Non profit

Ci vuole un modello FalcK

Maroni presenta il progetto governativo sulla csr

di Francesco Maggio

Il tanto atteso D-Day è arrivato. Il 14 novembre, a Venezia, conosceremo finalmente il progetto governativo sulla responsabilità sociale d?impresa. Ne è passata di acqua sotto i ponti dal 13 dicembre dello scorso anno quando, in un affollatissimo convegno all?Università Bocconi, il ministro Maroni annunciò che la responsabilità sociale d?impresa sarebbe stata una delle priorità del semestre di presidenza italiana ed espose le linee guida del progetto cui avrebbe lavorato in vista dell?appuntamento di fine 2003: il doppio binario della corporate social responsibility (csr) e del social committment. Da quel giorno è successo di tutto. E di più. A un tratto, abbiamo scoperto che il nostro Paese era pieno di aziende che della csr avevano sempre fatto un punto d?onore della propria condotta d?impresa; che i professori competenti sulla materia affollavano le nostre università; che il sistema finanziario salutava con favore questa rinnovata domanda di etica d?impresa; che i centri studi erano super impegnati a indagare il fenomeno; che gli imprenditori sono «per definizione» etici in quanto creano ricchezza; che le agenzie di comunicazione capaci di veicolare efficacemente il fenomeno sono numerosissime; eccetera, eccetera. Insomma, il ministro Maroni ha lanciato l?amo e tutto il sistema ha ?abboccato?. Solo per il divertimento (sic!) che assistere a tale spettacolo ha procurato, bisognerebbe essere grati a Maroni. E poi perché conosciamo il suo reale interesse per la csr. Non di rado l?abbiamo visto ai convegni sul tema ai quali ha partecipato, prendere appunti, schivando abilmente lobbisti o presunti tali che in processione andavano a omaggiarlo. Ora, però, tocca a lei ministro, costringere tutti a fare sul serio. Il dibattito che si è sviluppato in questi mesi ha messo in evidenza i tanti volti che contraddistinguono la responsabilità sociale d?impresa: l?ambiente, il territorio, i diritti umani, il lavoro. Ciò di cui però quasi mai si è discusso è del ruolo che spetta oggi all?impresa nella società, della sua vera missione, per dirla con le parole del professor Gallino (vedi intervista a pag. 19). Una missione che, per esempio, la famiglia Falck e, in particolare Alberto, tragicamente scomparso proprio mentre stiamo scrivendo, avevano interpretato magistralmente come attenzione alle esigenze dei dipendenti creando a Sesto San Giovanni il ?Villaggio Falck?, un complesso residenziale per i dipendenti delle acciaierie di famiglia. Alcuni mesi fa il ministro Maroni ha dichiarato che «non possiamo permettere che le aziende si promuovano come socialmente responsabili quando non lo sono». Se nel suo progetto saprà indicare la strada per poter effettuare nettamente questa distinzione, gli saremo davvero grati.


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