Volontariato

Maroni presenta la sua proposta per la responsabilità sociale d’impresa

Aperta questa mattina a Venezia la terza conferenza europea sul tema delal Csr

di Francesco Maggio

”Il governo italiano e’ convinto che lo sviluppo e la diffusione della cultura della ‘corporate social responsibility’, ossia della responsabilita’ sociale delle imprese, sia non un costo ma un fattore di competitivita”’: cosi’ il ministro del Welfare Roberto Maroni ha aperto oggi a Venezia la terza conferenza europea sul tema ”Il ruolo delle politiche pubbliche nella promozione della Csr”, alla quale partecipano, oltre al commissario europeo Mario Monti, 300 delegati, tra esperti e rappresentanti delle istituzioni e dei governi, delle organizzazioni non governative (ong), dei sindacati e delle imprese, di tutti gli Stati membri, e per la prima volta, anche dei Paesi che nel 2004 entreranno a far parte della Ue. La proposta italiana, sulla quale Maroni ha annunciato ”un confronto con le parti sociali a partire dalla prossima settimana”, si basa su ”un approccio volontario alla corporate social responsability’ (csr)” e ha ”l’obiettivo principale di promuovere una cultura della responsabilita’ all’interno del sistema industriale e di accrescere il grado di consapevolezza delle imprese sulle tematiche sociali, ambientali e della sostenibilita”’. Il governo italiano punta a ”garantire una maggiore chiarezza e trasparenza nella comunicazione aziendale sulle iniziative realizzate in ambito di csr, a tutela e vantaggio dei consumatori e dei cittadini”. In particolare la proposta italiana mira a creare ”un quadro di riferimento comune, un modello, una griglia di lettura che permetta a chi e’ interessato (decisori aziendali, lavoratori, comunita’ finanziarie, fornitori, clienti, banche, soggetti pubblici, comunita’) di valutare in maniera completa, corretta e consapevole le performance aziendali”. Per questo sono stati definiti vari indicatori e individuate tre fasce (piccole aziende con meno di 50 dipendenti; medie (tra 50 e 250) e grandi imprese (oltre 250); e infine le imprese quotate. Le imprese, vero motore del sistema, avranno cosi’ delle linee guida per l’autovalutazione interna e la compilazione dei vari progetti, che dovranno poi essere valutati e validati dal Csr forum. Se l’impresa decide, sempre su base volontaria, di andare oltre il livello Csr e partecipare in maniera attiva alle priorita’ di intervento sociale, potra’ finanziare un apposito fondo che, costituito nell’ambito del bilancio dello Stato, supportera’ i progetti nelle priorita’ contenute nel piano di azione nazionale e individuate dalla conferenza unificata (composta da membri delle due conferenze permanenti, Stato-Regioni, Stato.citta’) e dalla Ong. Il ruolo del ministero sara’, in particolare, quello di promuovere una cultura della Csr tra le imprese, soprattutto le Pmi che, come ha sottolineato Maroni, ”costituiscono una componente fondamentale del tessuto industriale nazionale”. Inoltre il ministero individuera’ i soggetti autorizzati a gestire i progetti nel sociale, definira’ gli interventi di ”moral suasion” e anche il sistema premiale per le imprese che sosterranno il fondo Csr. Un intervento di promozione che, ha avvertito Monti, non dovra’ sconfinare in aiuti finanziari che possano creare problemi di concorrenza e di mercato.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA