Volontariato

Cesare Moreno, maestro di strada. Che beghe da adulti

Un problema che non esiste. Neanche tra i ragazzi di Napoli. Che anzi...

di Cesare Moreno

Il progetto Chance nasce nel 1998 a Napoli dall?iniziativa di tre maestri, Marco Rossi Doria, Angela Villani e Cesare Moreno, impegnati sul problema della dispersione scolastica. Il suo scopo principale è di contribuire al recupero dei ragazzi che hanno evaso l?obbligo, in alcune aree della città: Quartieri Spagnoli, Soccavo, San Giovanni. I destinatari del progetto sono casi estremi di mancata frequenza scolastica e di disagio familiare e personale. Per questo, il principio su cui si fonda il progetto, è che l?istruzione non consiste nella sola trasmissione di concetti, ma anche sulla relazione, prendendo anche in considerazione i fattori socio-ambientali ed emotivi. Ecco perché il crocefisso, qui, è un problema solo per gli adulti. Per l?ennesima volta c?è uno scontro tra adulti. A chi si accaparra per primo l?anima dei ragazzi. Mi sembra di vederla, questa battaglia tra angeli e diavoli, mentre i bambini stanno da tutt?altra parte. I ragazzi che arrivano sui banchi di Chance, a Napoli, si sono lasciati indietro molte cose: anni di scuola, amicizie, fiducia in se stessi. Tra questi, per molti c?era anche la prima Comunione. Quando abbiamo capito che per loro questo aveva un valore, perché rappresentava la tappa di un percorso di fede o semplicemente comportava un?accettazione sociale, una piccola conquista civile, allora abbiamo deciso di fare qualcosa. Tanti di noi, non credenti o atei irriducibili, si sono ritrovati ad accompagnare all?altare i propri studenti a ricevere la Comunione. Credo che il dibattito finisca qui. Se metto al centro il ragazzo, il suo mondo, i suoi progetti, trovo la soluzione. Non c?è stato problema del crocefisso in classe, fino a quando gli adulti non si sono messi a imporre le loro credenze. Non abbiamo ancora studenti islamici, perciò non abbiamo affrontato il dibattito. Però abbiamo avuto una studentessa cinese, che ha fatto l?esame di terza media in italiano e nella sua lingua madre. Le abbiamo offerto questa opportunità per darle atto che era brava anche in questo. Perciò, per favore, la parola lasciamola a loro.


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