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Segio: le Br? Dentro il Movimento

In un’intervista il fondatore di Prima Linea lancia un coraggioso j’accuse a Casarini e Disobbedienti. "Le lancette della storia sono tornate all'81 perché da lì non si sono mai mosse"

di Redazione

?Le Brigate Rosse, sebbene ne siano una componente ultraminoritaria, sono e coabitano nel movimento, hanno infiltrato il sindacalismo di base. Sono interni ai loro luoghi, alle loro sedi, al loro dibattito politico?, questa la clamorosa denuncia di Sergio Segio, 22 anni di galera, in un?intervista a Repubblica: ?Nessuno, per convenienza e conformismo, ha il coraggio di scandire una semplice verità?. Segio continua nella sua denuncia: ?Da anni lavoro nel volontariato, dentro e accanto il movimento. Mi sobbarco con pazienza e interesse la lettura di documenti politici, la quotidiana consultazione di siti internet. Bene cosa scopriamo se diamo uno sguardo alle biografie di Laura Proietti e Roberto Morandi, due degli ultimi arrestati per l?omicidio D?Antona? Fatta la doverosa e non formale premessa che riguarda la loro presunzione di innocenza, scopriamo che le loro storie politiche sono il calco di battaglie e parole d?ordine patrimonio del sindacalismo di base e del moviento della lotta per la casa e quella contro il lavoro iterinale. Solo degli sciocchi o degli ipocriti possono ignorare questa perfetta sovrapposizione. O che un centro sociale come il Bitz di Roma sia contemporaneamente luogo del movimento ma anche di reclutamento.? Segio cita poi un episodio vissuto in prima persona: ?Nel marzo scorso a Milano ho partecipato a un imponente manifestazione contro la guerra in Iraq. In piazza il movimento, i sindacati e i partiti della sinistra. A un certo punto dal corteo si separa la coda. E sui muri dell?Arcivescovado una mano non clandestina, non coperta dall?anonimato si stacca dalla folla e scrive: ?Galesi spara ancora?. Molti hanno visto quel gesto. Nessuno ha ritenuto di doverlo stigmatizzare?. Su Casarini e Disobbedienti il giudizio di Segio è duro: ?Non solo hanno torto, ma commettono, spero e ritengo in buona fede, un grave errore. Luca e gli altri sanno bene che il movimento, l?intero movimento, in tutte le sue componenti, è contemporaneamente vittima ma anche opzione della violenza brigatista, perché possibile bacino di reclutamento. Non aprire su questo una dura battaglia politica significa o non comprendere la delicatezza del passaggio che stiamo vivendo o non saperlo dire?.

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