Mondo

L’Onu non resti a guardare

Giochi e numeri che non quadrano (di Sandro Calvani).

di Redazione

La Somalia, è un fading state. Letteralmente, uno Stato che si dissolve. Che si autodistrugge. E che, purtroppo, non sembra rientrare fra le priorità della comunità internazionale. Basti pensare ai 56 miliardi di dollari che è pronta a stanziare per ricostruire l?Iraq, una cifra molto superiore a quella che il mondo intero spende attualmente per l?Africa. E, di conseguenza, per la sopravvivenza del popolo somalo. Sopravvivenza che non è affatto facile garantire. Prima di tutto, per la mancanza di un governo stabile che la comunità internazionale possa scegliere come controparte e che, per esempio, possa dare il suo assenso all?ingresso di truppe Onu. Un ostacolo insormontabile per le Nazioni Unite che, in passato, hanno operato nel Paese con risultati discutibili? No. Il Consiglio di Sicurezza può, e lo ha già fatto, entrare in uno Stato anche contro la volontà del suo governo. Ma per farlo deve esserci un preciso volere degli Stati di cui le Nazioni Unite sono espressione. Se questa volontà esistesse, penso che l?Onu potrebbe cominciare a intervenire in Somalia con una missione umanitaria sfruttando l?esperienza che l?Unicef e l?Acnur hanno avuto in Paesi simili, come il Sud Sudan. Senza dimenticare che, come hanno dimostrato le uccisioni di volontari in Somalia e gli attentati contro l?Onu e il Comitato internazionale della Croce Rossa a Bagdad, oggi tutti coloro che esprimono una volontà di cooperazione o di dialogo tra civiltà sono un obiettivo da colpire. Nella Somalia di oggi, come in altre aree del pianeta dove la povertà, la miseria e la disperazione regnano sovrane, basta portare un paio di jeans o guidare un?auto con targa americana per dire che sei straniero. E quindi un obiettivo. Troppo poco è stato fatto, e continua a farsi, per proteggere i volontari.

Sandro Calvani

Sandro Calvani è un dirigente delle Nazioni Unite. Vive e lavora a Bangkok, Thailandia. Le opinioni qui espresse non rappresentano necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite


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