Welfare

Lavoro: 2 milioni di morti all’anno

Le cause dei decessi: esposizione ad agenti tossici e infortuni

di Redazione

Ogni anno nel mondo ci sono 2 milioni di morti sul lavoro, per esposizione ad agenti tossici o per infortuni. E’ quanto riferito da Mary Fingerhut, coordinatrice dei Centri di Collaborazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS), durante la giornata che segna l’ingresso dell’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL) nella Rete dei Centri di Collaborazione dell’OMS. Gli ultimi dati dell’Oms riferiti ad un report del 2002, ha ricordato l’esperta, rilevano che c’e’ un fattore di rischio del 37% per la comparsa di mal di schiena in seguito ad attivita’ lavorative, del 16% per la perdita parziale o totale dell’udito, del 13% per malattie a carico del sistema respiratorio, dell’11% per l’asma, del 10% di infortuni, del 9% per l’insorgenza di tumore ai polmoni, infine del 2% per la comparsa di leucemie. ”I paesi sviluppati hanno gli strumenti per prevenire questo tipo di problematiche – ha detto la Fingerhut – ma c’e’ bisogno di una profonda coesione tra tutti gli organismi istituzionali che sono coinvolti in questo ambito”. Della stessa opinione e’ Antonio Moccaldi, presidente dell’ISPESL, che ha ribadito come proprio questo bisogno di cooperazione internazionale abbia stimolato il crescente impegno dell’istituto in collaborazioni scientifiche internazionali, che poi ha segnato l’inserimento dell’ISPESL nella Rete dell’OMS. Tale ruolo, ha aggiunto, comporta l’assunzione di delicate responsabilita’ e di importanti collaborazioni che porteranno un contributo sostanziale sia a livello dell’Italia, sia in ambito internazionale. L’ISPESL cooperera’ con le strutture locali, regionali e centrali dell’OMS, ha spiegato, per la realizzazione degli obiettivi dell’Organizzazione stessa. Cerchera’ non solo di acquisire nuove conoscenze sul tema della salute dei lavoratori ma anche di diffonderle in modo da incrementare la quota di persone raggiunte da queste informazioni. Infatti si calcola che poco meno del 50% delle persone in Europa abbiano accesso ai dati sulla sicurezza per la salute in ambito lavorativo, quota non distribuita pero’ in maniera omogenea sul territorio, ma piu’ alta nel Nord Europa. Infine ulteriori sforzi saranno tesi al miglioramento delle condizioni in ambito lavorativo nei paesi in via di sviluppo.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA