Cultura

Iraq: caardinal Martino, terrorismo è piaga che non si cura con la guerra

'Il terrorismo e' una piaga che va estirpata con fermezza ma e' un imperativo per tutti capire le cause che stanno dietro a questa gente invasata''.

di Redazione

”Il terrorismo e’ una piaga che va estirpata con fermezza ma e’ un imperativo per tutti capire le cause che stanno dietro a questa gente invasata”. E, come insegnano i papi, ”con la guerra tutto e’ perduto”. Lo ha detto il card. Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, a margine del congresso della Pastorale per i migranti e rifugiati. Il cardinale, pur bollando il terrorismo come ”entita’ invisibile che si arroga il diritto di vendetta e rappresaglia”, ribadisce il no assoluto alla guerra e assicura che ”non e’ in corso uno scontro di civilta”’. Nessun accenno esplicito alla notizia di ieri secondo cui, in base ad una dichiarazione di Francesco Cossiga, egli avrebbe suggerito al Papa di evitare telegrammi di cordoglio ai governi turco e britannico per non dare l’idea di legittimare la guerra all’Iraq e condannare la causa arabo-islamico. Afferma di non voler ”proseguire polemiche”, ma la posizione in merito allo scenario internazionale e’ chiara e conferma, indirettamente, la preoccupazione di non far trapelare una virata nel giudizio sul conflitto in corso. ”Pio XII diceva che con la guerra tutto e’ perduto; senza la guerra e con il dialogo si puo’ guadagnare qualcosa. Questo dicono i Papi da sempre. E’ un dovere della comunita’ internazionale capire perche’ questa gente e’ invasata e si fa escludere . Puo’ essere fondamentalismo religioso ma ci sono anche altre cause che bisogna cercare”. ”Sono convinto – aggiunge – che non e’ in corso uno scontro di civilta’, anche se qualcuno vorrebbe farlo apparire come tale. Abbiamo visto tutti gli sforzi del Papa per evitarlo”. Quanto agli appelli contro l’antisemitismo che si moltiplicano in questi giorni da piu’ fronti, il porporato commenta:”L’antisemitismo e’ certo un pericolo ma non credo sia ancora cosi’ radicato come nell’anteguerra. Sono convinto che gli europei amino gli ebrei, posso dare testimonianza che si guarda a loro con stima e rispetto. Altra cosa sono le opzioni politiche di un governo che si possono piu’ o meno approvare. Come si puo’ criticare il governo di Bush o Berlusconi o Chirac, cosi’ si puo’ criticare il governo di Sharon senza essere antisemiti”, conclude.


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