Famiglia

Intervista a Marina Salomon.Bravi a comunicare, meno bravi a cambiare

Per l’imprenditrice veneta le organizzazioni non profit devono coordinarsi per spingere le imprese a essere socialmente responsabili

di Francesco Maggio

Sempre fuori dal coro? Sì, per fortuna. Pacata ma combattiva, competente ma dai modi semplici, Marina Salomon è un?imprenditrice ?appassionata? ai temi della responsabilità sociale d?impresa. E pur riconoscendo che nell?ultimo anno sono stati fatti alcuni passi avanti in proposito, non nasconde le sue perplessità circa l?intenzione delle aziende di fare del lavoro etico una questione centrale delle loro politiche industriali. E&F: Cos?è che non va? Marina Salomon: Io avverto fortissimo il rischio che le imprese gestiscano questo tema più come qualcosa che è importante comunicare bene piuttosto che come qualcosa che è importante fare bene. Ho visto magnifici bilanci sociali, realizzati con una veste grafica raffinatissima, in cui venivano enfatizzati tutti gli aspetti positivi della vita d?impresa. Ma io credo che le condizioni di lavoro stiano diventando sempre più dure, non tanto in senso fisico quanto in termini di produttività che ci si attende. Per non parlare poi delle produzioni decentrate dove i controlli sono davvero minimi. E&F: E cosa bisognerebbe fare? Salomon: Penso che si potrebbero ottenere dei risultati straordinari se le ong presenti nei vari Paesi in cui sono decentrate le produzioni, si coordinassero tra di loro e facessero pressione sulle imprese affinché vengano rispettati davvero i diritti dei lavoratori. è possibile che a quel punto le aziende siano ?spaventate? da un simile attivismo e corrano ai ripari. Se non si costruiscono esempi positivi, se non si mette in moto un circuito virtuoso, allora chissà per quanto altro tempo assisteremo a imprenditori che si ?pavoneggiano? per le cose belle che realizzano in Italia, nascondendo quello che accade all?estero nelle loro aziende. E&F: Sembra ardua la sua proposta? Salomon: Già, ma non vedo alternative. Le ong devono dapprima cercare il dialogo con gli imprenditori. Se poi il dialogo non produce risultati positivi, si passa all?azione di denuncia. E&F: E in Italia? Salomon: Da noi c?è bisogno di inventarsi nuove forme di lavoro che permettano, per esempio ai genitori, di essere vicini ai figli e non, invece, alienati dal lavoro. Se su questo si trova un accordo, riusciremo a creare normative innovative che vadano al di là dell?attuale riforma. Che non è malissimo, ma è certamente perfettibile. E&F:Ma le imprese sono, a suo avviso, intenzionate a percorrere questa strada? Salomon: Questa è una fase in cui c?è una certa paura a investire, i bilanci di molte aziende sono in difficoltà. Ormai, però, è noto a tutti che le risorse umane sono il fattore strategico più importante e se non si interviene su questo aspetto, qualcun altro te le porta via. E&F: Cosa si aspetta dal governo in occasione dell?evento di Venezia? Salomon: Sono moderatamente fiduciosa. Conosco abbastanza bene Roberto Maroni, conosco benissimo Maurizio Sacconi, davvero una brava persona. Sa entrare nel merito delle questioni senza pregiudizi, non si spaventa se c?è da tentare percorsi innovativi, sa dialogare bene con imprese e sindacati. So che Maroni si fida di lui e questa è una preziosa garanzia…


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