L'arte che cura
La bellezza? Occasione di incontro e di benessere per tutti
Così Simone Lenzi, assessore alla Cultura di Livorno, una delle tre città della sperimentazione di "Affianco", percorso di welfare culturale promosso da Legacoop Toscana e Fondazione Noi-Legacoop Toscana
di Alessio Nisi
È un progetto nato in collaborazione con i musei e con le cooperative, che nei musei lavorano, per garantire l’accessibilità a questi luoghi a quelle persone in condizione di fragilità (sociale e personale). Il pane e le rose. Perché, oltre ai bisogni primari, su questa direzione si innestano delle linee di benessere che danno valore alla vita. Un’iniziativa in cui l’arte non è concettualismo, né deriva didascalica, ma apertura al mistero che sedimenta negli anni e in una maniera sempre nuova e diversa. «Questa è la vera occasione di crescita. Trovarsi di fronte ad un non detto che ci costringe all’interpretazione e a metterci del nostro». Il benessere che ne deriva? «Difficilmente quantificabile».
Queste le parole con cui Simone Lenzi, assessore alla Cultura del comune di Livorno, delinea Affianco, percorso di welfare culturale, promosso da Legacoop Toscana e Fondazione Noi-Legacoop Toscana, declinato in un modello integrato di promozione del benessere e della salute degli individui e delle comunità, attraverso pratiche fondate sulle arti visive, performative e sul patrimonio culturale. Il percorso ha visto una prima fase sperimentale da novembre a marzo, con tre esperienze pilota, Prato, Lucignano (in provincia di Arezzo) e appunto Livorno.
Scrittore, traduttore di Marco Valerio Marziale e Robert Pinsky, sceneggiatore (dal suo romanzo d’esordio, La Generazione) Paolo Virzì ha tratto il film Tutti i santi giorni), musicista con i Virginiana Miller, assessore nella sua Livorno dal 2019, Simone Lenzi, 56 anni, ha le idee chiare sull’arte e la salute. «I risultati di un percorso di welfare culturale», aggiunge, «non sono immediati. Piuttosto si pianta un seme». Il resto dipenderà dalla «capacità della persona di aver saputo o voluto cogliere un’occasione».
Bambini e famiglie nei luoghi della cultura
A Livorno “Affianco” è stato declinato nel progetto “Costruire abitudini integrando cultura e sociale: bambini e famiglie nei luoghi della cultura”, progetto che ha avuto come obiettivo quello di avvicinare bambini, bambine e famiglie con fragilità socio-economiche e culturali al patrimonio artistico della città, in particolare ai musei. L’esperienza è stata coordinata delle cooperative culturali Itinera e Agave e dalla cooperativa sociale Cuore Liburnia. È stato fatto subito un primo incontro con i bambini per presentare i luoghi della cultura e gli operatori culturali e sociali. Nelle settimane successive poi si sono svolte visite guidate e attività di laboratorio al Museo della Città di Livorno e al Museo Civico Fattori.
Disegni tecnici di straordinaria bellezza
Proprio al Museo della Città, in particolare, è in allestimento fino a inizio aprile, la mostra Leonardo da Vinci. Bellezza e invenzione. «Ci sono 14 disegni originali di Leonardo», spiega Lenzi, «sono contento che piaccia sopratutto ai bambini, i quali hanno meno sovrastrutture. È una mostra abbastanza difficile», ammette, «ma paradossalmente mi sono accorto che i bambini sono quelli più colpiti dal trovarsi al cospetto di disegni tecnici, che però hanno ovviamente una loro straordinaria bellezza».
Il welfare culturale, da scrittore e musicista
Con un lungo percorso culturale, Simone Lenzi è sempre stato convinto che la cultura può anche essere benessere e inclusività. «Credo di averlo sempre saputo», racconta, «per quanto riguarda la mia esperienza personale il contatto con l’arte è sempre stato qualcosa che migliorava la mia vita, fosse anche semplicemente che trovarsi al cospetto di un’opera d’arte significa trovarsi al cospetto di un mondo altro». Forse, aggiunge, «è che non si dà arte senza speranza».
L’arte per uscire da se stessi e incontrare l’altro
Tutto diventa più chiaro se veniamo a capo del percorso artistico di Lenzi. Iniziato come musicista nei Virginiana Miller. «Ho iniziato a esprimermi suonando. Quando fai parte di un gruppo sai che il tutto è la somma delle parti per cui ognuno ci mette del suo e alla fine quello che ti interessa è il prodotto finale. Ecco, una cosa alla quale educa l’arte autentica è il fatto che sia una grande occasione che abbiamo per uscire da noi stessi» e che «lascia spazio all’altro». L’arte, sintetizza, «è di per se un luogo d’incontro».
In apertura foto del Museo della Città di Livorno, credits www.museodellacittalivorno.it. Nel testo immagini di Simone Lenzi
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