Sostenibilità
Ambiente: Kyoto, no di Mosca e Australia. L’UE a rischio
l'Unione farà fatica a rispettare il protocollo di Kyoto. Nel 2010, i paesi dell'Unione saranno infatti in grado di ridurre le emissioni di gas nocivi soltanto dello 0,5% rispetto all'8%
di Paul Ricard
Pragmatismo politico e timori per la crescita economica hanno ancora una volta avuto la meglio sui progetti di sviluppo sostenibile del Pianeta. La Russia ha infatti detto ‘no’, oggi, alla ratifica dell’accordo di Kyoto sulla riduzione dei gas responsabili dell”effetto serra’, accordo considerato dalla Russia come una minaccia allo sviluppo economico del paese. ”Il protocollo di Kyoto pone limiti significativi alla crescita economica della Russia”, ha detto Andrei Illarianov, consigliere del presidente Vladimir Putin. ”Cosi’ com’e’, ovviamente, il protocollo non puo’ essere ratificato”, ha precisato l’esperto economico governativo russo sgombrando definitivamente il campo dalle illusioni di una ratifica dell’accordo che mira, appunto, alla riduzione dell’emissione dei gas responsabili del riscaldamento della Terra. Per diventare operativo, l’accordo deve ottenere l’approvazione dei governi di quei paesi che, da soli, sono responsabili del 55 per cento delle emissioni dei gas nocivi, dei sei gas cioe’ responsabili del surriscaldamento del Pianeta (l’anidride carbonica,il metano, il protossido d’azoto, il perfluorocarburo, l’idrofluorocarburo e l’esafloruro di zolfo). La Russia, al secondo posto nell’elenco dei paesi che maggiormente contribuiscono all’inquinamento della Terra, si unisce dunque agli Stati uniti (detentori del non invidiabile primato) infliggendo un duro colpo alle prospettive di una crescita economica globale e sostenibile, compatibile cioe’ con l’ecosistema planetario. Secondo l’International Panel on Climate Change (Ipcc), l’effetto serra provocato dall’emissione di gas ha tra l’altro causato un aumento della temperatura (tra 0,2 e 0,6 gradi nel ventesimo secolo) che a sua volta si e’ tradotto nello scioglimento del 40 per cento dei ghiacci dell’Artide e nella conseguente crescita del livello del mare, salito, nel secolo scorso, tra i dieci e i 20 centimetri.
Anche il governo conservatore australiano resta allineato con gli Usa e conferma la sua decisione di non ratificare il protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di gas serra. Lo ha dichiarato oggi in parlamento il premier John Howard, in risposta ad una domanda del neoeletto leader dell’opposizione laburista Mark Latham, che ha sottolineato l’importanza della Conferenza sui cambiamenti climatici in corso a Milano con i rappresentanti di 188 paesi. Howard ha affermato che il protocollo comporterebbe per l’Australia obblighi che non si applicano ad altri paesi, tra cui Cina e Russia. ”I laburisti vorrebbero che firmassimo qualcosa che imporrebbe degli oneri all’industria australiana, senza imporli alle industrie di altri paesi che possono essere nostre concorrenti….non voglio essere responsabile di qualcosa che distrugge posti di lavoro e distrugge la competitivita’ dell’industria australiana”, ha aggiunto.
Ma sul banco degli imputati dei ‘cattivi ambientalisti’, oggi non sono saliti solo Russia e Australia. Anche l’Unione europea, i cui paesi hanno all’unanimita’ approvato il protocollo di Kyoto, sta fornendo un esempio di scarsa coerenza con i principi adottati. E, come sempre, dietro al paravento della mancata crescita economica sembra nascondersi la cattiva coscienza del Vecchio continente. Secondo una nuova proiezione dell’Agenzia Europea per l’ambiente (Aee), infatti, l’Unione europea fara’ fatica a rispettare il protocollo di Kyoto. Nel 2010, i paesi dell’Unione saranno infatti in grado di ridurre le emissioni di gas nocivi soltanto dello 0,5 per cento rispetto all’obiettivo dell’otto per cento che si erano impegnati a raggiungere e rispettare per quella data sottoscrivendo il protocollo di Kyoto. L’Agenzia, come annunciato la scorsa primavera, ha confermato che i 15 paesi dell’Ue sono riusciti a ridurre del 2,3 per cento le proprie emissioni nel 2001, ma la previsione al rialzo e’ dovuta in particolare alle accresciute emissioni di gas da parte della Germania che, da sola, ha un peso pari ad un quarto dell’intera Unione per quanto riguarda la produzione di gas responsabili dell’effetto serra. Proprio oggi il commissario europeo all’ambiente Margot Wallstrom ha scritto ai ministri del Quindici per chieder loro di adottare misure aggiuntive in grado di conseguire gli obiettivi del protocollo di Kyoto. Secondo il commissario, l’Ue sta attualmente andando ”nella direzione sbagliata”, in particolare per quanto riguarda i dati ”preoccupanti” sulle emissioni di anidride carbonica, strettamente collegate al consumo energetico.
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