati direttamente ai camminatori prima della partenza (si scaricano dai siti o si ricevono via mail) oppure ai punti di distribuzione lungo il cammino. «È l’unica fonte di sostentamento delle organizzazioni che gestiscono il cammino. Permette di autofinanziarsi per sopportare i costi della promozione, del dominio del sito, della manutenzione. Dalla nostra indagine risulta che non sono necessariamente a pagamento. Il 29% delle credenziali è gratis, il 25% a offerta libera, il 15% libera ma si suggerisce una quota minima, solo il 23% a pagamento», precisa Dei Cas. I cammini sono infatti iniziative “sussidiarie” per eccellenza. Nascono spesso dal basso su impulso del mondo dell’associazionismo, quando non proprio di singoli che, folgorati sulla via di Santiago de Compostela, provano a ripetere a casa l’esperienza vissuta e magari costituiscono una organizzazione di volontariato per poter interloquire con le istituzioni.

Chi sono i camminatori

Terre di mezzo ha somministrato un questionario online a 2.427 persone dal quale emergono numeri interessanti sul fenomeno. Il più significativo è il sorpasso delle donne camminatrici (57%) sugli uomini (43%). La situazione si è rovesciata in meno di un decennio. Nel 2018 erano infatti uomini il 57% dei camminatori e donne il 43%. Una tendenza confermata anche dai dati relativi al più famoso cammino d’occidente, Santiago de Compostela. «Credo che un contributo importante lo abbia dato la community on line Donne in cammino che fa capo all’associazione Ragazze in gamba che sulla sua pagina facebook fa informazione sul tema della vacanza lenta e aiuta a superare piccole paure che ci sono prima di partire. Ha spinto le donne a mettersi in cammino anche da sole oltre che in gruppo e a fare lievitare così il divario rispetto ai maschi», spiega l’editor.

Ma quanto camminano gli amanti dei moderni pellegrinaggi? Il 27% di chi ha risposto al questionario nel 2023 ha percorso 2 cammini, il 24% addirittura 3 o più. Non mancano i grandi camminatori: il 12% dichiara di avere di aver trascorso su strade e sentieri nell’ultimo anno tra i 50 e i 100 giorni. Il 9% perfino più di 100 giorni in cammino. E con chi si viaggia? Il 31% in solitaria, il 69% in compagnia o in gruppo. Il 72% si muove in Italia, il 27% in Europa, per la maggior parte verso Santiago (22%). Un terzo (32%) intraprende il cammino per motivi religiosi o spirituali. Le altre ragioni che spingono a partire sono: stare bene, conoscere i territori, vivere in mezzo alla natura, fare attività fisica o per motivi culturali. 

La vera “destagionalizzazione”

Un dato davvero interessante riguarda il momento in cui si intraprende il viaggio. La stagione dei cammini va soprattutto da aprile a ottobre ma registra ormai una flessione tra giugno e luglio. La curva si sta spostando verso i mesi che precedono e seguono l’estate probabilmente perché camminare sotto il sole torrido diventa sempre più faticoso. Segno dei tempi, e del tempo. La novità è che molti iniziano a vedere il cammino come una vacanza, anzi la vacanza. Ben il 41% degli intervistati interpreta la scelta del viaggio a piedi come il momento clou delle canoniche settimane di ferie. La tipologia del camminatore si sta modificando anche nella capacità di spesa: il budget si sta alzando. «Dai nostri dati emerge che il camminatore medio a pranzo sceglie di mangiare qualcosa di veloce perché al pomeriggio deve procedere lungo la via ma alla sera non rinuncia alla cena a ristorante. Preferisce inoltre strutture ricettive tradizionali come bed and breakfast piuttosto che ostelli o ospitalità privata religiosa». Per la precisione il 44% sceglie gli appartamenti, il 30% gli ostelli, il 13% gli alberghi. Solo il 9% le strutture ecclesiastiche e il 4% la tenda. Numeri, sottolinea Dei Cas, che smentiscono il preconcetto tipico di alcuni operatori turistici secondo i quali il camminatore, derivando dal pellegrino medievale, cammina in povertà, sceglie la struttura a poco prezzo, ha bisogno di meno servizi. Il report valuta un indotto di almeno 1 milione 350 mila euro di pernottamenti e una spesa media giornaliera superiore ai 40/50 euro nel 47% dei casi. 

Foto di Saroj Gajurel/Pexels

Qualche consiglio

Sono tanti i cammini in crescita, sia in base alle credenziali che ai testimonium. Il dossier, in particolare, evidenzia il Cammino di Oropa, il Materano, il San Benedetto, il San Jacopo in Toscana, il Cammino minerario di Santa Barbara in Sardegna, le Vie del Viandante, le Vie Francigene di Sicilia. Stabile la Via Francigena (il più frequentato), in calo la Via degli Dei. «In generale, emerge la tendenza ad accorciare il percorso per metterlo alla portata del camminatore-turista che ha pochi giorni a disposizione». Una riprova che la vacanza lenta (ma breve) appassiona anche gli amanti dei weekend mordi e fuggi.

Foto di apertura: pagina Fb Ragazze in Gamba

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