Famiglia

Attac: Caro Sergio, tu sei un violento. Ci hai fatto male

Attac Italia risponde a Sergio Segio, ed alla sua intervista apparsa su La Repubblica riguardo a Movimento e Br

di Redazione

COMUNICATO – Migliaia di persone, donne, giovani, militanti, volontarie, si sono una mattina risvegliati dal loro sonno profondo e hanno scoperto che sono infiltrati da nuovi (e sempre vecchi) terroristi e che, guarda caso, le loro lotte sociali sono le stesse delle Br. Lo dice su Repubblica Sergio Segio ex terrorista (di Prima Linea), che lavora nel sociale e si impegna in tante iniziative di movimento. Il fatto di essere ex terrorista non conta per noi, ma è evidentemente determinante per il tono dell’intervista e perché qualifica da “esperto” chi si è prestato consenziente al gioco. A parte il profondo sconcerto, vorremmo rilevare che giusto una settimana fa, Segio ha proposto nelle reti del medesimo movimento un incontro dal sapore “rifondativo”, per dare maggiore “efficacia politica” e “istruire e sperimentare nuovi percorsi che sappiano mettere in relazione i movimenti con le forze politiche organizzate”. Per chi non avesse capito nella proposta si ricorda che “il prossimo 2004 sarà anno di elezioni europee ed amministrative”. In questa proposta, Segio offre una definizione di cosa uccide un movimento: “La verticalità e il leaderismo, l’accettazione passiva dei meccanismi di un sistema mediatico onnivoro e avvolgente che produce spettacolarizzazione e divorzio tra immagine ed effettività, forme e contenuti, programmi e valori, assieme all’autoreferenzialità, costituiscono tare mortali per ogni nuovo percorso politico”. Ecco, Sergio, ieri tu hai lanciato dalle colonne di Repubblica la tua “tara mortale” sul percorso politico del movimento e su tutti noi. Le tue non sono verità scomode né scioccanti, sono falsità sensazionaliste e deliranti. Non sappiamo perché lo fai o se ci credi davvero. Ma sappiamo che faranno del male a tanti. La violenza consiste in questo, caro Sergio, e tu sei un violento. Ancora una volta ci troviamo a difenderci, a spiegare che non abbiamo lasciato un millimetro e nessuna legittimità al terrore, nessuna concessione alla violenza, mai e comunque. Siamo stati noi a invitare e parlare con le vittime dell’11 settembre, a fare abbracciare palestinesi e israeliani che credono nel diritto a due popoli e due terre, a condannare gli atti idioti di nuove e vecchie sigle della violenza armata per le quali non abbiamo mai subito alcune fascinazione, né contiguità. Piuttosto, ne abbiamo sempre pagato i danni. Ieri come oggi. La nostra è la ricerca dell’altro mondo possibile, creando ponti, spazi pubblici di ampia condivisione, gestione aperta e trasparente del dibattito, viso aperto, pratica nonviolenta del conflitto, un rispetto assoluto per le diversità e per le opinioni altrui e soprattutto un senso di solidarietà e fratellanza che ci unisce nella radicalità e nella ragionevolezza. Con i pugni stretti in tasca, senza concedere spazio e legittimità a tutti i violenti. Attac Italia


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