Politica
“E ora, o le lobby o voi”
Intervista a Sandro Calvani rappresentante Onu in Asia
Sandro Calvani, rappresentante delle Nazioni Unite all?Ufficio per la droga e il crimine per l?Asia e il Pacifico saluta con soddisfazione la decisione del 13 agosto. «I codici di condotta come il Global Compact sono utili, ma ci vogliono anche sanzioni per sortire effetti importanti sulle imprese», dichiara. «Le aziende diventano più responsabili se sanno che, sbagliando, corrono il rischio di pagarla cara e i consumatori sono messi in grado di denunciare condotte contrarie ai diritti umani». Ma Calvani non nasconde le difficoltà che attendono l?approvazione definitiva delle norme. «Adesso si passa a una fase molto più operativa», afferma, «e il cammino è tutto in salita».
E&F: Quanto peserà, a suo avviso, l?azione di lobby delle multinazionali?
Sandro Calvani: È difficile fare una previsione. Purtroppo abbiamo avuto esperienze molto negative che hanno coartato la volontà dei governi. In altre circostanze invece, come per esempio nel caso della Convenzione contro il tabacco, le multinazionali non ce l?hanno fatta ed è prevalso un orientamento che mette al primo posto la tutela della salute. Gli esiti spesso dipendono dal grado di mobilitazione della società civile nei diversi Paesi e da quanto i governi che sono dentro la commissione decidono di dialogare con le lobby.
E&F: Le norme approvate dall?Onu hanno ricevuto il plauso unanime di tutte le ong che si erano mobilitate. Come interpreta questo dato?
Calvani: Sono molti gli uomini delle Nazioni Unite che valutano in modo molto positivo il consenso che la società civile riesce a costruire. Le tre parole fondamentali dell?articolo 1 della Carta dei diritti recita «Noi, i popoli delle nazioni unite?.». L?espressione «Noi popoli» non vuol dire solo governi, democrazie, parlamenti. La società civile è una componente essenziale dei popoli, viva, competente, non di rado con delle buone pratiche. Ciò porta le Nazioni Unite ad essere vicine ai popoli e a tutti gli spazi che l?Onu riserva alla società civile vanno nella direzione di una democrazia associativa più efficace e di una globalizzazione più democratica. O, perlomeno, di democrazie più globalizzate.
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