Legalità

Riuso sociale dei beni confiscati, Legacoop pronta a fare di più

L’intervento del presidente Simone Gamberini, in occasione del Seminario “Raccontiamo il bene - Per un rinnovato impegno sui beni confiscati alle mafie” organizzato da Libera in occasione della 29esima Giornata Nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

di Redazione

«Siamo disponibili ed interessati a fare di più sul terreno dei beni confiscati alle mafie, convinti che il ruolo sociale della cooperazione può e deve declinarsi anche in questo ambito. È necessario inaugurare una fase di dialogo con i diversi enti coinvolti, per trovare soluzioni comuni, superare diffidenze e affrontare insieme le criticità. Un dialogo che può contribuire ad aumentare il numero dei beni gestiti, a offrire soluzioni nelle fasi transitorie, sempre nel pieno rispetto delle finalità risarcitorie alla base dell’idea di riuso sociale dei beni confiscati, e del principio di trasparenza e pari opportunità, che il codice antimafia richiama chiaramente».

A dirlo è Simone Gamberini, presidente di Legacoop, in occasione del seminario Raccontiamo il bene – Per un rinnovato impegno sui beni confiscati alle mafie”, organizzato da Libera nell’ambito della XXIX Giornata Nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

L’agenzia “Cooperare con Libera Terra”


Gamberini ha ricordato che «sin dai primi anni, il sistema Legacoop ha deciso di cogliere la sfida e la responsabilità di dare il proprio contributo affinché i beni confiscati potessero avere una nuova vita, per creare occasioni di lavoro e di economia sociale contribuendo così a dare segnali concreti ai territori. Abbiamo costituito anche l’Agenzia “Cooperare con Libera Terra”, che raccoglie esperienze e competenze del mondo cooperativo di Legacoop da mettere a sostegno dei cooperatori di Libera Terra. Dalle 9 cooperative iniziali di Libera Terra ne sono poi sorte più di 200: cooperative di lavoro e sociali, che hanno giocato un ruolo essenziale nell’avviare percorsi di cambiamento culturale nei territori in cui operano, dando dignità al lavoro e valorizzando le risorse territoriali».

Il presidente di Legacoop ha sottolineato che alcune cooperative hanno provato ad andare oltre il loro ruolo di gestori dei beni, con un approccio propositivo e disponibile verso gli enti preposti, dando disponibilità a gestire i beni in fase di sequestro e in fasi transitorie, e ad acquistare beni mobili o aziendali dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

«Purtroppo tali disponibilità, che contribuirebbero a dare soluzioni più efficaci al tema del riuso dei beni, non sempre sono state raccolte. Noi siamo convinti che ci sia un obiettivo unico e comune:» ha concluso Gamberini «difendere lo strumento del riuso sociale con i fatti e le esperienze concrete. Per questo ribadiamo la nostra volontà di continuare a dare il nostro apporto, anche stimolando ulteriormente le cooperative a mettersi in gioco su questo e lavorando dal punto di vista culturale in questa direzione».

In apertura photo by Sitraka on Unsplash

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.