Non profit
Traffico diamanti: in campo Azione Aiuto e Amnesty
Le due associazioni affermano che oggi si possono fermare il traffico dei diamanti e tagliare i finanziamenti ai signori della guerra africani
?Azione Aiuto e Amnesty International chiedono – ha dichiarato Marco De Ponte, segretario generale di Azione Aiuto – al Processo Kimberley che si riunisce in questi giorni di adottare misure che garantiscano un commercio di diamanti indipendente dalla violazione dei diritti umani. Una garanzia per chi compra come per chi vende queste pietre? .
Grazie alla mobilitazione internazionale, nel gennaio di quest’anno il Processo Kinberley ha approvato una procedura che certifica la provenienza delle pietre grezze. Perché questa possa ora diventare uno strumento efficace per combattere il traffico illecito di diamanti che finanzia i conflitti africani, Azione Aiuto e Amnesty International chiedono ai rappresentati dei governi e dell?industria riuniti a Sun City di dotare il Processo di:
1. un monitoraggio indipendente e continuo della procedura di certificazione
2. un sistema sanzionatorio per chi non rispetta le prescrizioni del Processo.
?Il traffico di diamanti è stato, ed è ancora – ha aggiunto Giuseppe Piras, del Coordinamento diritti economici e sociali di Amnesty International -, il motore di molte guerre civili: in Angola, nella Repubblica Democratica del Congo, in Liberia, in Sierra Leone questo commercio ha finanziato conflitti che hanno ucciso 3,7 milioni di persone. Si stima che il traffico di diamanti porti nelle tasche dei signori della guerra africani ben 300 miliardi l?anno? .
Azione Aiuto e Amnesty International, per sondare la conoscenza e la sensibilità dei commercianti italiani sul tema del commercio illegale di diamanti, hanno sottoposto a centinaia di gioiellieri in tutta Italia un questionario chiedendo loro di sottoscrivere le loro richieste al Processo Kimberley e agli operatori e istituzioni coinvolti.
Dalle risposte emerge che il 45 % è a conoscenza del legame fra commercio di armi e commercio di diamanti; ma l?80% non è a conoscenza del processo di certificazione approvato nel gennaio 2003.
Il 90% dei gioiellieri e dei commercianti contattati ha acconsentito a firmare la richiesta. Inoltre, tutti ritengono “molto” importante che sia i governi sia le aziende si dotino di regole efficaci, inoltre ritengono “moltissimo” importante togliere dal commercio i diamanti provenienti da zone di conflitto. Infine, tutti ritengono necessario un controllo periodico e indipendente sul processo di certificazione
Azione Aiuto e Amnesty International chiedono oggi maggiore trasparenza e maggiori garanzie in tutto il processo, dall’estrazione delle pietre all’acquisto in gioielleria.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.