Non profit

Dalla solidarietà al caos. Caccia agli euro spariti

Che fine hanno fatto le donazioni per i terremotati del Molise? (di Gabriella Meroni, Stefano Arduini e Carmen Morrone).

di Gabriella Meroni

Cento milioni di euro. Forse di più, sicuramente non di meno. Sono questi i soldi che gli italiani hanno donato per il terremoto del Molise, la tragedia che commosse il mondo intero e che vide 26 bambini (e un?insegnante) sepolti sotto la scuola Jovine di San Giuliano di Puglia. La più grande raccolta fondi della nostra storia, è stata battezzata: la Doxa ha calcolato che il 27% delle donazioni degli italiani nel 2002, quindi oltre una su quattro, è andata alle popolazioni terremotate. A conti fatti, visto che la Doxa parla di 1,1 miliardi di euro donati in totale, sarebbero 300 i milioni diretti in Molise. Una cifra iperbolica la cui provenienza Vita ha cercato di ricostruire con l?aiuto dei volontari del Comitato genitori delle vittime della scuola, scoprendo un fiume pressoché inestinguibile di denaro, gran parte del quale non è ancora giunto a destinazione. A un anno dalla tragedia, avvenuta il 31 ottobre 2002, il salvadanaio della generosità italica è stato riempito da centinaia di sottoscrizioni di cittadini, associazioni, enti locali, aziende, banche, circoli, scuole, soggetti istituzionali e non, che hanno realizzato raccolte, aste, vendite benefiche, iniziative varie per il Molise. Il risultato reale di una così imponente mobilitazione probabilmente non si saprà mai; quanto rintracciato da Vita è assolutamente parziale, tanto che nelle nostre stime abbiamo ritenuto opportuno almeno raddoppiarlo. Un calcolo che potrebbe peccare per difetto. Fund raising sospetto Più i quattrini sono tanti, più sono quelli che vorrebbero vederci chiaro. La magistratura, innanzitutto, che per mano del procuratore di Larino, Nicola Magrone indaga sui fondi post terremoto. Sul tavolo del magistrato, la polizia ha depositato un fascicolo che parla di 30mila siti internet che ospitano raccolte fondi ?pro Molise?, non sempre all?insegna della trasparenza, e sui cui esiti è impossibile fare verifiche. Ma anche i genitori dei bambini cercano la trasparenza, e hanno indagato in questi mesi, su base volontaria, per identificare donatori e ?riceventi?, sottoscrizioni e relativi destinatari. Sul materiale che n?è scaturito abbiamo lavorato noi di Vita, cercando di capire dove sono finiti i milioni degli italiani. Il Comitato dei genitori ha monitorato, grazie alla collaborazione de l?Eco della stampa, i principali quotidiani usciti dal novembre 2002 al giugno 2003. Ogni volta che si riportava la notizia di un?iniziativa di solidarietà per San Giuliano, hanno annotato il promotore e hanno provato a contattarlo per farsi dire l?ammontare della raccolta e il relativo destinatario. Ne sono emersi circa 150 nomi. I 35 soggetti, pubblici e privati, che dichiarano di aver raccolto in tutto 44 milioni di euro, sono i destinatari della solidarietà (una ventina), più altri 15 promotori di sottoscrizioni presi dall?elenco dei 150 e scelti tra quelli che avevano risposto con precisione alle domande del Comitato. È evidente che si tratta di un?indagine assolutamente parziale, ma probabilmente indicativa, da cui emerge un dato chiarissimo: tanti, tantissimi quattrini raccolti per il Molise si trovano ancora lontani dalla regione, depositati chissà dove. Raccolti sì, ma mai consegnati né, tantomeno, utilizzati. Quanto ai fondi ?arrivati?, abbiamo scoperto che soltanto una parte è stato impiegata per la ricostruzione o altri interventi: scorporando dal totale le raccolte promosse dai mass media (Tg5-Corriere della Sera, Caritas-Rai, La Stampa) che sono state quasi tutte spese subito, la percentuale effettivamente impiegata è appena del 25%! Ricapitolando: almeno 100 milioni raccolti, 44 rintracciati, di cui 31,2 tramite le raccolte dei mass media; di questi 31,2 ne sono stati spesi 29,1; dei rimanenti 12, soltanto 3,2. Un anno dopo si traduce in queste cifre, invero poco consolanti quanto a trasparenza ed efficacia, la commozione per la tragedia di San Giuliano. Bravi i mass media Campioni di incasso (ma anche di trasparenza) sono state le collette organizzate dalle tv (Canale 5 e RaiUno), tramite anche gli innovativi messaggi sms. Queste iniziative sono anche le più efficaci, avendo distribuito quasi tutto l?importo raccolto, pari in totale a oltre 31 milioni di euro. Grazie a questi fondi sono sorti scuole e villaggi prefabbricati, centri sociali e commerciali, e sono state finanziate attività di sostegno alla popolazione. Anche un?altra iniziativa promossa da un quotidiano, quella de La Stampa con la Fondazione Specchio dei tempi, fa registrare un 100% di denari già spesi per la scuola materna di Bonefro, la mensa dell?edificio delle scuole dello stesso paese. L?ammontare include le borse di studio che per 5 anni sosteranno gli studenti di San Giuliano. Milioni per il nuoto Dei rimanenti fondi, poco più di 12 milioni, solo un quarto è stato utilizzato. Perfino il Comune di San Giuliano di Puglia, teatro della tragedia degli ?angeli?, non ha ancora speso i 4 milioni che ha in cassa. Altro caso da segnalare è quello della scuola crollata, la Jovine, il cui dirigente Giuseppe Colombo dichiara a Vita di voler utilizzare una prima tranche dei fondi in corsi musicali, corsi di nuoto, rimborso spese libri di testo, progetti di informatica, fotografia, psicomotricità, drammatizzazione, educazione stradale, attività di supporto psico-sociale. Insomma, nelle attività extrascolastiche che normalmente si organizzano nelle scuole. Sono diversi, comunque, i serbatoi di donazioni ancora pieni e chiusi. L?incasso della partita giocata per i terremotati dalla Nazionale italiana cantanti, per esempio: 160mila euro già consegnati alla Provincia che aspettano una destinazione. Oppure gli altri 160mila raggranellati dal musical Nôtre Dame de Paris, anch?essi bloccati. 150 iniziative solidali Fin qui le nostre ricerche e ricostruzioni. Ma è realistico ipotizzare che la mole di fondi destinati ai terremotati sia molto superiore. Le ricerche sulla stampa effettuate dai genitori di San Giuliano, che hanno identificato circa 150 promotori di raccolte fondi e iniziative di solidarietà, hanno considerato solo quelle che meritarono due righe in cronaca. Tra essi, molti Comuni, Regioni e Province ma anche sigle tra le più disparate, come l?agenzia di moda Fashion Style di Biassono, i detenuti del carcere di Pallanza, l?associazione Epoché di Claudia Koll, Susanna Messaggio, l?Associazione sportiva magistrati di Palermo e perfino i macellai di Pulsano. Nei giorni successivi al sisma, piovvero progetti solidali: si andò dall?anonimo imprenditore che regalò 100mila euro durante la presentazione londinese del calendario Pirelli, ai consiglieri comunali di Napoli, che offrirono il corrispettivo di un gettone di presenza; ci furono poi le raccolte regionali di Cgil-Cisl-Uil, molte partite di beneficenza (tra le tante citiamo il match tra le vecchie glorie della Roma e i tifosi, e il Derby del cuore Roma-Lazio) e altrettante aste di vini pregiati (come quella dell?associazione Città del vino con i supermercati Conad). Tutte persone e organizzazioni che, spinte dalle migliori intenzioni, vollero concretizzare la loro solidarietà con un?offerta. Di cui non sapremo mai, probabilmente, l?esatto ammontare. Sono graditissime, è ovvio, le smentite.

Gabriella Meroni, Stefano Arduini e Carmen Morrone

La Banca d?Italia tace

La nostra inchiesta ha coinvolto anche la Banca d?Italia, che fonti sicure ci avevano indicato come una generosa donatrice per il dopo terremoto. Ma il viaggio nella cassaforte d?Italia ci ha riservato sorprese, come rivela questa telefonata un po? surreale. Vita: Vorremo sapere se la Banca d?Italia ha organizzato una raccolta fondi a favore delle popolazioni terremotate del Molise. Giancarlo Triglione (ufficio stampa): Non mi sembra. Vita: Stiamo facendo un?inchiesta… Triglione: Non ho nessun problema a risponderle, ma se c?è stata una raccolta è rimasta un?iniziativa riservata. Vita: In che senso? Triglione: Di una cosa del genere non verremmo informati nemmeno noi dell?ufficio stampa. Sa, come si fa a dire che la Banca d?Italia ha donato 10mila euro o 100mila ?. in un caso sarebbe ritenuto poco, nell?altro troppo o viceversa? insomma ci sarebbero dei problemi d?immagine. Vita: Ma a noi dicono che dalla Banca d?Italia hanno telefonato a San Giuliano per informare della presenza di assegni? Triglione: Se la cosa rimane riservata, le posso dire che i dipendenti hanno fatto una colletta per San Giuliano. Vita: Be?, è una cosa che vi fa onore? Triglione: No, non lo vogliamo far sapere. Vita: Non capisco. Triglione: Quando si fa beneficenza non si dice, non ci si vanta. Vita: È vero, ma per la Banca d?Italia valgono delle regole di trasparenza. Triglione: Signora, quello che sapevo gliel?ho detto, mi dispiace.

Carmen Morrone


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