Cultura

Così rinasce un campo nomadi. Il rom archeologo ti fa da Cicerone

Lo scorso anno un incendio distrusse l’insediamento di via dei Gordiani a Roma. Durante la ricostruzione spuntarono importanti resti antichi. (di Chiara Ludovisi).

di Redazione

Il 14 marzo 2002 un incendio distrusse il campo nomadi di via dei Gordiani, a Roma. Durante i lavori di ricostruzione, pochi mesi dopo, venne alla luce un sito archeologico: una fattoria romana dell?era medio-repubblicana, dotata di ingegnosi impianti idrici. Quattro ragazzi rom si avvicinarono, osservarono, poi parteciparono agli scavi e vennero assunti dall?impresa appaltata per gli scavi. Così, il tragico incendio fu l?inizio di una storia inedita, un progetto senza precedenti, frutto della collaborazione tra l?Ufficio speciale Immigrazione del Comune di Roma, la Sovrintendenza archeologica e l?impresa cooperativa Chebesà. Venerdì 21 novembre, mentre la comunità rom del campo celebrava la festa di San Gabriele Arcangelo, è stato inaugurato il progetto Archeo-Nomadi, affidato dal Comune all?associazione onlus Nessun luogo è lontano, per la gestione futura del sito. Marialuisa Sigillo, responsabile del progetto, frequenta questo campo solo da poche settimane, ma già ne conosce gli abitanti e le usanze: “Sono tutti serbi e provengono dalla stessa città. Eppure, hanno diviso il campo in due parti con questa rete”, spiega, mentre un gruppo di bambine rom reclama la sua attenzione. “Di là, abitano coloro che non vogliono lavorare. Di qua, invece, abita la comunità più incline al lavoro e più interessata a questa nuova esperienza”. è da questa ?parte del campo? che provengono Alessandro, Dragan, Jovan e Neibous, i quattro rom che, dopo aver partecipato agli scavi, saranno ora coinvolti nella seconda fase del progetto. “Quando il Comune ci ha proposto di elaborare un progetto per la gestione permanente di questo sito, abbiamo pensato di fare qualcosa in più: rendere questi ragazzi un tramite tra il campo e l?extra-campo”, spiega Fabrizio Molina, presidente di Nessun Luogo è lontano, l?associazione che, dal 1998, gestisce strutture e progetti per l?integrazione sociale degli immigrati. “Grazie al ?pretesto? della visita archeologica”, continua Molina, “faremo entrare nel campo gli alunni delle scuole romane. Attraverso quest?incontro, confidiamo che si abbasserà il livello di paura che molti nutrono nei confronti dei nomadi. Allo stesso tempo, gli alunni romani riceveranno un?importante lezione di storia: la storia dei nomadi, un popolo in cammino per sfuggire allo sterminio”. Entro pochi giorni inizierà il corso di formazione, che fornirà ai quattro ragazzi diversi tipi di competenze: elementi di storia e archeologia, affinché possano guidare i visitatori con competenza; nozioni di gestione di attività etico-sociali, marketing e contabilità, affinché possano formare una piccola azienda. “Realizzeremo questo progetto gratuitamente”, conclude Molina. “Il nostro impegno, in questo caso, deriva esclusivamente dalla militanza politica, cioè dalla responsabilità che sentiamo nei confronti della città che vorremmo rendere migliore”.

Chiara Ludovisi

Info: Nessun luogo è lontano tel. 06.7811144- associazione@nessunluogoelontano.it

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