Economia

I rifiuti dei torinesi? Adesso li arrestano

Sei detenuti e un inceneritore.In carcere

di Redazione

A Torino, dove manca un inceneritore, i rifiuti sanitari e ospedalieri hanno due destinazioni: vengono trasportati all?estero oppure scaricati in qualche discarica abusiva. Una questione non da poco, visto il grado di tossicità di alcuni prodotti. Dal 7 gennaio 2004, però, gli scarti di ospedali e case di cura finiranno dietro le sbarre del carcere delle Vallette, nelle fauci di Converter, un impianto di sterilizzazione in grado di trattare 616 tonnellate di rifiuti all?anno. Un?apparecchiatura del valore di 250mila euro (finanziati dal consorzio sociale Abele Lavoro, dalla Regione Piemonte e dalla Compagnia San Paolo) che darà lavoro a 6 detenuti della cooperativa sociale Arcobaleno, aderente al consorzio di don Luigi Ciotti, presieduto da Potito Ammirati. «Questo progetto, denominato Contact», spiega Ammirati, «è un esempio di sostenibilità a 360 gradi. Ambientale, perché assicuriamo uno smaltimento dei rifiuti ecocompatibile. Economico perché daremo vita a un?attività imprenditoriale vera. Sociale perché impiegheremo da subito 6 detenuti ex tossicodipendenti. Nel giro di 5 mesi, poi, con l?implementazione di un secondo Converter raddoppieremo il numero degli addetti». I quali, prima di essere assunti dalla cooperativa con uno stipendio di 820 euro al mese, usufruiranno per un anno di una borsa lavoro mensile di 400 euro. «Raggiungeremo il pareggio di bilancio in due anni», prevede Ammaniti. «Ci aspettiamo collaborazione dall?amministrazione carceraria che, pur prendendo tutte le precauzioni sulla sicurezza, dovrà gestire l?attività di scarico e carico dei rifiuti con rapidità in modo da non penalizzare i trasportatori dei nostri clienti».


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