Famiglia

Minori: crescono del 17,7% gli abusi sessuali

Pubblicato il rapporto annuale di Telefono Azzurro e Eurispes

di Redazione

Edilizia scolastica, incidenti domestici, diffusione di ”comportamenti a rischio”, nuove droghe. Ma anche mali antichi come gli abusi sessuali, la violenza sui minori. Sono questi alcuni dei ”preoccupanti indicatori di rischio” per l’infanzia e l’adolescenza contenuti nell’ annuale Rapporto condotto da Telefono Azzurro ed Eurispes. Un Rapporto che quest’anno lancia un nuovo allarme: quello della crescita degli abusi sessuali che fanno registrare, percentualmente, un incremento del 17,7% nei primi sette mesi del 2003 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra i fattori di rischio menzionati dal rapporto vi e’ quello relativo allo stato dell’edilizia scolastica pubblica, dove, per esempio, sul piano della prevenzione degli incendi la situazione viene definita ”peggiore di quanto si possa immaginare”: la media nazionale delle scuole in possesso di certificazione idonea, infatti, e’ inferiore al 27%; in valore assoluto si tratta di 11.070 scuole, su oltre 41.000 edifici scolastici statali. Per quanto riguarda gli accessi, in quasi 9 scuole su 10 l’atrio di ingresso non dispone di standard di sicurezza adeguati; nel 91% dei casi non e’ previsto un accesso facilitato per disabili; nel 70% non esistono gradini antiscivolo; nel 36% e’ stata installata la chiusura antipanico, che rimane aperta solo nel 13% dei casi anche durante le attivita’ didattiche. Altro dato che preoccupa quello delle giovani vittime della strada. I dati del 2001 indicano che nella classe di eta’ dai 15 ai 24 anni sono state 1.224 le vittime, guidatori e passeggeri, con un’incidenza percentuale sul complesso del 18,5%. Sul piano della sicurezza in ambito domestico, inoltre, dovrebbe far riflettere il dato sui 300 minori fino a 14 anni che nel 2000 sono rimasti vittime di traumatismi e avvelenamenti, ossia di avvelenamenti accidentali, cadute accidentali, ingestione con soffocamento, ecc. A fronte di queste cifre, le istituzioni politiche e amministrative dovrebbero accelerare la produzione di strumenti normativi e regolamentari in grado di prevenire qualsiasi rischio di infortunio tra i minori, potenziando, in primo luogo, le condizioni di sicurezza dei bambini e degli adolescenti che frequentano la scuola pubblica. La rilevazione, inoltre, in relazione alla diffusione di modelli e di comportamenti a rischio, ha registrato tra i giovani tra i 12 e i 19 anni un elevato consumo di alcolici (il 26,1% li consuma ”spesso” e ben il 45,3% ”occasionalmente”) e superalcolici (con un uso frequente per il 12,7% e occasionale per il 30,5%). Per quanto riguarda l’assunzione di droghe, si rileva una discreta tendenza a consumare hashish e marijuana: usa spesso queste sostanze il 6,5% degli intervistati, piu’ raramente l’11,3%. Segue, con percentuali piu’ contenute, il consumo di cocaina, molto frequente per l’1,8% dei giovani e occasionale per il 2,8%, mentre l’eroina registra un grado di penetrazione minore. Il consumo delle droghe di sintesi tende ad affermarsi prevalentemente in contesti specifici, spesso legati alla vita notturna: ketamine, crystal ed ecstasy vengono utilizzate ”spesso” o ”occasionalmente” da oltre il 4% del campione. L’indagine ha evidenziato anche altri rilevanti nuclei di criticita’ sul piano della salute, come la reiterazione di modelli di alimentazione errati, tipici delle societa’ opulente occidentali: in Italia resta costante la percentuale (36%) di ragazzi tra i 6 ed i 17 anni in sovrappeso. E’ opportuno registrare la crescita quasi costante dei sofferenti di disturbi allergici, passati dal 6% del 1993 all’8,2% del 2001, da collegarsi in primo luogo a fattori ambientali come la presenza di smog e traffico. Sul piano sociale e dello sviluppo delle opportunita’ formative, occorre rilevare come non si sia ancora riusciti a contrastare la dispersione scolastica in diverse aree regionali del nostro Paese, un fenomeno strettamente correlato alla diffusione della manodopera minorile. In Italia, nel 2000, i minori di 15 anni impegnati in attivita’ lavorative risultavano 147.285, pari al 3,1% dei ragazzi di quella fascia d’eta’. L’incidenza dei minori lavoratori sulla popolazione minorile complessiva e’ strettamente correlata all’eta’: nella classe tra i 7 e i 10 anni e’ dello 0,5% e sale progressivamente fino ad arrivare all’11,6% tra i 14enni. Per quanto riguarda le vittime di abuso sessuale, le statistiche del 2003 registrano un dato preoccupante: dopo il picco nell’anno 2000 (700 vittime di abuso) e una generale diminuzione nel 2001 e nel 2002, il dato parziale relativo ai primi sette mesi del 2003 fa registrare un aumento del +17,7% rispetto allo stesso periodo del 2002. Di fronte a questo cumulo di problemi l’indagine sottolinea come il nostro paese dedichi appena lo 0,9% della ricchezza nazionale alle politiche familiari. Tutti gli altri Paesi dell’Unione spendono molto di piu’ per la famiglia, a partire dal Portogallo e dai Paesi Bassi che destinano l’1,2% del Pil alle politiche familiari.


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