Salute

Aids: lettera in redazione

Ogni anno quando arriva il I° dicembre, giornata mondiale della lotta all’Aids, è per me un giorno triste. Triste, perchè....

di Redazione

Salve, mi chiamo S. e sono un malato di Aids e per la giornata mondiale della lotta all?Aids ho pensato di scrivere questa lettera per cercare di sensibilizzare le persone e per cercare di fare qualcosa per sconfiggere l?ignoranza. Sarei molto contento se il vostro giornale pubblicasse questa lettera, perchè così facendo saprei che altre persone stanno al mio fianco e non davanti. Purtroppo per tanti motivi, alcuni citati nella lettera, non posso firmarmi (e questo mi costa molto), metterò solo un iniziale. Ogni anno quando arriva il I° dicembre, giornata mondiale della lotta all?Aids, è per me un giorno triste. Triste, perchè è rimasto l?unico giorno in cui i media e le persone si ricordano dell?Aids, e perchè sono annunciati dei numeri, che per me sono persone con un nome ed un viso preciso, angoscianti. Siccome se ne parla sempre di meno ho pensato di parlarne come esperto: non sono un medico, non sono un ricercatore, non sono un missionario, non sono un volontario, sono solo una persona qualunque, malata d?AIDS! Sono uno di quei malati di Aids che cercano di sopravvivere a questa malattia e all?ignoranza della gente. I bollettini dell?Unaids sono terrificanti: 46 milioni le persone viventi con hiv/aids; 5.8 milioni i nuovi infettati nel 2003, 15.890 al giorno; 3.5 milioni i morti nel 2003, 9.589 ogni giorno! Io non so se voi ci pensate: 9.589 al giorno sono davvero tanti. E il 70% di tutti questi numeri vive nell?africa sub-sahariana, e muoiono perchè non gli vengono dati i farmaci esistenti qui e non gli viene concesso il brevetto dei farmaci. Qui si parla di una triplice terapia al costo di circa 10-15.000 dollari, in Africa la spesa sanitaria pro capite annuale si aggira su 3-4 dollari. Io mi ritrovo spesso a lamentarmi con me stesso per la mia condizione fisica, per ?l?ergastolo farmacologico? cui sono stato condannato, e devo ammettere che non è stato facile quest?anno ingerire circa 8-10.000 pillole, ma quando mi capita, penso agl?africani che non hanno neanche un aspirina, e allora smetto. Da alcuni anni mi angoscia molto la mattina dover fare una colazione sostanziosa per prendere la dose di farmaci che ha bisogno di grassi per agire, quando, l?unico pensiero che ho alla mattina è di vomitare e di non voler mangiare: ma poi mi ritrovo a pensare che un africano chissà cosa darebbe per fare una colazione così, e allora mando giù il boccone amaro e se poi vomito, fa niente. Fra me e me mi lamento perchè i farmaci chemioterapici mi devastano il fisico e la mente, ma poi penso che ogni africano si accontenterebbe anche della metà dei miei farmaci per poter vivere qualche mese in più. E? vero che spesso nei momenti di sconforto penso che questi farmaci più che allungare la mia vita, stanno allungando la mia agonia: ma che diritto ho io di lamentarmi davanti a persone che non hanno niente, e a cui non viene concesso neanche il diritto di vivere. Vi racconto questo perchè il tema per la giornata del I° dicembre è ?Vivi e falli vivere? e allora credo che ognuno di noi nel suo piccolo può fare delle scelte importanti per dare più speranza a queste persone. Ognuno di voi può scegliere di farci vivere: non uccideteci prima del tempo. E? vero che le medicine allungano la vita, ma da sole non bastano, ci vuole un pò d?amore. Sai, l?Aids mi sta uccidendo ma prima di lui un altra cosa mi sta uccidendo: la solitudine, l?indifferenza. Molti giovani sono morti di aids, ma non solo per colpa della malattia, ma anche per colpa di persone che li hanno emarginati, calunniati, giudicati, allontanati, derisi e umiliati, insomma persone che non li hanno accettati. Ho conosciuto giovani che si sono lasciati andare e nel giro di poco tempo sono morti perchè si vergognavano di quello che erano, si vergognavano perchè si sentivano diversi ed esclusi, e davanti a questo le medicine hanno potuto fare poco. Qualche tempo fa sono stato invitato a parlare in una scuola, ma dopo qualche settimana la cosa è saltata per problemi scolastici (così mi avevano detto); dopo alcuni mesi ho saputo che i genitori degli alunni si erano ribellati a quest?incontro per paura che durante l?assemblea mentre parlavo, qualche pallina di saliva potesse cadere addosso ai propri figli! Ho visto genitori non permettere ai propri figli di giocare con un bambino sieropositivo all?asilo, li ho visti emarginare, giudicare, umiliare un bambino: che colpa ne hanno loro! Voi genitori siate maestri di vita, passate ai vostri figli i veri valori, non educateli ?nell?ignoranza?. Un mio amico prete, don Benzi, dice che Giovanni il Battista non l?ha ucciso Erode, ma tutti i commensali che erano presenti perchè non hanno fatto niente. Non siate come loro, lottate per noi: lottate con noi. Purtroppo anch?io come molti sono obbligato a ?nascondermi? a non essere visibile, e questo non per me, ma per preservare la mia famiglia d?origine e da qualche tempo per preservare mia moglie. E sapeste che sofferenza non poter gridare chi sono. Credo molto in Gesù che dice ?la Verità vi farà liberi? e che tormento e che angoscia dover mentire. Da quando sono sposato penso che devo proteggere mia moglie dall?ignoranza e dall?emarginazione, perchè è facile pensare che la moglie di un malato di Aids sia anche lei malata: che colpa ne ha lei, ha solo la colpa di Amarmi Indistintamente Dalla Salute. Penso al mio futuro, ai miei figli, e penso se sia giusto metterli al mondo (non tanto per la paura del contagio, poiché esistono metodi sicuri), ma ho paura della gente che quando vedrà mio figlio non penserà se è sieropositivo o no, ma per paura e ignoranza lo giudicherà perchè il padre è un malato di aids. A me non importa se mi evitano, se mi deridono, se mi emarginano, ma un bambino che colpa ne ha. Un bambino chiede solo di giocare con gli altri bambini, nient?altro: mio figlio vuole solo giocare con vostro figlio! Ecco allora se lo farete la giornata del I° dicembre non passerà senza aver lasciato traccia, avrete aderito alla rinascita della vita ?Vivi e falli vivere?. L?aids non è solo un modo di morire, ma è un tempo per vivere. In questi 5 minuti in cui siamo stati insieme a parlare, 55 persone si sono infettate e 33 persone sono morte. S. uno fra di voi.


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