Mondo
Dopo Enron il 75% dei manager americani ha pensato di dimettersi
Lo dice un sondaggio condotto dalla società Burson Marsteller
Abituati a contendersi copertine e interviste sulle principali riviste del Paese, nel corso dei formidabili anni ’90, per i manager dell’alta finanza americana gli anni 2000 – con il loro carico di scandali e bancarotte miliardarie – devono essere apparsi come un vero e proprio incubo tanto da pensare, addirittura, a dimissioni di massa. Secondo quanto riportato da un sondaggio condotto dalla societa’ Burson-Marsteller, colpito a freddo dalle bancarotte record di Enron e Worldcom, il 75% dei capitani d’industria statunitensi ha pensato, lo scorso anno, di farsi da parte e abbandonare la tolda di comando delle loro aziende. La ricerca – effettuata nel 2003 tra oltre 1.000 esponenti dei management americani, di cui 369 amministratori delegati – ha evidenziato come tre quarti dei top manager ”abbiano valutato l’ipotesi” di lasciare il loro incarico a causa della estrema pressione esercitata nei loro confronti dopo l’esplosione degli scandali finanziari determinata dal caso Enron.”Una enorme lente di ingrandimento – spiega infatti lo studio – e’ puntata sulle attivita’ quotidiane degli amministratori delegati, sui dati di bilancio delle societa’ e sui prezzi” raggiunti in Borsa dai titoli. ”Quelli che puntano ad una simile attivita’ – osserva – avranno bisogno di una dose salutare di fiducia e umilta’ nel perseverare”. Non a caso, dal 54% di manager che avevano pensato alle dimissioni nel 2000, si e’ passati ai dati attuali, specchio di come il timore di finire alla gogna per il comportamento della propria azienda sia diventato quasi prevalente rispetto all’orgoglio di sedersi alla guida di una azienda della Corporate America. In base al sondaggio di Burson-Marsteller (rilanciato dalla stampa statunitense), poi, difficile appare anche la successione ai manager in caso di loro uscita di scena: piu’ di un terzo delle figure adatte a sostituirli, infatti, si e’ detta pronta a rifiutare eventuali offerte da parte delle societa’. Una percentuale migliore del 54% registrato lo scorso anno (quando erano ancora freschi gli sfregi lasciati dalle bancarotte eccellenti) ma ancora troppo alta rispetto al 27% registrato due anni fa, prima che Enron si abbattesse sull’economia a stelle e strisce.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.