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Monopolio globale: 2003: aiuti allo sviluppo mai così in basso

Giochi e numeri che non quadrano.

di Sandro Calvani

Tutti scontenti dell?annata i leader mondiali della lotta alla povertà. James Wolfensohn, presidente della Banca mondiale, Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite e Mark Malloch Brown, amministratore del programma dell?Onu per lo Sviluppo (Undp) sono tutti d?accordo che peggio di così non poteva andare. Nel 2002 sono stati spesi nel mondo 800 miliardi di dollari per i bilanci di guerra contro circa 56 miliardi in aiuti allo sviluppo dei Paesi poveri. Dei 19 miliardi di dollari di aiuti all?Africa l?anno scorso l?Ue ne ha versato il 42%, gli Usa il 12%. 56 miliardi di dollari è anche il totale che la Banca mondiale stima si debba spendere per ricostruire l?Iraq, tanto quanto l?anno prima il mondo ha ?regalato? ai Paesi poveri e il triplo di quanto destinato a 500 milioni di africani. In ottobre, la Conferenza internazionale dei Paesi donatori ha promesso 33 miliardi all?Iraq, il doppio di quanto l?anno prima è andato a tutta l?Asia, cioè a oltre un miliardo di persone sotto i livelli minimi di povertà. Se le promesse saranno mantenute, agli iracheni andranno circa 1.300 dollari pro capite, al resto dell?Asia circa 5 dollari pro capite l?anno. Alcune grandi agenzie di aiuto allo sviluppo hanno anche detto che il capitolo Iraq non aumenterà il loro totale della solidarietà al Sud del mondo: una frase elegante per dire che tireranno la cinghia sui fondi per altri Paesi poveri. Kofi Annan ripete che le vere armi di distruzione di massa sono l?Aids e le altre malattie. Il Fondo globale contro l?Aids, la malaria e la tubercolosi ha raccolto 4,8 miliardi di dollari da quando fu fondato tre anni fa, ne ha assegnati 2 miliardi a 73 Paesi, e ha sborsato 143 milioni di dollari. Ma che i più ricchi aiutino poco o pochissimo i più poveri è ormai solo un eufemismo diplomatico. In realtà, da sei anni i flussi di denaro vanno nell?altro verso. Gli immigrati dai Paesi poveri l?anno scorso hanno mandato a casa, togliendoli dal proprio basso reddito, circa 80 miliardi di dollari, ben di più di tutto l?aiuto allo sviluppo dai Paesi ricchi. Il flusso totale dai Paesi poveri verso i Paesi ricchi l?anno scorso ha raggiunto la cifra record di 200 miliardi di dollari. “È una sfida al buon senso”, ha commentato Kofi Annan, osservando che l?aiuto allo sviluppo è ormai un ben consolidato aiuto dei Paesi poveri all?arricchimento dei Paesi ricchi. “C?è una contraddizione tra la destinazione delle risorse e le aspettative dello sviluppo e della lotta alla povertà”, ha detto Wolfensohn all?Onu alla fine di ottobre. “Money talks”, dice invece la massima più nota della Borsa di Wall Street. Cioè il denaro parla chiaro, comanda e non mente. Il resto sembra ormai più simile alle bugie che alle chiacchiere.

Sandro Calvani è un dirigente delle Nazioni Unite. Vive e lavora a Bangkok, Thailandia. Le opinioni qui espresse non rappresentano necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite


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