Russia

Orlov ai giudici: «State solo eseguendo le istruzioni dei vostri capi?»

Il premio Nobel per la pace è stato condannato oggi a due anni e mezzo di reclusione con l'accusa di odio verso il gruppo sociale “personale militare” e “ostilità ideologica verso i valori spirituali, morali e patriottici tradizionali russi” contenuti in un articolo. Ecco in esclusiva cosa ha detto Orlov oggi in tribunale ai giudici che lo hanno condannato

di Alexander Bayanov

Oleg Orlov davanti al tribunale che lo ha condannato

Oggi il tribunale russo ha condannato l’attivista per i diritti umani e direttore del Memorial, Oleg Orlov, premio Nobel per la pace nel 2022, a due anni e mezzo di prigione. A causa dell’articolo intitolato “Volevano il fascismo. L’hanno avuto”, nel quale condannava la guerra con l’Ucraina. L’attivista per i diritti umani era stato giudicato colpevole di “aver ripetutamente screditato” l’esercito russo e condannato a pagare una multa di 150 mila rubli (1.500 euro). Tuttavia, il verdetto è stato annullato e il caso è stato rinviato all’ufficio del pubblico ministero. Nel secondo tentativo, si è scoperto che il “crimine” di Oleg Orlov aveva circostanze aggravanti, vale a dire il movente dell’odio verso il gruppo sociale “personale militare” e il movente dell’“ostilità ideologica verso i valori spirituali, morali e patriottici tradizionali russi”.

Sembra che dopo tutti i recenti eventi in Russia, a cui tutto il mondo ha assistito praticamente in diretta, questo ulteriore fatto oltraggioso non possa sorprendere nessuno. Ma ora diventa ovvio e chiaro, anche per chi dice che non tutto è così semplice, che Orlov ha ragione nel suo articolo. Il regime di Putin non è solo fascista, ma peggio che fascista. Ecco il suo ultimo discorso davanti ai giudici,

Il discorso di Oleg al giudice


“Tutti questi sono anelli di un’unica catena: la morte, o più precisamente, l’omicidio di Alexey Navalny, le rappresaglie giudiziarie contro altri critici del regime, compreso me, lo strangolamento della libertà nel paese, l’invasione delle truppe russe in Ucraina. All’apertura dell’attuale processo a mio carico mi sono rifiutato di parteciparvi e grazie a questo ho avuto l’opportunità di rileggere il romanzo di Franz Kafka “Il Processo” durante le udienze in tribunale. Davvero la nostra situazione attuale e la situazione in cui si è trovato l’eroe di Kafka hanno caratteristiche comuni: si tratta di assurdità e arbitrarietà mascherate sotto l’osservanza formale di alcune procedure pseudo-legali.

Noi che opponiamo al regime e alla guerra con l’Ucraina siamo accusati di non sostenere il sistema di opinioni e la visione del mondo considerati corretti dalla leadership del paese. E questo nonostante il fatto che, secondo la Costituzione, in Russia non possa esistere un’ideologia di Stato. Siamo condannati per aver dubitato che un attacco contro uno stato vicino sia inteso a mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Assurdo. L’eroe di Kafka non sa nemmeno di cosa è accusato fino alla fine del romanzo, ma nonostante ciò viene condannato e giustiziato. In Russia l’accusa ci viene formalmente comunicata, ma è impossibile comprenderla restando nel quadro della legge e della logica”.

E guardando il giudice

Alla fine del suo discorso, Oleg Orlov si è rivolto inaspettatamente al giudice e all’accusa, dicendo loro che probabilmente stavano pensando “Cosa posso fare io? Sto solo seguendo le istruzioni dei miei superiori”. Per questo Orlov ha aggunto “Ma voi stessi non siete spaventati? Non è forse spaventoso vedere in cosa si sta trasformando il nostro Paese, che probabilmente anche voi amate? Non è spaventoso che non solo voi e i vostri figli, ma anche, Dio non voglia, i vostri nipoti possiate dover vivere in questa assurdità, in questa distopia?”

Ovviamente, nella serie di eventi scandalosi e folli accaduti in Russia, questo processo a Oleg Orlov non è il più notevole. Ma in termini di profondità della questione, è uno dei principali. Può una persona delegare la sua coscienza ai propri capi? Per uno stato ideologico, come ha osservato Hannah Arendt, questo è certamente possibile. Ma per la Russia moderna, dove non esiste alcuna ideologia, e nemmeno idee. A parte le affermazioni pseudo-cristiane e le vuote chiacchiere propagandistiche, come è possibile tutto ciò? Nessuna risposta. Solo paura, paura dello Stato, ma nessuna paura degli uomini e di Dio. Ma sappiamo che la vita è fatta in modo che prima o poi tocca rispondere.

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