Welfare

Diritti umani: il diario di suor Kathy

Pubblichiamo le lettere dal carcere della suora domenicana arrestata in Georgia per aver manifestato, un anno fa, contro le violazioni dei diritti umani

di Gabriella Meroni

Kathy Long, domenicana della congregazione di Sinsinawa (Usa), ha ricevuto una condanna penale di tre mesi di reclusione nella prigione federale americana di Pekin (Illinois) per aver realizzato, insieme ad altri attivisti dell’Osservatorio della Scuola delle Americhe (Soa Watch) un’azione diretta nonviolenta davanti la sede della Scuola militare di Fort Benning, Georgia. Insieme a lei furono arrestate 85 persone, delle quali 49 sono state condannate e a 36 e’ stata imposta la liberta’ vigilata. Ogni anno gli attivisti si incontrano nel mese di novembre a Fort Benning, in memoria dell’uccisione di sei gesuiti e due laiche nel 1989 in Salvador per opera di alcuni “diplomati della Scuola delle Americhe”. Le azioni mirano alla denuncia delle violazioni dei diritti umani che si perpetrano ormai da anni nella Scuola e alla sua chiusura definitiva. Kathy durante i suoi mesi di prigionia (marzo-giugno 2003) ha scritto delle lettere che abbiamo tradotto e che divulghiamo, come testimonianza e incoraggiamento per tutti e tutte coloro che lavorano per un mondo di pace e di giustizia (scarica l’allegato). Fratel Joao Xerri, Promotore internazionale Giustizia e Pace della Famiglia Domenicana, definisce cosi’ cio’ che Kathy ha scritto: “Le lettere di Kathy sono semplici, trasparenti, prive di collera, ricche di compassione e di sensibilita’ femminile davanti a ogni sofferenza: sia quelle causate dal sistema politico che quelle personali delle sue compagne di prigione. Sono lettere di una persona in pace, anche se cosciente dell’ingiustizia subita con la sentenza”. In questo periodo Kathy e’ impegnata in un giro di conferenze e incontri in America Latina, Argentina e Brasile, ma a novembre rispettera’ l’annuale impegno di protesta a Fort Benning, rischiando di nuovo in prima persona, ma come scrive lei citando l’arcivescovo Oscar Romero: “Il sangue dei poveri va oltre ogni politica”.


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