Non profit

Appello: i vincitori dei Nansen, “più protezione per operatori umanitari”

Appello dei vincitori del Premio Nansen per maggiore protezione degli operatori umanitari

di Paul Ricard

Domenica 5 ottobre, una mano ignota ha assassinato a sangue freddo l’operatrice umanitaria Annalena Tonelli davanti all’ospedale per tubercolotici che lei stessa gestiva a Borama, nel Somaliland. L’assurdo omicidio ha posto fine a una vita dedicata interamente ad aiutare persone tra le più disperate, in luoghi tra i più pericolosi al mondo. La dottoressa Tonelli è stata uccisa soltanto pochi mesi dopo aver ricevuto il Premio Nansen per i Rifugiati – il riconoscimento intitolato all’esploratore norvegese e primo commissario internazionale per i rifugiati Fridtjof Nansen – assegnato ogni anno dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a persone od organizzazioni la cui opera ha reso un particolare contributo alla causa dei rifugiati. Noi firmatari di questa lettera, sentiamo uno straordinario legame con Annalena Tonelli, poiché anche noi, come lei, destinatari di questo premio. Non c’è neanche bisogno di ripetere quanto atroce e codardo sia un assassinio od ogni altro atto diretto contro un operatore umanitario, ma questo in particolare ci appare incredibilmente brutale e insensato. Nella sua tragedia l’uccisione di Annalena Tonelli dà voce all’impegno dell’intero mondo umanitario, non solo nel Somaliland o in Africa, ma in tutto il mondo. Consideriamo ancora una volta nostro dovere fare appello a politici, responsabili delle politiche mondiali, militari e individui di tutto il mondo perché facciano del loro meglio per proteggere coloro che sono impegnati ad aiutare gli altri. E reiteriamo l’esortazione agli Stati affinché perseguano e puniscano i crimini commessi contro gli operatori umanitari, che possono costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il disprezzo per la vita umana in generale, e in particolare il disprezzo per la vita e l’incolumità degli operatori umanitari, fa sì che sempre meno persone si sentano pronte a svolgere questo lavoro nelle aree più dure del mondo. Già adesso, c’è una lista sempre più ampia di zone quasi inaccessibili agli operatori nelle quali gli alti rischi che gli operatori sono costretti a prendere hanno un peso maggiore dei possibili benefici. Non ci illudiamo che l’attività umanitaria possa essere svolta al riparo da rischi, ma ciò deve avvenire entro i confini della ragionevolezza. In caso contrario, gli operatori umanitari rischiano di diventare sempre meno, e le persone che essi aiutano saranno sempre più abbandonate a loro stesse. Firmato da: Capitano Arne F. Rinnan della nave Tampa e Compagnia navale Wilhelmsen (2002) Luciano Pavarotti (2001) Miguel Angel Estrella (2000) United Nations Volunteer (2000) Handicap International (1996) Medici Senza Frontiere (1993) Richard von Weizsäcker (ex Presidente della Rep. Federale Tedesca, 1992) Il popolo canadese (1986) Maggior-Generale Paul A. Cullen (1981) Valery Giscard d’Estaing (ex Presidente francese, 1979) Mezzaluna Rossa malese (1977) Svana Fridriksdottir (1972) Consiglio Internazionale delle Agenzie di Volontariato (1963) Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (1957)


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