Spettacoli
Ventura ha rottamato la perfezione in tv ma la disabilità è tabù
La conduttrice tv ha deciso di andare in onda nonostante una paresi al viso, suscitando tante reazioni diverse. Valentina Tomirotti, giornalista e attivista: «Un episodio che porta la persona in una dimensione di umanità. E che fa riflettere sul concetto di perfezione che la società ha inculcato al pubblico e sul fatto che non si vedono in tv persone con disabilità che ricoprono un ruolo professionale»
Simona Ventura ha condotto la trasmissione Citofonare Rai2 con una vistosa paresi facciale dovuta a un colpo di freddo. Un fatto che può aiutare a vincere lo stigma della disabilità? La conduttrice avrebbe potuto stare a casa qualche giorno, fino alla guarigione, senza fare la “wonder woman”? Abbiamo chiesto qualche riflessione a Valentina Tomirotti, giornalista e “attivista a rotelle”.
La presentatrice Simona Ventura decide di andare in video, nonostante una paresi facciale, dovuta a un colpo di freddo, che sta curando. La sua prima impressione?
Io non ho provato nulla, non mi ha smosso compassione, ho semplicemente pensato: “È umana”. Il concetto che deve essere alla base è la libertà di scelta. Si può andare in video come e quando si vuole, questa è stata la scelta di Simona Ventura. La sua non è una disabilità, è una condizione temporanea. Quest’episodio fa riflettere su un problema: il pubblico è ancora ignorante sulla standardizzazione dell’immagine delle persone, rimane fermo al concetto di perfezione che la società gli ha inculcato.
Il pubblico è ignorante?
Il problema è come subiamo la televisione. Il web è più interattivo, ma la televisione si subisce. A me ha fatto piacere che la Ventura, super mega patinata, sempre perfetta, abbia scelto di scendere dal piedistallo. Se l’ha fatto, invece, per dimostrare che è un’eroina, per fare una delle solite cose banali sulla disabilità, allora c’è qualcosa che non torna. Anche perché la sua non è una disabilità, è una condizione. È come se uno ha un raffreddore ed è disabile. C’è una bella differenza tra quello che ha Simona Ventura in questo momento e la disabilità. Il pubblico non è abituato a vedere persone con disabilità in televisione.
Un episodio del genere non aiuta a battere uno stigma?
No, ma tutto sommato porta la persona in una dimensione di umanità, le toglie quella patina di perfezione. Il problema è che, se il pubblico non vede mai persone con disabilità in televisione, non si abituerà mai.
Stiamo comunque parlando di un argomento di cui io e lei, probabilmente, oggi non avremmo parlato se non fosse successo questo fatto?
Esatto. Sicuramente è una cosa nuova. Come dicevo, in tv una persona con una disabilità visibile, che ricopre un ruolo professionale, non si vede. Non c’è un conduttore di un talk, un opinionista a Uomini e Donne, una valletta al Festival di Sanremo, in carrozzina. Poi la disabilità non è solo la carrozzina… Se Simona Ventura avesse avuto una paresi facciale non per un breve periodo, ma permanente, probabilmente non sarebbe diventata Simona Ventura. Ripeto, il concetto fondamentale è la libertà di scelta. L’importante è che non pensi di salvare il mondo perché si è fatta vedere così.
Foto in apertura di Mario Chiodo/Agenzia Sintesi.
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