Formazione

Ogm: 10 regioni Ue chiedono libertà di scelta

Una rete di regioni europee che continueranno a dire no agli ogm, sfidando apertamente le istituzioni comunitarie. A tenerla a battesimo, oggi a Bruxelles è stata la Toscana

di Paolo Manzo

Una rete di regioni europee che continueranno a dire no agli Organismi Geneticamente Modificati (Ogm), sfidando apertamente le istituzioni comunitarie. A tenerla a battesimo, oggi a Bruxelles e’ stata proprio la Toscana, con l’assessore all’agricoltura Tito Barbini e il suo collega dell’Alta Austria, l’altra regione promotrice dell’iniziativa, nel quadro della giornata dedicata alla ”Coesistenza tra colture geneticamente modificate, convenzionali e biologiche”. Con le due pioniere europee nella lotta contro il biotech imposto dall’alto, hanno firmato un protocollo d’intesa anche le Marche, l’Aquitania e il Limousin (Francia), la regione di Salisburgo (Austria), il land tedesco Schleswig-Holstein, la Tracia-Rodopi (Grecia), e il Galles (Regno Unito). Un protocollo che segna la nascita del primo movimento regionale anti-Ogm, formalizzando la richiesta di potersi autodefinire Regioni Ogm Free, cioe’ libere da Ogm in tutto o in ampie parti del territorio, ”senza che tali decisioni – si legge in una nota congiunta della Toscana e dell’Alta Austria – vengano considerate come infrazione al principio della libera circolazione delle merci”. Alle istituzioni comunitarie ed in primis all’Europarlamento dove l’assessore toscano all’agricoltura e’ intervenuto nel pomeriggio, le dieci Regioni chiedono il diritto di potere lasciare il biotech fuori dalla porta, ma anche la definizione di un quadro normativo che eviti qualsiasi distorsione della concorrenza, che precisi chiaramente le responsabilita’ di chi contamina, e che introduca la tolleranza zero per gli Ogm nel caso delle sementi destinate alle produzioni convenzionali o biologiche. Punti sui quali, sottolinea Barbini, le regioni sono sempre state molto sensibili. Infatti, ”l’intesa di oggi non e’ stata raggiunta sulla base di posizioni di principio o ideologiche, ma e’ stata dettata soprattutto da ragioni ambientali e economiche scaturite anche dalla volonta’ di tenere aperto un dibattito trasparente con i cittadini e gli agricoltori oltre che con le istituzioni comunitarie”. Le regioni firmatarie hanno gia’ una loro storia di politiche per la promozione della qualita’, la salvaguardia dell’ambiente e la difesa del consumatore. Politiche che, a detta di Barbini, non possono essere rimesse in discussione dall’Europa. Le modalita’ di applicazione della Direttiva 2001/18 che impone l’etichettatura e la tracciabilita’ per gli alimenti che contengono Ogm al di sopra dello 0,9% e soprattutto la tolleranza dell’Unione nel caso di presenza accidentale di Ogm nelle sementi compresa tra lo 0,3% e lo 0,7%, mettono a rischio l’immagine toscana oltre che il futuro della sua agricoltura. Ed e’ per questo che ”assumeremo tutte le iniziative necessarie per potere dichiarare il nostro territorio libero da Ogm – ha annunciato Barbieri, precisando che a tal fine ”tutte le strade sono percorribili, incluso quella dell’Alta Austria”. In virtu’ dell’art. 95 del Trattato che permette agli Stati membri una deroga alla disciplina comunitaria in casi particolari, Vienna aveva richiesto alla Commissione, sulla base di un rapporto scientifico, di potere vietare per tre anni l’impiego di Ogm in questo Land. Una richiesta che la Commissione ha sonoramente bocciato lo scorso luglio, perche’ insufficientemente motivata. Ma contro questa decisione, ha annunciato oggi il Ministro all’Agricoltura dell’Alta Austria Josef Stockinger, e’ gia’ pronto il ricorso alla Corte Europea di Giustizia. Anche la Toscana, la prima regione europea ad approvare nel 2000 una legge che vieta l’importazione e la coltivazione di Ogm, ”andra’ fino in fondo se necessario” ha detto Barbieri. In programma, al Consiglio Regionale, c’e’ infatti una revisione che renderebbe ancora piu’ restrittiva l’attuale legge anti-Ogm. La Regione, ha precisato l’assessore, ha intenzione di fare valere il suo divieto in Europa ma ”la richiesta si appoggera’ su un altro articolo del Trattato per la notifica”.


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