Mondo
Ecuador: indios e campesinos marciano contro la Texaco
Per la prima volta la compagnia americana è sottomessa alle leggi di un paese dell'America latina.
Una marcia indigena percorrerà oggi le strade di Nueva Loja, capitale della provincia nord orientale di Sucumbíos in Ecuador, nell?ultimo giorno utile per depositare le memorie di accusa e di difesa nel processo intentato da circa 30mila indigeni locali contro la multinazionale petrolifera Chevron-Texaco. Sono almeno 200 gli indigeni e gli attivisti internazionali riuniti nella città dal ?Fronte di difesa dell?Amazzonia dell?Ecuador?. Lo scopo della marcia è attirare l?attenzione pubblica sul processo, che entrerà ora nel vivo con l?esame delle prove depositate dalle due parti. Secondo Luis Yantza, portavoce del Fronte, sono almeno un centinaio i luoghi all?interno della foresta amazzonica ecuatoriana nei quali sono ancora visibili i segni della contaminazione che sarebbe stata provocata, secondo le comunità indigene, dalle attività estrattive della Texaco, assorbita dalla Chevron nel 2001. L?accusa, ha detto Yantza, chiederà ai giudici della Corte superiore di giustizia di Nueva Loja di recarsi personalmente nei luoghi contaminati. Per la prima volta una compagnia petrolifera transnazionale grande come la Chevron-Texaco è sottomessa alle leggi di un paese dell?America Latina?, ha concluso il dirigente indigeno. Le comunità locali accusano la multinazionale Chevron-Texaco di aver scaricato 16,27 milioni di litri di acque contaminate contenenti particelle di idrocarburi e di metalli cancerogeni nei fiumi che attraversano le due province orientali di Sucumbíos e Orellana.
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