Welfare

10 mln di persone rischiano la vita andando a scuola

Lo dimostra il rapporto sulla sicurezza scolastica realizzato da Eurispes e Telefono Azzurro

di Redazione

Ogni giorno dieci milioni di persone che lavorano e studiano nelle scuole italiane mettono a rischio la propria incolumita’. Il quadro, a dir poco sconfortante, emerge da una scheda, contenuta nel 4* Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, dedicata alla sicurezza scolastica, realizzato dall’Eurispes in collaborazione con Telefono Azzurro, che sara’ presentato il prossimo 14 novembre. Sul fronte della prevenzione degli incendi, ad esempio, la situazione appare peggiore di quanto si possa immaginare: la media nazionale delle scuole in possesso di certificazione idonea e’ inferiore al 27%; in valore assoluto si tratta di 11.070 scuole, su oltre 41.000 edifici scolastici statali. Il problema degli incendi non appare particolarmente sentito in alcune regioni, quali l’Umbria con appena il 15,8% delle scuole in possesso del certificato di prevenzione incendi, la Calabria con il 15,6% e la Sardegna con addirittura il 13,3%. Migliore la situazione in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Piemonte, dove gli istituti dotati di certificazione di prevenzione incendi sono rispettivamente il 46,1%, il 36% e il 33,7% del complesso. Per quanto riguarda gli accessi, si legge nello studio, in quasi 9 scuole su 10 l’atrio di ingresso non dispone di standard di sicurezza adeguati; nel 91% dei casi non e’ previsto un accesso facilitato per disabili; nel 70% non esistono gradini antiscivolo; nel 36% e’ stata installata la chiusura antipanico, che rimane aperta solo nel 13% dei casi anche durante le attivita’ didattiche. Inoltre, in 1 scuola su 5 le vie di fuga non sono adeguatamente segnalate. Il grado di pericolosita’ aumenta se analizziamo i dati relativi alle scale: solo 1 scuola su 3 possiede scale di sicurezza, solo nel 3% delle scuole le scale di accesso sono prive di ostacoli e solo 1 scuola su 10 dispone di corrimano adeguati. Per quanto riguarda il certificato di agibilita’ sanitaria, il 57,4% degli edifici scolastici ne e’ privo, percentuale che sale all’81,6% in Sardegna. Ben dieci regioni hanno fatto registrare valori al di sotto della media nazionale. Passando alla certificazione relativa all’agibilita’ statica, la situazione e’ simile a quella precedente, con una media nazionale del 43% di certificazioni ottenute; la Sardegna, addirittura, non arriva al 16%. Le regioni maggiormente in regola sono la Campania, la Basilicata e il Friuli, e non per caso, visto che tutte e tre sono state colpite da un fenomeno sismico. L’Umbria, malgrado gli episodi sismici, non ha ancora preso provvedimenti: solo il 23,7% delle scuole e’ in possesso di una certificazione di agibilita’ statica. Lo stato dell’edilizia e’ dunque l’aspetto piu’ problematico del sistema scolastico italiano. A tal proposito da un’indagine Eurispes, condotta su un campione di 1.500 genitori, emerge che il 58,2 % degli intervistati ha espresso un giudizio complessivamente negativo sull’edilizia scolastica, mentre appena il 38,5% del campione ha fornito una valutazione nell’insieme positiva. Da considerare, pero’, che il giudizio e’ ”molto negativo” per il 12,1% dei genitori mentre appena il 2,1% del campione esprime una valutazione molto positiva. I dati sullo stato di salute e sull’adeguamento degli edifici scolastici alla normativa sulla sicurezza non incoraggiano, del resto, considerazioni positive. Il 4,9% delle scuole sono state costruite prima del 1900 ed il 12,6 % tra il 1900 e il 1940. Complessivamente, gli istituti scolastici edificati in data antecedente al 1965 costituiscono ben il 44,7% del complesso, il 50,9% sono stati realizzati tra il 1965 e il 1990, mentre le scuole di recente costruzione (tra il 1990 e il 2000) sono appena il 4,4%. Le scuole sono a forte rischio anche per quanto riguarda altre fonti di pericolo (strutture militari, aeroporti, distributori di benzina) e di inquinamento acustico (aree industriali, autostrade e superstrade, aeroporti), atmosferico (aree industriali, discariche, autostrade, distributori di benzina), o elettromagnetico (emittenti radiotelevisive, elettrodi, strutture militari). Risulta infatti che il 9,7% degli edifici scolastici nazionali si trova a meno di un chilometro da antenne di emittenti radiotelevisive; il 7,1% entro un chilometro dalle aree industriali; il 2,6% da strutture militari; l’1,1% da aeroporti e lo 0,3% da discariche. Particolarmente critiche le condizioni di alcuni comuni: a Verbania, il 65% degli edifici scolatici e’ situato entro un km da un’area industriale, a Modena il 60,2% e ad Imperia il 57,1%. Il quadro che emerge dall’analisi dei dati sullo stato di salute degli edifici scolastici e’ dunque piuttosto negativo. Ma anche per quanto riguarda gli adempimenti della scuola in materia di sicurezza e gli interventi strutturali, di competenza degli Enti locali, non emergergono risultati molto positivi. I dati relativi al numero medio degli interventi di manutenzione ordinaria eseguiti nelle scuole dell’obbligo e negli istituti superiori, demandata agli Enti locali,dicono che e’ stato realizzato almeno un intervento ad edificio, ad eccezione della Calabria e della Basilicata. A livello nazionale, sono stati effettuati mediamente 2,68 interventi ad edificio per quanto concerne le scuole secondarie superiori – di competenza provinciale – e 1,25 per quanto riguarda le scuole dell’obbligo – di competenza comunale. Il record degli interventi si e’ avuto nelle scuole superiori del Piemonte (3,6 interventi ad edificio scolastico) e, considerando il complesso delle scuole, in Campania, con una media di 1,9 interventi per istituto. Gli interventi di manutenzione straordinaria sono meno numerosi rispetto a quelli ordinari: la media, a livello nazionale, e’ di 0,6 interventi ad edificio scolastico. Le regioni dove si registra il minor numero di interventi di manutenzione staordinaria ad edificio sono la Basilicata, (0,38%) e la Calabria (0,43%), mentre sul versante opposto troviamo il Piemonte, con una media di 0,77 interventi straordinari e l’Emilia Romagna (0,74%) Il Piemonte si conferma anche come la regione dove sono stati realizzati piu’ interventi straordinari sia nelle scuole dell’obbligo che negli istituti secondari (con una media di quasi 1,6 interventi a istituto superiore). La Basilicata si colloca in fondo alla graduatoria degli interventi straordinari realizzati negli istituti per quanto concerne le scuole dell’obbligo, con una media di 0,33 interventi ad edificio (contro una media nazionale di 0,53); la Sicilia occupa l’ultimo posto in graduatoria relativamente agli interventi realizzati negli istituti superiori (0,57 interventi contro una media nazionale di 1,02). Da segnalare l’iniziaiva del Ministero dell’Istruzione dell’Universita’ e della Ricerca che prevede la realizzazione di un’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica. L’anagrafe rappresenta un primo, doveroso – tardivo – passo verso la costruzione di una cultura della prevenzione, la cui importanza e’ stata a lungo sottovalutata da quanti – attori istituzionali, Amministrazioni centrali e locali, dirigenti scolastici – sono responsabili della sicurezza degli edifici. Sul piano normativo, infine, la legge n.23/96, recante norme per l’edilizia scolastica, individua nei Comuni e nelle Province gli Enti competenti a provvedere alla realizzazione degli interventi strutturali e di manutenzione degli edifici scolastici. Nello specifico, le attivita’ necessarie a garantire la sicurezza degli istituti sono a carico dei Comuni per le scuole materne, elementari e secondarie di primo grado, mentre spettano alle Province per gli istituti secondari superiori. Ma, il termine ultimo per la messa in sicurezza delle scuole, inizialmente indicato nel 28 marzo 2003, e’ stato ripetutamente prorogato e spostato al 31 dicembre 2004.


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