Cultura

Banca Mondiale: no all’ estrazione di carbone e petrolio paesi poveri

Lo consiglia un rapporto di esperti indipendenti: troppo alto l'impatto ambientale e sociale

di Ida Cappiello

l’EIR (Extractive Industries Review), il rapporto indipendente sul settore estrattivo commissionato dalla Banca mondiale, che sarà presentato ufficialmente a Lisbona l?11 dicembre, raccomanda alla Banca di non finanziare più nessun progetto per l?estrazione di carbone e petrolio nei paesi in via di sviluppo. Più specificamente, si chiede un immediato stop ai finanziamenti per i progetti concernenti il carbone, mentre per quelli relativi al petrolio il termine ultimo previsto è fissato nel 2008. I principali azionisti della Banca Mondiale, ovvero i paesi del Nord del mondo, hanno già esposto le loro resistenze a questo approccio, che giudicano contrario ai propri interessi economici ed a quelli delle loro multinazionali. Le Ong internazionali che hanno seguito i lavori della commissione hanno giudicato positivamente il suo operato, ritenendo fondamentale che gli effetti dannosi di questi investimenti siano riconosciuti da una commissione di così alto livello. Tra l’altro, l?EIR ha indicato che per i prossimi investimenti su progetti petroliferi, le comunità locali debbano poter esprimere un consenso libero, anticipato ed informato. Di grande importanza è anche l?inserimento di alcune considerazioni sui diritti umani, considerati come un fattore determinante per la riduzione della povertà. Le Ong si augurano inoltre un’estensione dei principi precedentemente analizzati anche al settore minerario. L?obiettivo dello studio, partito nel 2001, era di identificare gli impatti negativi delle operazioni estrattive finanziate dalla Banca mondiale e di valutare se le attività della Banca in questi settori fossero compatibili con il suo mandato di riduzione della povertà e di promozione dello sviluppo sostenibile che la stessa istituzione ha.


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