Disabilità
Caregiver, regione Lombardia e ministero “salvano” il contributo
L'assessora lombarda Elena Lucchini ha condiviso con le associazioni la nuova programmazione regionale del Fondo per le non autosufficienze. Il taglio del contributo ai caregiver si riduce a 65 euro ma solo per il 2024 e non toccherà i gravissimi. Ledha: «È un passo, ma il problema è solo rinviato. Servono più risorse, tant'è che la regione non prevede nuovi accessi per la misura B1»
In Lombardia la riduzione del contributo economico per i caregiver per quest’anno passa da 250 euro a 65 euro. È questo l’esito della lunga trattativa tecnica e politica fra Regione Lombardia e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali a proposito della nuova programmazione regionale del Fondo per le non autosufficienze (Fna) approvato nell’ottobre 2022 con il ministro Andrea Orlando, che prevede l’obbligo per le Regioni di incrementare progressivamente la quota delle risorse destinate ai servizi erogati in forma diretta: per il 2024 ai servizi dovrà andare il 15% dei fondi di provenienza statale, nel 2025 la quota sale al 25%. A seguito della scelta strutturale di potenziamento dei servizi del Piano, Regione Lombardia a fine 2023 avrebbe ridotto il contributo economico diretto ai caregiver a partire dal 1° giugno prossimo (che si sarebbe ridotto da 650 a 400 euro mensili), spostando risorse sui servizi: una decisione che avrebbe riguardato almeno 7mila persone con gravissima disabilità che oggi fruiscono della misura B2 e che aveva immediatamente sollevato una pioggia di critiche da parte delle associazioni e delle famiglie. Per Giovanni Merlo, direttore generale di Ledha, «oggi, alla luce dell’approccio alla disabilità basato sui diritti umani, la partita non è più “Servizi vs Erogazioni economiche” ma tra “Indipendenza vs Limitazione della libertà”».
Nel pomeriggio del 28 febbraio, a Palazzo Lombardia, l’incontro fra le associazioni che rappresentano le persone con disabilità e l’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale e Disabilità Elena Lucchini.
«La trattativa con il ministero è stata proficua. Siamo riusciti a raggiungere un obiettivo per noi essenziale. Da un lato abbiamo salvaguardato il contributo economico a favore dei caregiver, dall’altro abbiamo proseguito nel necessario potenziamento dei servizi sul territorio», ha spiegato l’assessora. «Un risultato possibile grazie alla disponibilità dimostrata dalla ministra Marina Calderone, che ho incontrato personalmente. Tutto ciò ha segnato un cambio di passo rispetto al passato». Si è giunti così ad una interpretazione della norma meno vincolante, che ha consentito di bilanciare meglio la quota da destinare ai servizi.
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Le risorse che permettono di scongiurare (per quest’anno) il taglio vengono in parte da Regione Lombardia, che ha messo sul piatto ulteriori 3,5 milioni rispetto ai 14 milioni inizialmente stanziati per il 2024 (i 3,5 milioni vengono da un emendamento votato dalla maggioranza in sede di approvazione del Bilancio di previsione e non dal confronto di questi due mesi) e in parte dal livello nazionale: i caregiver lombardi infatti avranno una riduzione di 150 euro ma poi riceveranno – ha chiarito Lucchini – un contributo economico aggiuntivo, del valore massimo di 85 euro mensili a valere sul Fondo Caregiver. Questa cifra sarà rimborsata in un’unica soluzione per un massimo di 595 euro per il 2024, previa presentazione di una documentazione che comprova l’acquisto di prestazioni sociali».
A conti fatti, afferma l’assessora, «le rimodulazioni che inizialmente erano comprese tra i 200 e i 350 euro mensili, a seconda delle categorie, passeranno a circa 65 euro mensili, con l’esclusione dei disabili con bisogni complessi che invece non vedranno alcuna modifica rispetto alla programmazione dello scorso anno». Nei prossimi giorni Regione Lombardia incontrerà anche gli Enti locali e le parti sindacali, per condividere con loro la nuova proposta, con l’auspicio di portarla ad approvazione finale «entro la metà di marzo».
Una soluzione «apprezzabile» per Alessandro Manfredi, presidente di Ledha. Proprio ieri la stessa Ledha, la Fand Lombardia e le altre associazioni lombarde si erano dichiarate costrette a scendere in piazza per difendere il diritto a scegliere da chi e come essere assistiti e sostenuti. In realtà, spiega Manfredi, «la preoccupazione resta, dal momento che l’impostazione del Piano non viene messa in discussione. In assenza di consistenti risorse aggiuntive a livello nazionale, il taglio dei contributi per i caregiver è solo rimandato di un anno, tanto più che per il 2025 la percentuale di risorse prevista sui servizi sarà del 25% e non più del 15%. Il problema è solo rinviato». Un secondo aspetto critico riguarda i nuovi accessi alla misura B1: «Regione Lombardia ha detto che non ci sono fondi per i nuovi accessi e che da subito istituirà delle liste d’attesa. Le persone potranno quindi accedere alla misura B1 solo a fronte di uscite dal sistema, che significa per decesso di altre persone. Ciò chiaramente equivale a dire che questo non è diritto esigibile. C’è bisogno di risorse aggiuntive, che devono arrivare dal Fondo Non Autosufficienze», conclude Manfredi.
Foto Rossella Papetti/LaPresse
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