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Fondo disabili: ecco cosa è accaduto ieri in commissione Finanze

Le posizioni dei vari deputati e del sottosegretario Contento, che hanno avanzato la bocciatura finanziaria della proposta bipartisan a favore dei non autosufficienti.

di Benedetta Verrini

La tassa “di solidarietà” prevista nel progetto di legge istitutivo di un Fondo per la non autosufficienza ha subito ieri una sonora battuta d’arresto dalla commissione Finanze della Camera. Sul provvedimento, in commissione Affari Sociali, era emerso un favore bipartisan che aveva condotto all’adozione di un testo unificato elaborato da Katia Zannotti (Ds). La grande novità, introdotta per sostenere il Fondo volto a garantire servizi essenziali a oltre due milioni di persone non autosufficienti, sta nell’introduzione di un’addizionale nella tassazione Irpef e Irpeg dello 0,75% (con gradualità proporzionata agli scaglioni di reddito). A un soffio dal passaggio in Aula (il ddl ci arriva lunedì prossimo), però, la commissione Finanze ha bocciato la proposta, avanzando parere negativo. Vediamo cosa è accaduto dai resoconti della riunione: “La formulazione dell’articolo 5 rileva come essa presenti numerose imprecisioni terminologiche e risulti in generale poco chiara” ha dichiarato il relatore Giampietro Scherini (FI). “In particolare, si limita ad effettuare un generico richiamo ai redditi medio-bassi, senza introdurre alcun elemento per la loro determinazione: tale genericità rischia, tra l’altro, di esentare dall’imposizione addizionale la maggior parte della materia imponibile” Su un piano più sostanziale, “non appare chiara la previsione secondo la quale l’imposizione dovrebbe subire un incremento medio dello 0,75 per cento, in quanto non si comprende se tale incremento debba intendersi applicato all’imposta determinata ai fini IRPEF e IRPEG ovvero se esso si applichi al reddito imponibile” ha proseguito il deputato. “Inoltre, la previsione di un incremento medio presupporrebbe l’applicazione di addizionali differenziate al variare del reddito, che tuttavia difficilmente potrebbero applicarsi ai redditi IRPEG, imposta per la quale, come è noto, è prevista una sola aliquota. Infine, anche limitando la differenziazione delle aliquote addizionali ai soli redditi IRPEF, non si comprende se l’incremento medio debba intendersi riferito all’imposizione gravante sul singolo contribuente ovvero all’ammontare complessivo del gettito IRPEF: in entrambi i casi, peraltro, non sarebbe agevole calcolare ex ante la misura degli incrementi di aliquota necessari per determinare il predetto incremento, non essendo possibile definire preventivamente quale sarà l’effettivo ammontare dei redditi dichiarati e, dunque, dell’imposta dovuta”. Scherini ha fatto anche notare come la proposta di legge non si trovi in linea con la riforma fiscale in via di attuazione, dal momento che “nella logica della riforma, il perseguimento attraverso la leva fiscale, di obiettivi di carattere sociale e etico non dovrebbe essere perseguito mediante l’introduzione di nuovi tributi, ma essenzialmente attraverso la previsione di deduzioni dalle imposte sui redditi”. Il sottosegretario Manlio Contento, presente al dibattito in Commissione finanze, ha assicurato che le questioni sollevate nella proposta di legge in esame non lasciano il Governo indifferente e che il Governo, per parte sua, ha assunto iniziative di diverso genere, tra le quali un’agevolazione ai fini IVA per l’acquisto delle ambulanze e la sperimentazione della de-tax con destinazione di una percentuale dell’IVA a fini sociali. Ha anche ribadito, in conclusione, la propria convinzione che i temi del provvedimento debbano rientrare nella contrattazione collettiva ed essere affrontati anche in sede assicurativa “alla luce del costo non indifferente che comportano”. A Manlio Contento ha replicato Giorgio Benvenuto (Ds-U), sottolineando di non ritienere sufficienti a fare fronte alla drammatica situazione le modeste misure assunte dal Governo in sede di legge finanziaria e richiamate dal sottosegretario. Benvenuto ha però aggiunto che “non appaiono chiari i costi reali dell’operazione, che oltretutto, sulla base di quanto previsto dalla norma, prevederebbero che l’addizionale dello 0,75 per cento, alla quale può aggiungersi un’addizionale regionale nella misura massima dello 0,5 per cento, avvenga a carico dell’Irpef e quindi solo di una parte dei contribuenti” e ha chiesto di valutare una diversa forma di finanziamento del fondo, per esempio attraverso le accise, i giochi o le sigarette. Dopo la proposta del relatore di esprimere parere contrario alla pdl, che la manderebbe in Aula “senza paracadute” finanziario, il presidente La Malfa ha rinviato la seduta.


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