Cultura

Oggi la Giornata di lotta contro la povert

L’allarme Fao: mancano 600 milioni di dollari, è la crisi peggiore da 40 anni. Kofi Annan: E’ immorale, ogni 7 secondi muore un bambino. Le iniziative da New York a Torino

di Redazione

Il mondo intero si prepara. A celebrare quella che non è solo una festa. Ma un appuntamento per porsi domande. E, soprattutto, formulare proposte. La giornata mondiale della lotta alla povertà è un susseguirsi di eventi. Dovunque. In Europa si terrà una commemorazione solenne delle vittime della povertà a Parigi, al Trocadero, dov?è avvenuta la prima celebrazione nel 1987, quando padre Joseph Wresinski ha inaugurato sul sagrato delle Libertà e dei Diritti dell uomo la lapide in onore dei poveri. Nel mondo Ma a Parigi gli appuntamenti sono incominciano il 9 con un incontro alla Casa internazionale, dove si parlerà di lotta alla miseria nella sua dimensione internazionale. E il 17, nel tardo pomeriggio, ci sarà una conferenza con dibattito al Comune sulla tutela dei diritti umani. Le conferenze e i convegni in calendario sono tanti: a Oslo, in Norvegia, al ministero degli esteri il 15 si discuterà su come sradicare la povertà, a Londra il 17 si cercheranno risposte alla domanda Di chi è la povertà? Mentre suoneranno le campane di tutte le chiese. Il 16 ci sarà un concerto in varie piazze. Così come a plaza de Chambéry a Madrid. A Camberra, in Australia dal 15, per due giorni, verranno esposti al Parlamento i risultati del censimento su salute, ricchezza e povertà. A Strasburgo, davanti al palazzo della Commissione europea, verrà celebrato il decimo anniversario della riproduzione della lapide parigina. Anche gli Stati Uniti «festeggeranno». Poco dopo aver scoperto che nel 2002 gli americani poveri erano 34 milioni 600 mila, 1,7 milioni in più rispetto all anno precedente. A New York il 17 arriverà una delegazione di Atd Quarto Mondo, il comitato promotore della giornata. E altri appuntamenti sono in programma in Ecuador, Laos, Cile, Thailandia, Cina. Solo in Africa ci saranno pochi incontri: a muoversi sono solamente l Egitto e il Sud Africa. Le parole di Kofi Annan Fame e povertà sono i due lati della stessa medaglia. O meglio, come sostiene il segretario generale dell?Onu Kofi Annan «i due volti della medesima, inammissibile tragedia». Proprio Kofi Annan ricorda un fenomeno che definisce «immorale e assurdo»: la produzione agricola, in costante crescita, è giunta infatti al livello di poter sfamare il doppio dell?attuale popolazione della Terra. «Si possono fornire un minimo di 2.800 calorie pro capite al giorno a circa 12 miliardi di persone a fronte dei 6,2 miliardi di essere umani che vivono sul pianeta». E a ricordarci quanta strada dobbiamo ancora percorrere prima di cancellare per sempre fame e povertà saranno in questi giorni due appuntamenti delle Nazioni Unite. Oggi al palazzo della Fao a Roma si celebra la «Giornata mondiale dell?alimentazione» mentre domani, presso il Palazzo di Vetro a New York, verrà commemorata la giornata mondiale della povertà indetta dall?Onu: due grandi capitali in prima linea contro lo stesso nemico. Ma a tre anni dal «Millennium Development Goals», sottoscritto nel settembre 2000 con cui ben 189 capi di Stato e di governo si impegnarono a ridurre e a sradicare la povertà estrema, le ineguaglianze e le malattie del mondo entro il 2015 (dimezzando entro la stessa data sia la percentuale delle persone che vivono con meno di un dollaro al giorno sia quella delle persone afflitte dalla fame) la strada resta tutta in salita. Ottocentoquaranta milioni di persone nel mondo continuano infatti a soffrire la fame (800 milioni nei Paesi in via di sviluppo, 40 in quelli industrializzati): «trenta milioni in più rispetto al 2001» ha ammonito ieri a Ginevra il relatore speciale delle Nazioni Unite per il Diritto all?Alimentazione, Jean Ziegler, convinto che «l?obiettivo della comunità internazionale di dimezzare il numero delle persone sottoalimentate entro il 2015 non verrà raggiunto». Inoltre, 24.000 persone muoiono ogni giorno di malnutrizione. Una piaga che falcia soprattutto i più piccoli: ogni 7 secondi un bambino muore per malattie legate alla mancanza di cibo. Nell?Asia meridionale una persona su quattro soffre la fame e nell?Africa subsahariana la proporzione è di ben uno su tre. «È la crisi peggiore nei nostri 40 anni di vita – ha detto ieri un portavoce della Fao – lanciamo un appello per raccogliere 600 milioni di dollari in contributi per arrivare ai 4.3 miliardi che ci servono per sfamare quasi 110 milioni di persone entro la fine del 2003». «Non è una fatalità, non c?è alcuna legge della natura che spieghi questo massacro quotidiano – denuncia Jean Ziegler – le multinazionali private hanno un ruolo essenziale nella non realizzazione del diritto all?alimentazione un bambino che muore di fame viene assassinato dall?ordine del mondo». Un ordine dove la povertà resta un dramma di proporzioni colossali. Basti pensare che due miliardi e ottocento milioni di persone – la metà di tutta la popolazione globale – vivono con meno di due dollari al giorno, cioè sono sotto il reddito minimo fissato dalla Banca Mondiale come limite della sopravvivenza di un uomo. Negli Usa il divario tra ricchi e poveri è più che raddoppiato dal 1979 al 2000. Secondo il Congressional Budget Office l?1% dei ricchi americani (2.8 milioni di cittadini) hanno più soldi da spendere del 40% dei loro compatrioti meno abbienti: 110 milioni di persone. In Italia E’ la famiglia l’attore principale a cui guarda la seconda tavola rotonda europea sulla poverta’ e l’esclusione sociale aperta, oggi, al Lingotto di Torino, dal ministro del Welfare Roberto Maroni. “In Italia – ha ricordato Maroni – e’ stato calcolato che vengono spesi, ogni anno, tre miliardi di ore a sostegno di chi non puo’, di chi e’ disagiato ed il 95% di questo tempo e’ speso dalla famiglia”. “Noi – ha aggiunto il Ministro del Welfare – non intendiamo portare in Europa il modello di famiglia italiana ma come Governo intendiamo sottolineare il ruolo strategico che essa ha sia dal punto di vista del trattamento fiscale, sia da interventi di carattere economico e normativo”. A livello europeo il ministro Maroni ha sottolineato invece l’importanza di riuscire a “definire, con un metodo di coordinamento aperto, un modello sociale europeo pur salvaguardando le differenze dei singoli Stati”. Ma il tema della lotta alla poverta’ e dell’esclusione sociale comprende diversi aspetti: quello dell’occupazione, “un lavoro decoroso per tutti, portare al 70% il tasso di occupazione dei Paesi UE entro il 2010 significa – ha ricordato Maroni – lavorare non solo per aumentare il grado di sviluppo ma anche la coesione sociale e la Legge Biagi va in questa direzione”; comprende l’immigrazione ed a questo proposito il Ministro del Welfare ribadisce: “collegare l’ingresso dei cittadini extracomunitari ad un lavoro consente loro di avere gia’ segnato un percorso di inclusione sociale, evitando quei rischi che un’immigrazione non governata ha portato, porta e potra’ portare in futuro”. Link utile:

  • www.fao.org

  • Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
    fondamentale per supportare il lavoro di VITA