Formazione

Ospedalità tra profit e non profit

E' il tema di una tavola rotonda che ha concluso, il 22 novembre scorso, la IV Conferenza Europea dell'Ospedale presso il Gemelli di Roma. La sfida del non profit nella sanit

di Benedetta Verrini

Equiparazione tra erogatori sanitari pubblici e privati in un sistema sanitario solidarista. Solidarietà e sussidiarietà come principi ispiratori delle trasformazioni nella sanità per il perseguimento del bene comune. L?istituzione di un tavolo di confronto delle istituzioni sanitarie cattoliche e delle realtà ecclesiali per creare sinergie in dialogo con le istituzioni pubbliche locali e nazionali: sono alcune delle proposte emerse dalla tavola rotonda “Ospedalità: servizio pubblico e privato; profit e no profit, realtà a confronto”, moderata dal prof. Luigi Campiglio, Pro-Rettore dell?Università Cattolica del Sacro Cuore, che il 22 novembre ha concluso la IV Conferenza Europea dell’Ospedale, promossa dal Centro Nazionale di Edilizia e Tecnica Ospedaliera (CNETO), Ministero della Salute e Università Cattolica e che ha avuto luogo presso il Policlinico Gemelli di Roma. “Il progresso scientifico e tecnologico della medicina, l’esigenza di fornire prestazioni sanitarie di alta qualità e di contenere i costi, le trasformazioni organizzative in senso aziendale – fattori che incidono sull’evoluzione della sanità e dei servizi ospedalieri in Italia e in Europa -, vanno collocati nel contesto della solidarietà e della sussidiarietà, due principi della dottrina sociale della Chiesa (e della sanità non profit di ispirazione cattolica) che devono fare da riferimento alle trasformazioni nella sanità”. Questa la preoccupazione espressa da Sua eccellenza Mons. Giuseppe Merisi, membro della Commissione Episcopale per il Servizio della Salute della CEI. ?La sussidiarietà e la solidarietà ? ha continuato il presule ? sono i principi per tendere al bene comune e all?umanizzazione nella sanità: nell?ospedalità, nella cura, nella riabilitazione?. “Due sono oggi le tendenze convergenti in atto nei paesi dell?Unione Europea come è stato confermato in questi giornate di confronto tra decisori, tecnici e docenti: la tendenza all?omogeneizzazione dei sistemi di finanziamento della sanità verso sistema di remunerazione a prestazione, come quello dei DRG nel tentativo di conciliare contenimento dei costi e qualità della cure; la seconda convergenza che si sta registrando anche nel nostro paese è data dalla progressiva caduta delle barriere tra erogatori pubblici ed erogatori privati dei servizi sanitari e ospedalieri: senza mai mettere in discussione il fondamento solidarista del nostro sistema sanitario. Il cittadino che si rivolge alla struttura ospedaliera cerca la qualità senza fare distinzioni tra pubblico e privato”, ha considerato Antonio Cicchetti, direttore del Policlinico Gemelli e Presidente del CNETO. “Nel Lazio, dove esiste una realtà articolata di strutture sanitarie e dove esistono eccellenti centri ospedalieri e servizi sanitari non profit, abbiamo programmato nel Piano Sanitario Regionale un?azione che sta portando a un equilibrio tra sanità pubblica e sanità privata abbattendo progressivamente gli steccati tra gli erogatori”, ha detto Marco Verzaschi, assessore alle Politiche sanitarie della Regione Lazio. “È questa la strada che stiamo percorrendo. A tal proposito va detto che entro fine anno attueremo il regolamento per la definizione dei criteri di accreditamento delle strutture sia ospedaliere che socio sanitarie, che sarà un passo importante per dare certezza di programmazione anche alle strutture private, profit e non profit che hanno bisogno di certezze finanziarie per poter bene operare”. “In Italia, fare profitto lavorando nel campo della sanità è scandaloso”, ha detto Emmanuel Miraglia, presidente dell’Associazione Italiana di Ospedalità Privata (AIOP), “ma per noi fare profitto vuol dire gestire con efficienza le strutture ospedaliere, offrendo servizi di qualità e rientrando nei limiti imposti dal bilancio. Negli anni ’80, con il concetto di convenzione, il settore privato veniva tollerato fintanto che serviva a colmare le lacune del servizio sanitario pubblico. Oggi, con il concetto di accreditamento, siamo passati ad una reale integrazione tra pubblico e privato, integrazione che però è stata attuata finora solo in alcune Regioni”. ?Il rapporto tra responsabilità pubblica e iniziativa libera, (espressione più corretta di ?privato?) riguarda tutti gli ambiti della realtà sociale – sanità, assistenza, scuola – con parità di diritti e di doveri?, ha proseguito Mons. Merisi. ?La realtà del non profit di ispirazione cattolica in sanità, che ha sempre come fine il bene comune, ha bisogno di un quadro normativo chiaro a livello regionale, nazionale ed europeo. A settembre la CEI ha espresso l?esigenza di garantire nel processo di devoluzione in sanità un cammino di federalismo solidale, prestando particolare attenzione ai bisogni delle regioni che dispongono di minori risorse?. “Il settore ospedaliero non profit è collocato a metà strada tra il pubblico e il privato. Condivide le finalità del pubblico, cioè soddisfare i bisogni del cittadino senza ottenere profitti economici, i costi del pubblico e il trattamento riservato al settore privato per quanto riguarda i finanziamenti e gli aspetti fiscali.”, ha affermato Violenzio Ziantoni, segretario generale dell’Associazione Religiosa Istitutzioni Socio-sanitarie (ARIS), “Stiamo vivendo un periodo difficile: l’integrazione tra pubblico e privato no profit, sancita dalla legge finanziaria del 2002, non è stata ancora attuata in molte Regioni. È necessario un tavolo di confronto tra gli operatori della sanità no profit e le autorità nazionali e regionali perché questo processo venga gestito in modo uniforme a livello nazionale. ?È questa anche la preoccupazione dei vescovi italiani ? ha sottolineata Mons. Merisi : di condividere il cammino delle istituzioni sanitarie cattoliche che svolgono la loro missione di evangelizzazione nella carità. Tale condivisione va attuata anche attraverso l?istituzione di un tavolo della sanità cattolica per avviare un confronto tra istituzioni sanitarie e realtà ecclesiali che favoriscano la stretta collaborazione e la ricerca di sinergie. L?obiettivo e l?impegno è di rilanciare queste istituzioni che sono al servizio del bene comune, che è lo scopo della società civile, favorendo anche il dialogo con le istituzioni politiche?.


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