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Se la privacy chiude la porta al non profit

Dal 31 dicembre debutterà il nuovo Codice in materia di protezione dei dati personali. Il nuovo documento sta sollevando preoccupazioni tra le associazioni del Terzo Settore.

di Benedetta Verrini

Dal 31 dicembre prossimo, la legge 675 del 1996 sulla privacy va in pensione e debutta il nuovo Codice in materia di protezione dei dati personali, contenuto nel decreto legislativo n. 196 del 30 giugno 2003. Il corposo documento, composto da 186 articoli, sta sollevando non poche preoccupazioni nel mondo delle organizzazioni non profit che basano buona parte delle attività di sensibilizzazione e di raccolta fondi sulla comunicazione diretta con utenti privati. I nuovi vincoli imposti dal Codice rischiano di complicare enormemente queste attività. Vita ha raccolto la posizione di Aidim-Associazione italiana direct marketing (cui aderiscono molte realtà del non profit) e di Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d?Oro. Approvato dal Consiglio dei ministri il 27 giugno scorso e denominato Codice della privacy (in G.U. 29 luglio 2003, n. 174), il nuovo provvedimento, in vigore dal prossimo 1° gennaio 2004, desta preoccupazione nel mondo del non profit e delle realtà che fanno direct marketing. I motivi? Introduce un pesante irrigidimento degli strumenti per contattare il pubblico per fare pubblicità ?mirata?, fidelizzazione o mailing per l?annuncio di particolari campagne o attività. Non sarà più possibile utilizzare le liste elettorali per fare marketing diretto e, molto probabilmente, nemmeno gli elenchi telefonici. Per contattare nuovi possibili sostenitori (o consumatori, nel caso del settore profit) sarà necessario chiedere un consenso preventivo, documentarlo per iscritto e spiegare come i dati verranno utilizzati (cosa difficile da preventivare sulla lunga scadenza). Insomma, la nuova procedura imporrà un primo contatto solo per sapere se potenzialmente si è interessati a ricevere ulteriori comunicazioni e se si è disposti a dare un?autorizzazione preventiva al trattamento dei dati. «Per noi la comunicazione è vitale»,commenta Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d?Oro, «consente di svolgere attività di sensibilizzazione sui settori di cui ci occupiamo e di fare raccolta fondi». Per molte piccole e medie realtà del sociale, i canali telefono-posta-mailing elettronico sono gli unici accessibili sul fronte finanziario, visto che i costi pubblicitari sui media più tradizionali sono esorbitanti. «Trovo davvero preoccupante che in una codificazione come questa non si sia tenuto conto della nostra realtà», prosegue Bartoli. Il provvedimento riunisce in unico contesto la legge 675/1996 e gli altri decreti legislativi, regolamenti e codici deontologici che si sono succeduti in questi anni, e contiene anche la giurisprudenza del Garante e della direttiva Ue 2000/58 sulla riservatezza nelle comunicazioni elettroniche. «Così come è impostata, la nuova normativa non protegge il cittadino, che finirà per essere disturbato da moltissima posta generica e volantini», spiega Mirko Planta, consigliere delegato di Aidim, «e non protegge nemmeno le imprese e le realtà del non profit, sobbarcandole di oneri eccessivi». Aidim sta lavorando alla redazione di un Codice di deontologia e di buona condotta (coerente con il codice Fedma, analogo coordinamento transnazionale, già approvato in sede europea) che dovrà essere sottoposto al vaglio di conformità del Garante della privacy. Tale ?autodisciplina? dovrebbe inserirsi nel quadro giuridico del Codice della privacy, stabilendo i criteri di legittimità per l?uso di dati a scopo di direct marketing. «Oltre ad essere un importante strumento giuridico, consente di creare un clima di fiducia con i consumatori», rileva l?avvocato Marco Maglio, consigliere delegato di Aidim per le relazioni istituzionali. «In esso», aggiunge Planta, «intendiamo inserire anche un articolo dedicato al non profit. Per stabilire che chi tratta dati per finalità ?sociali? ha diritto a un?applicazione della disciplina meno stringente rispetto a chi fa attività di direct marketing per fini commerciali». Un importante passo avanti anche perché, in mancanza, «rischiamo di fare un passo indietro di vent?anni», avverte Bartoli. «Dovendo ricorrere a strumenti di comunicazione molto più ?vecchi? e molto meno efficaci, come le affissioni, il volantinaggio e soprattutto le lettere circolari, senza intestazione e a destinatari indifferenziati». Coordinate, attori e scadenze Provvedimento – Il «codice» della privacy è contenuto nel dlgs 30 giugno 2003 n. 196, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 29 luglio 2003, n. 174. Sostituisce la «famosa» legge n. 675/96 Scadenze – Entrerà in vigore quasi integralmente il 1° gennaio 2004 Chi deve adeguarsi – Tutti coloro che trattano dati personali: aziende, professionisti, cooperative, associazioni, pubblica amministrazione, scuole,comuni, ospedali, enti pubblici ecc. (ovvero chiunque tratti dati personali di clienti, cittadini, dipendenti, fornitori, utenti, pazienti, colleghi, soci, associati ecc.)


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