Famiglia

Chiesa: Madre Teresa da domenica sugli altari

La ''santa dei piu' poveri tra i poveri'', domenica sarà proclamarla beata. Breve biografia

di Redazione

Il Papa, dopo aver anticipato i tempi per l’inizio della sua causa di canonizzazione, aveva pensato di farla direttamente santa, ma, sconsigliato da una discreta consultazione tra i cardinali, domenica si limitera’ a proclamarla beata. Ma se il Papa lo pensava, per la coscienza dei fedeli Madre Teresa e’ gia’ santa, la ”santa dei piu’ poveri tra i poveri”. Se non l’ha fatta direttamente santa, il Papa l’ha voluta vicino ai festeggiamenti per il suo 25/o di pontificato. Una ulteriore prova della profondissima stima e dell’affetto che hanno legato il Papa e la piccola suora raggrinzita dagli anni e dalle privazioni, dal carattere dolce, mite e fortissimo, che per la Chiesa cattolica del nostro tempo indica l’amore cristiano per i ”piu’ poveri tra i poveri”, per coloro che nessun altro aveva il coraggio di assistere e anche solo di guardare. ”Quello che noi facciamo e’ solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo, l’oceano avrebbe una goccia di meno”: cosi’ lei stessa, occhi scuri e luminosi in un volto spesso serenamente sorridente, spiegava quasi 50 anni di totale dedizione a tutti i disperati. Un esempio anche per i giovani di oggi, se in primavera un’indagine svolta dall’Eurispes l’ha vista al primo posto tra i miti che affascinano le nuove generazioni, con il 25% delle scelte indicate da mille ragazzi tra i 12 e i 24 anni. Ce ne saranno molti di giovani domenica in piazza San Pietro. In India i cattolici speravano che la cerimonia avvenisse a Calcutta. A parte le condizioni di salute del Papa, lo ha reso impossibile il crescente estremismo indu’, che ha anche contestato il miracolo attribuitole. ”Forse e’ meglio cosi’ – osservano alla postulazione – perche’ Calcutta avrebbe limitato Madre Teresa all’India, San Pietro e’ universale”. Come il dolore che mosse la sua vocazione. Le nacque, come ella stessa racconto’, vedendo i moribondi in totale abbandono lungo i marciapiedi delle strade povere di Calcutta, dove era arrivata, quasi ventenne, nel 1929. Agnese Gonxha Bojaxhiu, che diverra’ Madre Teresa, era nata il 27 agosto 1910 a Skopje, quando la citta’, poi divenuta jugoslava, era albanese. Ma Madre Teresa, che in Albania e’ riuscita a tornare solo dopo la caduta del regime comunista, piu’ che alla sua terra d’origine e’ stata legata all’India (tanto che nel 1949 ne chiese ed ottenne la nazionalita’) anche se era divenuta suora in Irlanda nel 1928. In India arrivo’ l’anno dopo, inviata dalle Suore missionarie di Loreto, nelle quali era entrata, per il noviziato. Divenne suor Teresa e fino al 1945 insegno’ nella ‘St. Mary’s School’. Ma ”l’immensita”’ del dolore che si incontrava per le strade le fece nascere la ”chiamata delle chiamate”. Nacque cosi’ la prima casa di Madre Teresa, nella ‘Lower Circular Road’ di Calcutta, dove e’ rimasta la sede centrale della Congregazione. La raccolse e portò i suoi primi moribondi. Sono gli anni ’30: l’esempio della giovane suora trova immediate seguaci. Quando il 7 ottobre 1950 Pio XII riconosce la Congregazione religiosa delle ‘Suore missionarie della carita”, da lei fondata, l’istituto religioso ha gia’ superato i confini dell’India. All’epoca della sua morte, il 5 settembre 1997, nella sua Casa Madre, le sue suore erano 3914 con 594 comunita’ in 123 Stati. Ora sono piu’ di 4.000, con 697 case in 131 Paesi. A loro e’ stato concesso, gia’ prima della fine del comunismo, di aprire case in Urss ed a Cuba. Giovanni Paolo II le affido’ la casa ‘Dono di Maria’ che ha voluto in Vaticano, a fianco del Sant’ Uffizio. In quella casa il Papa si e’ recato in privato piu’ volte, per le feste natalizie, con Madre Teresa e le sue suore che lo accoglievano mettendogli intorno al collo una benaugurante ghirlanda di fiori. A Madre Teresa, in effetti, i papi di questi decenni hanno sempre dato sostegno. Paolo VI le consegno’ personalmente, il 6 gennaio del 1971, i 15 milioni di lire del premio per la pace intitolato a Giovanni XXIII che, su sua designazione, per la prima volta veniva assegnato ad una donna. Riconoscimenti ne ha avuti ben 124. Tra gli altri: il Premio Padmashree (dal presidente dell’India), nel 1962; il Templeton per il ‘Progresso della religione’ nel 1973; il Nobel per la pace nel 1979; l’Ordine del Merito della regina Elisabetta, nel 1983; la medaglia d’oro del Comitato del Soviet per la pace, nel 1987 e la medaglia d’oro del Congresso degli Stati Uniti nel 1997. Premi finiti nell’aiuto ai poveri. Come la ‘Lincoln’ che Papa Montini uso’, nel 1974, quando si reco’ in India e che volle regalarle. Madre Teresa gli fece poi sapere che con il ricavato della vendita dell’automobile aveva comprato latte e farina per centinaia di bambini. Dodici anni dopo Giovanni Paolo II volle che nel suo viaggio in India fosse inserita la visita alla ‘Nirmal Hidray’ la ‘Casa del cuore puro’ di Madre Teresa. E il mondo pote’ vedere il Papa tra coloro ai quali l’amore di quelle suore permetteva di morire con un minimo di dignita’. La sua e’ stata un’azione lontana dalla politica, anche se numerose sono state le sue prese di posizione in difesa dei diritti dei poveri e dei deboli e contro aborto ed eutanasia. Anche all’interno della Chiesa, Madre Teresa, che si definiva ”una piccola matita nelle mani di Dio” ha svolto un’ azione discreta, assolutamente fedele alla linea papale, che l’ha voluta presente in tutti le occasioni, Sinodi compresi, nei quali si parlava di religiosi, di laici, di missione nel mondo. Ma, nella fedelta’, non mancava di sottolineare il ruolo delle donne nella Chiesa. ”Le mie suore – diceva – svolgono compiti importanti. In America Latina, ad esempio, data la scarsita’ di sacerdoti predicano, dirigono la preghiera, distribuiscono l’ Eucarestia. La sola cosa che non fanno e’ dire Messa. Ascoltano anche le confessioni, anche se non possono dare l’assoluzione”.


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