Cultura
“Il tipico? Incompatibile con gli ogm”. Io sto con i contadini
Governo. Parla Gianni Alemanno. "La destra deve esprimere la propria iniziativa sociale e popolare".
Leader prima solo ?giovane? e ormai ?riconosciuto? della Destra sociale dentro An (specialmente da quando la stella di Francesco Storace si è parecchio appannata, dentro il partito, anche a destra), classe 1958, teoricamente ?imprenditore? di professione, sposato con Isabella Rauti, figlia dello storico leader della Fiamma tricolore (due figli), Gianni Alemanno non è più enfant prodige anche se il 4 novembre ha anche conseguito la laurea (in Ingegneria, voto 106/110. ).
L?attuale ministro all?Agricoltura siede in Parlamento dal 1994, ha diretto il Dipartimento per le politiche del volontariato di An, e pur senza aver stappato bottiglie di champagne per la ?svolta di Fiuggi? di Fini oggi è uno dei volti più noti, oltre che più ?presentabili?, dentro An, a tal punto che annovera diversi amici e molta stima, a sinistra. Da Cancun, dove è andato con il coltello tra i denti a difendere l?agricoltura e i prodotti italiani proprio come ha fatto contro gli ogm, i giornalisti hanno riferito una scenetta che la dice lunga, sul personaggio: Alemanno era andato a rendere omaggio al contadino coreano suicidatosi sull?altare della lotta al Wto. I contadini italiani lo hanno accolto a braccia aperte, conoscendolo e stimandolo da tempo, quelli coreani meno e stavano per ?caricare? la delegazione. Alemanno non si è scomposto e la sua corona di fiori l?ha deposta uguale. Funzionari e scorta al suo fianco molto meno. Del resto, uno che negli anni Settanta affrontava ?i rossi? sapeva bene che, di fronte ai pericoli, chi ci crede davvero, nei principi, non scappa, lotta. Vita ha pensato di andarlo a sentire, l?ingegner Alemanno Gianni, ministro.
Vita: Ministro, ma sono davvero così buoni i suoi rapporti con i contadini?
Gianni Alemanno: È importante confrontarsi con i movimenti che oggi vengono definiti come ?dei contadini?, ma che in realtà hanno al loro interno identità e culture diverse. Con questi movimenti ci sono diversità di linguaggio ed è comprensibile da parte loro un approccio ?antagonista?, ma vi è la comune percezione di dover difendere il mondo rurale dall?eccessiva omologazione e industrializzazione. I no global che hanno contestato il vertice di Cancun hanno proposte che presentano molti punti di contatto con il modello agricolo europeo, basato sulla multifunzionalità, sul rapporto con l?ambiente, la sicurezza e la sovranità alimentare e la difesa delle piccole imprese agricole. Ho proposto al Coordinamento contadino europeo di elaborare un documento da presentare al Consiglio agricolo europeo nella sessione di novembre in maniera che si possa aprire un dibattito senza equivoci sul futuro dell?agricoltura europea e mondiale.
Vita: Che cosa ha insegnato Cancun?
Alemanno: Che oggi è fondamentale far ripartire il dialogo con i Pvs, senza rinunciare alla propria agricoltura e aumentando lo scambio culturale, in quanto abbiamo constatato, proprio a Cancun, che questi Paesi conoscono molto poco non solo la riforma della politica agricola europea (Pac) ma anche il modello multifunzionale della nostra agricoltura e il significato delle diverse denominazioni geografiche.
Vita: Osservatori vicini all?opposizione le riconoscono una linea coraggiosa e di netta contrarietà all?introduzione delle colture ogm in agricoltura.
Alemanno: La produzione italiana tipica e di qualità non è compatibile con le colture ogm. La normativa comunitaria sulla tracciabilità e sull?etichettatura garantisce l?autonomia e la libertà di scelta dei consumatori e degli agricoltori che, entro la fine del semestre di presidenza italiana, sono sicuro saranno maggiormente tutelati nei riguardi del problema della contaminazione tra aree ogm e ogm free. Quanto alle Regioni, la Cdl ha finora assunto un atteggiamento in linea con quello del ministero.
Vita: Sul punto ci permetta di dubitare, signor ministro. Ma per lei, esiste davvero ?un?anima sociale?, nella Cdl, e non solo dentro An o l?Udc?
Alemanno: In questa fase alla guida del Paese, An e il presidente Fini si sono spesi per un ruolo di mediazione tra le diverse forze all?interno della maggioranza. Ora, alla vigilia dell?auspicata fase due del governo Berlusconi, però, la destra deve saper esprimere la propria iniziativa sociale e popolare. Perché le riforme possano davvero incidere sul sistema Paese infatti non possono essere fatte soltanto a colpi di maggioranza ma devono essere supportate dalla più ampia condivisione da parte delle forze sociali. Sulla base di questa impostazione, che condividiamo con l?Udc, è nato ?Laboratorio Italia?, il pensatoio politico in cui, insieme a Buttiglione, ho cercato di coinvolgere il maggior numero di rappresentanti dei corpi intermedi. L?obiettivo è individuare linee guida in grado di contribuire alla politica riformista del governo.
Vita: Tra la proposta di Fini sul voto agli immigrati e quella Mussolini sulle coppie di fatto non è che la Destra sociale finisce per perdere di ruolo?
Alemanno: Il ruolo che An vuole continuare ad avere, rafforzandolo, è quello di essere ?cinghia di trasmissione? tra Paese che soffre e governo. An deve essere un punto in cui si ritrova la base popolare che ha portato il centrodestra a governare.
Vita: Ministro, tra pensioni e immigrati, rischiate la crisi di governo ad ogni passo, con la Lega, Tremonti e lo stesso Berlusconi?
Alemanno: Riguardo alla riforma del sistema pensionistico, ritengo che prima bisogna rivedere i conti della Ragioneria dello Stato e poi andare al confronto con le parti sociali. Con Maroni parlo. Nel governo non c?è contrasto. Dobbiamo solo orientare l?iter parlamentare della riforma delle pensioni e il confronto, e su questa nuova base rilanciare il dialogo con le parti sociali. Per quanto riguarda la proposta Fini sul voto agli immigrati, serve un passo ulteriore, cioè abolire le quote d?immigrazione che impediscono al mercato di richiedere liberamente forza lavoro e pongono al governo il problema delle regolarizzazioni. E anche se la proposta di legge Fini non contempla una ipotesi simile è anche vero che è sempre più forte il fronte di chi vuole rimuovere un meccanismo che strozza le imprese che vorrebbero assumere all?estero ma non possono farlo. Sul punto, concordo con Tabacci: per il settore agricolo sono un vero flagello. E vanno abolite.
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