Mondo

Burundi: la Caritas rinnova il suo impegno

Ricorre il decimo anno dal conflitto che causò la morte di 300mila civili

di Redazione

Dieci anni fa, il 21 ottobre del 1993, un gruppo di militari rivoltosi dell?esercito sequestrò ed uccise Melchior Ndadaye, primo presidente della Repubblica del Burundi democraticamente eletto. Da quel giorno il piccolo paese africano ha vissuto un conflitto che ha prodotto la morte di circa 300 mila civili e la frammentazione dei partiti politici e che ha condotto in diverse occasioni alla ingovernabilità del paese. Molti di questi partiti hanno inoltre abbandonato, nel corso della guerra, la strada della civile discussione politica ricorrendo all?uso delle armi per risolvere i gravi problemi del paese. La Comunità internazionale ha più volte dovuto assistere a massacri e uccisioni di civili, in particolare donne e bambini, sia da parte dell?esercito governativo che dei gruppi armati ribelli. Il 2003 rappresenta forse per il Burundi un anno di svolta. Dopo gli sforzi di Julius Nyerere, quelli di Nelson Mandela e oggi quelli di Ntabo Mbeki anche l?ultimo dei gruppi ribelli ha recentemente accettato di firmare il cessate il fuoco. Un risultato non circondato da grande ottimismo dal mondo della diplomazia africana ed europea, ma che riapre le speranze di pace. L?augurio è quello che il popolo del Burundi sappia, insieme ai religiosi locali, ai missionari, alle organizzazioni non governative, alle agenzie delle Nazioni Unite e al mondo della diplomazia internazionale, ricucire le fratture interne, ricostruire un futuro dopo 10 anni di guerra. La speranza è anche quella che lavorando insieme si possa ridare una normale vita alle centinaia di bambini soldato che hanno preso parte alla guerra, ridare una casa alle decine di migliaia di profughi ancora presenti all?esterno del paese, reinserire nella società le migliaia di detenuti rinchiusi nelle carceri e permettere quindi al popolo burundese di avere la necessaria tranquillità per prendersi cura delle proprie famiglie. Caritas italiana è presente nel paese da diversi anni, accanto alla Chiesa locale. Per il 2002-2003 l?impegno complessivo è di 310.000 euro, destinati soprattutto in favore degli oltre 8.000 detenuti, una delle categorie meno tutelate e più disagiate. In particolare nell?anno in corso sono in atto interventi nel carcere di Bujumbura, che da solo contiene 2500 persone, con il rifacimento degli impianti di fornitura elettrica, distrutti durante una recente rivolta, e il sostegno alle cure dei malati psichiatrici, alcuni dei quali condannati a morte. A Ngozi, secondo carcere del paese, e Ruyigi si stanno realizzando, attraverso il microcredito, azioni di sostegno alle famiglie povere dei detenuti. A Bururi e Rutana sono in atto interventi per: le sezioni femminili, i minori e i condannati a morte e il ripristino della rete per la fornitura di acqua potabile. Caritas Italiana sostiene inoltre il difficile ma importantissimo lavoro svolto dai missionari Saveriani che nel Centre Jeunes de Kamenge lavorano con i giovani dei quartieri nord di Bujumbura, ponendo mattoni concreti per un presente ed un futuro di pace. Per sostenere gli interventi in corso (causale: ?Grandi Laghi -Burundi?) si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite: – c/c postale n. 347013 – c/c bancario 11113 – Banca Popolare Etica, Piazzetta Forzatè 2 ? Padova ? ABI 05018 – CAB 12100 – c/c bancario n°100807 – ABI 03069 ? CAB 05032 ?Banca Intesa? p.le Gregorio VII, ROMA – Cartasì e Diners telefonando a Caritas Italiana 06/541921 (orario di ufficio)


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