Cultura

L’assitenza telemedica in Italia è al capolinea?

Una nota del Cirm (Centro Internazionale Radio Medico) denuncia le crescenti difficolté finanziarie del Centro

di Redazione

Su indicazione del Consiglio di Amministrazione, il prof. Antonio Dauri, Presidente del C.I.R.M. (Centro Internazionale Radio Medico) ha recentemente operato significativi tagli alla ricerca telemedica e alle iniziative di promozione del servizio medico a distanza, con la conseguente chiusura della Sezione Studi. Se non interverranno significativi cambiamenti e non solo in sede finanziaria di Governo, non è dato sapere quale sarà il futuro dell?assistenza telemedica italiana. Nonostante periodiche difficoltà e problemi finanziari, il C.I.R.M. è sempre stato in prima linea nell?assistere chi va per mare. Oggi è l?unico centro telemedico le cui casistiche fanno registrare un costante incremento (oltre il 20% annuo), diversamente da altri centri telemedici del mondo che segnalano un trend invariato nelle richieste di assistenza (Svezia) o addirittura una riduzione (Olanda e Germania). Oltre alle navi in navigazione, il C.I.R.M. fornisce gratuitamente assistenza telemedica agli aerei in volo ed alle popolazioni delle piccole isole italiane prive di presidi ospedalieri in qualità di TMAS (centro nazionale responsabile dei Servizi Telemedici Marittimi). Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, alla fine del primo semestre di quest’anno, ha erogato al Centro appena un terzo del contributo previsto dallo Stato.Il C.I.R.M. (Centro Internazionale Radio Medico) è da più di sessantotto anni in prima linea nell?assistenza a distanza dei naviganti, nonostante difficoltà e problemi finanziari, e attualmente è l?unico centro telemedico le cui casistiche sono in costante aumento. Nel primo semestre 2003 il numero totale dei casi assistiti è cresciuto del 20,3% rispetto alla proiezione annuale e del 20,5% in termini assoluti. Il maggior numero di casi assistiti a bordo di navi risulta perciò significativamente superiore rispetto alla media del triennio 2000-2002, con un indice di preferenza ed una efficacia in termini di guarigioni o miglioramento delle condizioni dei pazienti mentre sono in navigazione, che non temono confronti. Diversa infatti è la situazione degli altri centri telemedici del mondo che vedono mantenuti (Svezia) o, più frequentemente, ridotti (Olanda e Germania), i casi assistiti annualmente. L?utenza soprattutto navale, specie quella internazionale, che non ha uno specifico centro di riferimento per l?assistenza telemedica, si rivolge preferibilmente al Centro telemedico italiano, sempre più facilitata ad entrare in contatto con il C.I.R.M. grazie ai progressi tecnologici. La percentuale delle navi che utilizzano l?e-mail per entrare in contatto con i medici del C.I.R.M. è aumentata di oltre il 50% rispetto alla media degli ultimi 3 anni, confermandosi come il sistema di telecomunicazione del futuro per poter ricevere rapidamente consigli medici e cure. Oltre alle navi in navigazione, il Centro fornisce gratuitamente assistenza telemedica agli aerei in volo ed alle popolazioni delle piccole isole italiane prive di presidi ospedalieri. L’esperienza e la preparazione del C.I.R.M. ha consentito all’Italia di essere uno dei primi paesi dell’Unione Europea a poter accogliere la raccomandazione dell’ I.M.O. l?Organizzazione Marittima Internazionale (circolare n. 960 del 20 giugno 2000) che stabilisce le nuove norme per il soccorso e l’assistenza telemedica al fine di accrescere la sicurezza della vita umana in mare. All’inizio del 2002, con apposito Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero della Salute, il Centro Internazionale Radio Medico (C.I.R.M.) è stato formalmente designato quale centro italiano responsabile dei Servizi Telemedici Marittimi (T.M.A.S.), in stretta collaborazione con il Centro Nazionale di Coordinamento per la Ricerca ed il Soccorso in Mare (I.M.R.C.C.) identificato nel Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera. In qualità di TMAS, ovverossia di centro nazionale responsabile dei Servizi Telemedici Marittimi, “chiunque si sarebbe aspettato che il Governo garantisse al Centro il minimo necessario per svolgere la propria funzione” – riferisce il prof. Antonio Dauri (presidente del C.I.R.M.) -ma a tutt’oggi non abbiamo neanche la certezza delle risorse già assegnate per legge dello Stato, né l’ammontare del contributo che puntualmente viene ridimensionato ad ogni legge finanziaria, né i tempi di erogazione che non sono rispettati e ci espongono fatalmente agli interessi passivi delle banche. Non avendo avuto nessun tipo di risorsa economica il Consiglio di Amministrazione ha deciso i tagli all’attività di studio e ricerca, che pure tanta parte ha avuto nel raggiungere l’odierno livello di eccellenza del Centro telemedico, per l?esigenza di contenere i costi”. Il contributo annuale dello Stato (poco più di 700.000 euro) ha finora consentito la sopravvivenza del C.I.R.M. e viene erogato solo dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, non dal Ministero della Salute (che pure ha firmato il decreto per l’assegnazione della funzione di TMAS), né dal Ministero delle Comunicazioni che sarebbe competente per l’attività del Centro Internazionale Radio Medico. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla fine del primo semestre di quest’anno ha erogato al Centro appena un terzo del contributo previsto. Se non interverranno azioni significative in grado di modificare strutturalmente il reperimento delle risorse, non è dato conoscere il futuro dell?assistenza telemedica italiana. I dolorosi tagli alla ricerca telemedica e alle iniziative di promozione del servizio, con la conseguente chiusura della Sezione Studi, portano di fatto all’impossibilità di portare a termine programmi e progetti avviati da tempo anche in collaborazione con gli stessi Ministeri e numerosi Enti nazionali ed internazionali. Tutto ciò non potrà non ripercuotersi sul ruolo di riferimento che il C.I.R.M. ha in seno all’IMHA (International Maritime Health Association) e che lo vede protagonista a livello scientifico nello studio della fisiopatologia dei naviganti. Inoltre verrà perso tempo prezioso nel lento processo di acquisizione di nuove attrezzature telemediche da parte degli utenti dei servizi del C.I.R.M. necessarie ad accrescere le possibilità immediate di cura a distanza, oltre a far fronte al tendenziale aumento dell’attività assistenziale. Il C.I.R.M. garantirà intanto quanto strettamente connesso al servizio per l’utenza. Si è dovuto rimandare a novembre il Corso sulla Telemedicina del Mare previsto per la formazione del futuro organico medico; ma al momento non sono garantiti neanche i contratti di formazione già avviati, perciò siamo al paradosso che verranno preparati medici che invece di entrare in forze al C.I.R.M. offriranno la loro competenza altrove. “Speriamo che la disponibilità di chi ha a cuore le sorti del C.I.R.M. ci venga incontro” – è l’appello del prof. Dauri – “non solo con mezzi, che sono, comunque, importanti, ma anche con idee che ci suggeriscano come fare perché la voce dell?assistenza telemedica italiana,che ci vede sempre più protagonisti a livello planetario, possa continuare ad essere ascoltata”. Sarebbe un peccato se così non fosse.


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