Sostenibilità
Mogli e parchi dei paesi tuoi.
Indigeni e tribù in pericolo trovano spesso nelle zone tutelate la loro vera casa. E la difendono da qualsiasi pericolo(a cura di Claude Martin)
di Redazione
Negli ultimi cento anni molte cose sono cambiate nella percezione che l?uomo ha delle aree protette del pianeta. Tali aree erano originariamente terre destinate per la ricreazione umana e per la conservazione della natura locale. Oggi esse sono pietre miliari per le strategie di conservazione e di sviluppo a livello regionale e nazionale. Non sono più isole sperdute ma sono diventate parte integrante del panorama circostante. Da proprietà esclusiva del governo oggi sono spesso appoggiate e gestite dalla comunità locali e dalle popolazioni indigene. L?industria – una volta percepita solo come nemico – sta, inoltre, giocando un ruolo di grande importanza. Il numero delle aree marine protette e di acqua dolce sta aumentando così come il numero di aree non tradizionalmente protette come i corridoi, le zone cuscinetto e le zone vietate alla pesca. Intanto cresce il numero di persone che si rende conto del ruolo che rivestono le aree protette e le importanti funzioni che svolgono.
Le aree protette rivestono un?essenziale funzione per quanto riguarda la salvaguardia delle risorse naturali e dei servizi ambientali, per il mantenimento delle culture locali e la salvaguardia dei siti spirituali. Mitigano gli effetti dei cambiamenti globali a lungo termine, riducono le tensioni ai confini dei vari stati, aiutano a ridurre la povertà e sono fonte di benefici economici. La loro importanza per le comunità locali e indigene è diventata primaria.
Mentre le prime aree formalmente protette erano destinate al pubblico, ovvero ai visitatori che usufruivano del parco a scopi ricreativi e spesso come zone di caccia, le persone che vivevano nella zona o in quelle adiacenti al parco erano scarsamente considerate. Questa gente, che per secoli si era affidata alle risorse naturali della zona per il proprio sostentamento, si ritrovava nella situazione di venire esclusa se non espulsa a forza dai dirigenti governativi, spesso con disastrose conseguenze per la loro cultura e per la qualità della loro vita. Oggi le aree protette sono considerate di vitale importanza per tutti gli esseri umani. Alcuni sono indigeni appartenenti a tribù in pericolo, come gli Uru-eu-wau-wau del Brasile. In altri casi le aree protette comprendono zone sacre, come le foreste di Sakoantovo e Vohimasio nel Madagascar del Sud. Altre sono fonte d?impiego dove poco altro si può fare, attraverso il turismo, la manutenzione del parco e la coltivazione e la produzione di prodotti naturali.
Questo fa sì che il ruolo delle aree protette sia di fondamentale importanza per la riduzione della povertà e per le strategie di sviluppo nazionale. Le comunità locali usano le aree protette come soluzione per i loro problemi: il parco nazionale Quirimbas, in Mozambico, è stato creato per dirimere il conflitto tra esseri umani ed elefanti e migliorare la pesca locale attraverso la creazione di un santuario marino. Inoltre, è apparso fondamentale per far sì che un?area protetta possa avere successo che le comunità locali dovessero essere adeguatamente coinvolte sin dalle prime attività mirate alla protezione dell?area stessa. Le conoscenze locali e i tradizionali metodi di gestione devono essere presi in considerazione dalle strategie di gestione e un numero crescente di aree protette è ormai gestito da comunità locali e da popolazioni indigene. Ma, nonostante la crescita esponenziale del numero delle aree protette, e nonostante le continue migliorie apportate al sistema di gestione di queste aree, la strada da percorrere è lunga.
Molti ecosistemi importanti non sono ancora protetti, tra questi zone costiere e mari, zone umide, foreste aride e tropicali, pianure di foreste temperate, savane e praterie. Molto lavoro deve essere fatto per le strategie di conservazione su vasta scala. Come zone isolate, le aree protette non possono provvedere alla conservazione effettiva di biodiversità, al mantenimento delle specie, o a fungere da bastioni di resistenza degli ambienti naturali, con superfici ampie abbastanza per resistere alle minacce globali a lungo termine come i cambiamenti climatici. La rete di aree protette serve per preservare intere ecoregioni, grandi porzioni di terre che contengono specie differenti, comunità naturali, e condizioni ambientali particolari. Le reti includono zone cuscinetto e corridoi che uniscono le aree protette. La protezione deve essere parte integrante delle strategie di sviluppo, piuttosto che essere isolata e vulnerabile rispetto a questa strategie.
Le autorità di Parco e diversi ambientalisti sono a volte favorevoli soltanto a parole alla partecipazione delle persone nelle aree protette. Ma le comunità devono essere adeguatamente coinvolte in tutte le fasi della realizzazione delle aree protette, dal progetto di riconversione dell?area alla gestione e al monitoraggio. E per la stessa sopravvivenza dell?area protetta devono godere dei benefici che ne derivano.
Un maggiore supporto alle aree protette, inoltre, è necessario; proprietari terrieri, trusts, società dell?energia, dell?acqua, del turismo, compagnie di legname, di pesca e gruppi di sviluppo, ovvero tutti coloro che beneficiano del paesaggio devono essere coinvolti nella protezione di queste aree e nei benefici che ne derivano, per garantire la sopravvivenza delle aree protette. Ed è necessario che mettiamo in conto un cambiamento globale a lungo termine. L?innalzamento delle temperature ed eventi climatici estremi sottoporranno gli habitat naturali a grande stress.
Una strategia consiste nell?avere confini flessibili quando gli habitat inizieranno a modificarsi e a spostarsi a causa del riscaldamento globale. Così, se da un lato dobbiamo festeggiare per gli importati risultati di conservazione che abbiamo raggiunto attraverso la creazione di aree protette, dall?altro dobbiamo guardare avanti e assicurare che queste aree abbiano un ruolo preminente per il nostro futuro.
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