Volontariato

Libertà di stampa. In Italia è scarsa. Peggio di Timor Est

Reporters sans frontières boccia Russia, Cuba e Israele. Roma doppiata da piccoli outsider.

di Carlo Gubitosa

La sospensione per un anno dalla Commissione Onu per i diritti umani e la conseguente esclusione dal Summit mondiale sull?informazione che si svolgerà a Ginevra a dicembre non hanno spaventato Reporters sans frontières, che riparte alla carica pubblicando, per il secondo anno, la Classifica mondiale della libertà di stampa. L?Italia, lo diciamo subito, si deve accontentare di un modesto 53o posto tra i 166 Paesi analizzati da Rsf. Guidano il gruppo, a pari merito, Finlandia, Islanda, Olanda e Norvegia, e tra i Paesi che hanno una stampa più libera della nostra troviamo insospettabili outsider come Cile, Ghana, Bolivia, Macedonia e Timor Est. L?elenco si chiude con gli ?Stati canaglia? dell?informazione: Russia, Arabia Saudita, Cina, Cuba e Corea del Nord. I responsabili di Rsf spiegano che la classifica è stata costruita attraverso un questionario con 53 criteri che consentirebbero di misurare il grado di libertà in ciascuna nazione. Il questionario è stato inviato a un panel di ricercatori, giuristi, esperti e responsabili del segretariato internazionale di Reporters Sans Frontières. Alcuni Paesi sono stati esclusi dalla classifica per l?assenza di documentazione affidabile e indipendente. “Come nel 2002”, scrive Rsf, “la situazione più catastrofica è in Asia, e specialmente in Corea del Nord, Burma e Laos. Cuba, penultima, è la più grande prigione del mondo per giornalisti”. Ce n?è anche per la Russia, che si piazza al 148o posto “per la censura sulla guerra in Cecenia”. Un trattamento speciale è stato riservato agli Usa e a Israele, che per il loro territorio si piazzano rispettivamente al 31o e al 44o posto, ma precipitano in basso per il loro comportamento oltre frontiera. Secondo Rsf la libertà di informazione garantita dagli Usa in Iraq non vale più di un 135o posto; a Israele, invece, è riservato il gradino numero 146 per “i ripetuti abusi contro i giornalisti nei territori occupati”. Rsf rileva un crollo della libertà di informazione anche in Africa, e particolarmente in Costa d?Avorio, Liberia e Guinea Bissau, dove i giornalisti “vengono esposti alla violenza”. Nel rapporto c?è un segnale di allarme anche per l?Italia: Rsf punta il dito contro la legge Gasparri, che “sta per aumentare le minacce al pluralismo”.


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