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Il regolamento No Slot? Funziona e a sorpresa frena anche il gioco online

Olgiate Comasco è un comune di 12mila abitanti in provincia di Como che dal 2018 ha un regolamento comunale rigido sul gioco d'azzardo. Una slot può essere installata solo a più di 500 metri dai luoghi sensibili e qui ne sono stati indivuati ben 63. Il giocato fisico nel 2022, pur in risalita rispetto agli anni del Covid, segna un -42% rispetto a prima del regolamento. E anche la crescita del gioco online è più contenuta rispetto alla media italiana. La case history, con il commento di Maurizio Fiasco

di Ilaria Dioguardi

la battaglia partì da Bergamo, nel 2016: fu la prima città d’Italia ad adottare un regolamento no slot. In pochi mesi decine e decine di sindaci fecero altrettanto. A maggio 2018 anche il Consiglio comunale di Olgiate Comasco approvò un “Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito” e a distanza di sei anni i risultati si vedono: sia nella diminuzione delle giocate sul territorio sia nel contenimento del giocato online.

I dati sono stati presentati in occasione di un convegno organizzato da Ats Insubria con le Asst Lariana, Sette Laghi e Valle Olona, presso l’Auditorium Centro Congressi Medioevo di Olgiate Comasco, per promuovere approfondimenti sulle tematiche del gioco d’azzardo patologico. A questo incontro ha partecipato anche Maurizio Fiasco, presidente dell’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio-Alea, componente dell’Osservatorio del ministero della Salute per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. Fiasco ha presentato dei dati sul gioco d’azzardo a Olgiate Comasco, da lui elaborati. «Il picco del giocato sfiorava, nel 2016 e 2017, rispettivamente 49 e 48 milioni di euro, tra fisico e online. Con l’introduzione del regolamento si è registrato subito un calo, con 40 milioni di euro nel 2019. Nel 2020 e 2021, con il gioco fisico limitato a causa del Covid, è drasticamente diminuito il giocato sul territorio (17 e 19 milioni). Nel 2022 poi, dopo il Covid, il giocato sul territorio si è fermato a 27 milioni: non si è comunque tornati ai numeri del 2017-2018», dice Fiasco.

Una delle elaborazioni sui dati del gioco d’azzardo nel comune di Olgiate Comasco, a cura di Maurizio Fiasco

Il ruolo del regolamento

Cosa ha fatto la differenza? Il regolamento. «Abbiamo individuato decine di luoghi sensibili per l’attivazione di nuove slot, con l’interpretazione molto stringente delle distanze dei 500 metri indicate dalla regione Lombardia nella sua delibera: scuole, strutture sociosanitarie, ambulatori medici, cimitero, impianti sportivi, parchi, aree giochi, chiese, edicole e altri. A dicembre 2023 siamo arrivati all’individuazione di 65 luoghi sensibili», dice Simone Moretti, sindaco di Olgiate Comasco. La delibera regionale a cui fa riferimento è la n. 1274 del 24 gennaio 2014, “Distanza dai luoghi sensibili per la nuova collocazione di apparecchi per il gioco di azzardo lecito”.

Un gioco di squadra contro l’azzardo

Da dieci anni Olgiate Comasco è lavora in sinergia con i comuni vicini per capire come contrastare il gioco patologico. “Gioco di squadra e non d’azzardo: dalla salute per caso alla salute per scelta” è un progetto del Consorzio servizi sociali dell’olgiatese avviato nel 2016, che ha l’obiettivo di generare corresponsabilità sociale circa la gestione del gioco d’azzardo patologico, intervenendo anche in termini di prevenzione e capacity building. «Il nostro è il quinto comune più grosso della provincia di Como, con quasi 12mila abitanti e un reddito medio pro capite buono. Siamo vicini alla Svizzera e abbiamo tanti frontalieri, quasi mille. In una realtà come la nostra non ci sembrava forte la necessità di cercare un’entrata extra tramite il gioco d’azzardo. Invece, siamo rimasti esterrefatti quando abbiamo visto i numeri, che oscillavano tra i 47 e i 49 milioni di euro giocati ogni anno», continua il sindaco. «Abbiamo deciso che dovevamo intervenire e così abbiamo redatto e approvato il regolamento».


Il comune – aggiunge Moretti – «ha un bilancio tra i 12 e i 13 milioni di euro e in alcuni anni qui si sono persi anche otto milioni di euro nel giocato: significa l’equivalente di due terzi del bilancio di una comunità di quasi 12mila persone “andati in fumo” giocando».

Al momento sono attive due sale slot nel territorio, fino a qualche anno fa erano quattro: una è chiusa per cessata attività, l’altra è stata chiusa dalla Questura. «Giocando in un bar c’è la possibilità di essere visti da parenti e amici: ciò può mettere in imbarazzo il giocatore, che si può limitare. Nella sala slot il rischio di giocare forte è maggiore. Si è in un posto isolato, con le luci soffuse, con il bar interno: si gioca tanto fino, a volte, a giocarsi tutto e a perdere la casa. Le persone spesso si rendono conto del problema solo quando il danno grosso è fatto: dovremmo cercare di anticipare le tragedie familiari che portano al lastrico», prosegue Moretti.

Non si è tornati ai livelli pre Covid

Ma torniamo ai numeri. «Anche il peso del gioco online, che in Italia tendenzialmente è pari o superiore a quello del giocato fisico sul territorio, qui non scavalla i numeri del giocato fisico. Tra il 2021 e l’anno successivo c’è stato un aumento di otto milioni e mezzo di euro del giocato fisico e di meno di due milioni di euro del giocato online. La spinta a giocare di più è imponente in tutto il Paese e le prime informazioni sul 2024 ci dicono che i numeri stanno aumentando ancora», continua Fiasco. «La ripresa dopo il Covid certamente è stata forte, ma a Olgiate Comasco non si è tornati ai livelli precedenti. E il regolamento sui luoghi fisici fa da argine in qualche modo anche alla crescita del gioco online, che in Italia è cresciuto con ritmi decisamente più sostenuti».

Quanto alle perdite, a Olgiate sono state di 8,6 milioni di euro nel 2018, ma dopo l’introduzione del regolamento e la chiusura di una sala slot, i numeri sono scesi: dai 7,8 milioni di euro del 2019, si è passati ai 4 milioni del 2020 e 4,8 milioni del 2021 (anni della pandemia), fino ai quasi 6,7 milioni di euro del 2022. «In otto anni praticamente ogni cittadino di Olgiate Comasco, compresi i neonati, ha perso al gioco quasi 5mila euro», esemplifica Fiasco.

Maurizio Fiasco, durante il convegno organizzato da Ats Insubria sul gioco d’azzardo patologico

Monitoraggio continuo con Asl, servizi sociali, Terzo settore

«Quello di Olgiate Comasco è un regolamento pensato bene, ma non bisogna “dormire sugli allori”. Bisogna sempre monitorare l’impatto di un provvedimento, sentire cosa accade nella vita quotidiana confrontandosi fra Asl, servizi sociali del comune, Terzo settore. L’amministrazione ha fatto una ricognizione puntuale sul territorio, il risultato è tangibile nei numeri», prosegue Fiasco. Che succede ora? «Se le regole non verranno cambiate, il comune può fare delle verifiche e testare gli effetti, per confermare l’evolvere della normativa. Oggi l’accordo tra Stato, regioni e comuni, come anticipato anche da un orientamento dell’Anci, è quello di andare verso una compartecipazione degli enti territoriali al gettito dei giochi: la situazione per le amministrazioni comunali no slot, come quella di Olgiate Comasco, in questa nuova cornice si potrebbe complicare. Un’azione restrittiva, svolta in nome dei compiti di sicurezza sociale, assistenza, tutela della comunità che l’ordinamento assegna al sindaco, entrerebbe in conflitto con la necessità di reperire le risorse e i cittadini potrebbero mettere in evidenza questo nodo. Per questo è sempre importante mostrare ai cittadini in trasparenza i costi e i benefici (meglio direi i “malefici”) del gioco d’azzardo».

Foto di Erik Mclean su Unsplash

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