Famiglia

Volontariato: più associazioni meno volontari

Nel settore si impegnano quasi 5 milioni di cittadini, le organizzazioni sono 26.400. Nuova elaborazione dati di Fivol

di Redazione

Quasi 5 milioni di italiani ruotano intorno al mondo del volontariato. Ma, di questi, solo 550 mila sono i volontari attivi, altri 400 mila sono saltuari e quasi due milioni e mezzo i soci o iscritti alle associazioni, che pero’ non praticano. A questi si devono aggiungere 1 milione 400 mila donatori di sangue, 12 mila obiettori di coscienza, 6 mila religiosi. Oltre ai lavoratori veri e propri del settore, cioe’ le persone direttamente o indirettamente retribuite. Un’associazione su cinque, infatti, ha personale remunerato. I dipendenti sono 12 mila (di cui 3.500 part-time), i collaboratori 10.900, i consulenti occasionali 9.200, mentre coloro che ricevono un rimborso spese 11.500. Questo l’universo stimato dalla Fivol (Fondazione italiana per il volontariato) nelle 26.400 organizzazioni che domani saranno rappresentate agli Stati generali del volontariato, convocati a Roma. Ma se il numero di associazioni e’ in crescita (+14% tra il 1997 e il 2000) non si puo’ dire altrettanto dei volontari che prestano assiduamente la loro opera al servizio degli altri, in media 21 per ogni organismo. Il 38% dei volontari attivi ha tra i 45 e i 65 anni, mentre i giovani sotto i 30 prevalgono solo nell’8,3% dei casi. Le donne superano di poco la meta’ (50,8%) e ricoprono ruoli di responsabilita’ in 3 organizzazioni su 10. Inoltre, il 53,3% delle associazioni e’ concentrato al Nord, anche se la presenza nel Mezzogiorno risulta in crescita (+22,3% tra il 1996 e il 2000). La meta’ circa delle associazioni nasce per iniziativa di gruppi di cittadini, mentre diminuisce la caratterizzazione religiosa, che contraddistingue il 28,5% delle organizzazioni. Quasi tutte le organizzazioni operano in maniera continuata, il 63% con un orario di apertura al pubblico. La maggioranza ha un regolamento interno, organi di governo ed e’ registrata con atto pubblico. Per quanto riguarda i settori di intervento, il 62% e’ dedito ad attivita’ socio-assistenziali e sanitarie. L’83,6% dichiara di avere collaborazioni con enti o servizi pubblici e cresce la tendenza a fare rete con altri organismi presenti nel territorio. Le fonti di finanziamento sono per il 48% i contributi, per il 35% i corrispettivi di servizi resi dai volontari, per l’8% entrate per progetti finanziati. La mappa del mondo del volontariato sociale e’ fotografata nella 3° rilevazione nazionale realizzata dalla F.I.Vol. per aggiornare la Banca dati delle organizzazioni, iscritte e non iscritte ai Registri. La ricerca, condotta regione per regione dalla Fondazione italiana per il Volontariato, ha censito 26.235 OdV operative ‘sul campo’, di cui circa la meta’ sono state esaminate attraverso un questionario. La mappa che ne e’ emersa conferma lo squilibrio nella distribuzione geografica delle organizzazioni a vantaggio del Nord (6.3 OdV per 10 mila abitanti), rispetto al Centro (4.6) e al Sud (2.9), dove pero’ tra ’96 e il 2000 sono aumentate piu’ che nel resto del Paese. Ma alla crescita generale del numero delle organizzazioni registrata negli ultimi quattro anni, pari al 14,2%, fa da contraltare la forte riduzione del numero dei volontari che e’ drasticamente sceso, passando dal 34% al 22%. Le associazioni di volontariato sono per lo piu’ piccoli gruppi di persone che nella maggioranza dei casi superano i 20 operatori e a diminuire in maniera consistente sono quelle composte dai soli volontari ‘puri’ (dal 34% del 1997 al 21% del 2000), in ragione di due fenomeni correlati: la crescita di organismi di tipo associativo e mutualistico e di quelli semiprofessionali, con la presenza, appunto, di operatori retribuiti accanto ai volontari ‘doc’. La stima dei volontari puri e semplici attivi nelle 26.235 OdV sfiora il milione (950.000), di cui oltre la meta’ (58%) sono impegnati con continuita’, mentre gli ‘stipendiati’ si aggirano sui 35.000. Ma qual e’ l’ identikit del volontario? Si tratta piu’ che altro di uomini e donne – nella stessa misura – che hanno fra i 46 e i 65 anni (38,4%), mentre i giovani sono poco piu’ dell’ 8%. Rispetto alla matrice di appartenenza, le organizzazioni di ispirazione religiosa sono scese al 28,7% del campione, mentre quelle di origine ‘aconfessionale’ sono attestate al 27,3% e ben il 44% dichiara di non avere ”nessuna matrice esplicita”: i volontari vi aderiscono indipendentemente dalle singole appartenenze originarie, ma semplicemente perche’ si riconoscono nelle finalita’ dell’ associazione. L’ indagine conferma che le OdV sono impegnate prevalentemente nel campo delle attivita’ socio-assistenziali e sanitarie (62%), ma anche in questo caso e’ una presenza in diminuzione (-7% rispetto al ’97), a vantaggio di altri settori di intervento come la protezione civile, l’ educazione, la tutela dei beni culturali e ambientali, la promozione ricreativa e sportiva. Cresce anche la tendenza a fare rete, a collegarsi sul territorio in coordinamenti o consulte e a collaborare su progetti comuni.


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