Aree interne

Dalla Basilicata un patto per le biblioteche socchiuse

Hanno inventato delle carte da gioco per aiutare le comunità ad interrogarsi e riscoprire la funzione sociale del bibliotecario nei piccoli paesi. E ora il Patto locale per la lettura del Lagonegrese punta a creare una rete europea di biblioteche in aree rurali

di Luca Iacovone

biblioteche nelle aree interne

Le biblioteche nelle aree interne di tutta Italia stanno scomparendo, ma questa non è una notizia: chiudono scuole, uffici postali e banche. Quelle che resistono sono depositi di libri, piuttosto che spazi culturali: alle volte è il sindaco a custodirne le chiavi ed è a lui che bisogna chiedere per ottenere un prestito. Non si può dire che queste biblioteche siano chiuse, ma neppure aperte, così qualcuno preferisce definirle socchiuse.

In Basilicata nel 2021 è stato siglato un patto locale per la lettura, che coinvolge diversi comuni dell’area del Lagonegrese. La sfida è mettere in rete le biblioteche nelle aree rurali, sono partiti da quelle lucane, regione in cui circa il 70% delle persone non ha letto un libro per piacere nell’ultimo anno, ma guardano lontano. «Vogliamo promuovere la creazione di una rete paneuropea di biblioteche rurali remote. Per costruire e mantenere relazioni tra persone, associazioni, scuole, comuni e comunità per aiutare a mantenere in vita le biblioteche». È questo l’obiettivo che hanno seguito con il progetto The Europe Challenge – Ci sarà una volta, della Bibliomediateca del comune di Moliterno (Pz), del Patto Locale per la Lettura del Lagonegrese e inMateria Aps.

La Europe Challenge è un programma annuale che prende il via con un bando aperto e riunisce gruppi di biblioteche e comunità di tutta Europa, finanziato dalla European Cultural Foundation e da Fondazione Cariplo.

Il punto di partenza dell’iniziativa lucana è stato quello di stimolare l’immaginazione e sensibilizzare la comunità sul ruolo cruciale delle biblioteche e dei bibliotecari professionisti. Come? Con un gioco di carte che aiuta ad immaginare un modo economicamente sostenibile per far prosperare le biblioteche. Il gioco di narrazione trasforma i giocatori in sindaci di un immaginario villaggio remoto. È possibile scaricare gratuitamente il gioco dal sito del comune di Moliterno

gioco biblioteche

Ma per conoscere più da vicino quello che sta succedendo nelle biblioteche lucane, abbiamo incontrato Rosita Forastiere, anima del Patto. Da anni lotta per promuovere i libri e la lettura nel suo territorio e che gestisce, a titolo volontario, la biblioteca di Latronico (Pz). 

Le nostre aree interne hanno tante biblioteche “socchiuse”, così le definisci, perché è importante che facciano rete? 

In molti piccoli Comuni il bibliotecario non è mai esistito, ad occuparsi delle biblioteche erano spesso varie figure di impiegati comunali. Adesso neppure quello. In alcuni casi, fortunati, pochi volontari mettono a disposizione il proprio tempo per aprire e chiudere qualche giorno a settimana, catalogare i libri, permettere alle persone di prendere libri in prestito e organizzare delle attività. 

Eppure sulla carta tutti hanno diritto di accedere ai servizi di una biblioteca, servizi di qualità e svolti in maniera professionale, anche chi abita in un paese sperduto. Così come tutti hanno diritto all’assistenza sanitaria, all’istruzione. Ma il singolo comune non ha la forza per affrontare da solo questo problema. Lo spopolamento, poi, ci rende tutti più fragili e vulnerabili. Siamo sempre meno. Contiamo sempre meno. 

Come se ne esce? Ci racconti l’esperienza del Patto Locale per la Lettura del Lagonegrese

Secondo me si esce da questa situazione solo creando vere alleanze. Ed è quello che abbiamo iniziato a fare attraverso il Patto Locale per la Lettura del Lagonegrese. È nato tra il 2020 e il 2021, in piena pandemia. A oggi il Patto è stato sottoscritto da 54 soggetti: enti pubblici, privati e semplici cittadini. L’obiettivo è impegnarsi per promuovere i libri e la lettura nell’area sud della Basilicata, e farlo insieme, condividendo idee, risorse, strumenti. Ci è sembrata l’unica strada percorribile, o una delle poche.

Una strada faticosa, sicuramente, perché non  siamo abituati a pensarci come area, siamo ancora chiusi in un ormai anacronistico campanilismo. Però ci stiamo provando e molte iniziative che abbiamo organizzato come Patto sono ormai collaudate e riescono a coinvolgere buona parte delle nostre comunità. Penso ad esempio Un filo di voce , letture dello stesso libro, nello stesso giorno, alla stessa ora ma in luoghi diversi; Parole al vento passeggiate e letture; oppure PassaPorta, letture multilingue. Ogni mese, inoltre, pubblichiamo un calendario unico nel quale confluiscono le varie iniziative dedicate ai libri, che viene divulgato attraverso i social e altri canali.   

Si può giocare con le biblioteche e le aree interne, cosa vi siete inventati?

Si può giocare con e nelle biblioteche. La biblioteca, infatti, non è solo il luogo della conservazione e del prestito. Crediamo fermamente nel gioco come strumento di divertimento e apprendimento al tempo stesso. 

Quando abbiamo iniziato a ragionare con Ilaria d’Auria, e con la bibliotecaria della Bibliomediateca di Moliterno, Petronilla Lagrutta, sul progetto Europe Challenge – Ci sarà una volta, volevamo che la gente si chiedesse: ma a che serve una biblioteca in un piccolo paese?  Ma serve davvero? Avremmo potuto farlo seguendo molte strade. Ma il gioco ci è sembrato lo strumento più adatto perchè è quello più duttile, che consente di riflettere divertendosi e agendo. 

Così, grazie al finanziamento della European Cultural Foundation e della Fondazione Cariplo, abbiamo potuto realizzare Una biblioteca per il futuro, un gioco di storie e scelte come recita il sottotitolo. E’ un gioco di carte, nato grazie alla collaborazione con Beniamino Sidoti, uno dei massimi esperti in Italia di giochi e storie. E’ stato illustrato da una giovane illustratrice lucana, Selenia Calcagno, con la grafica di Ignazio Fulghesu.

Si chiede ai giocatori di diventare per un’ora amministratori di San Paesino e di prendere delle decisioni che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con la biblioteca anche se non direttamente. Alla fine il punteggio viene calcolato in termini di costi sostenuti e benessere prodotto. Perché se è vero che non bisogna sforare il budget, è anche vero che bisogna fare in modo che le persone stiano bene nel proprio paese. Credo questo sia un punto importante sul quale riflettere, anche per i veri amministratori. 

La biblioteca non è solo il luogo della conservazione e del prestito. Crediamo fermamente nel gioco come strumento di divertimento e apprendimento al tempo stesso

Rosita Forastiere

Non solo quindi aree interne che salvano le loro biblioteche, ma le biblioteche come strumento per ripensare e rivivere le aree interne? Come cambia il ruolo del bibliotecario?

La biblioteca, a mio avviso, è un tassello importante per ripensare e far rivivere i piccoli paesi. Non è l’unico, certamente, ma è fondamentale. È prima di tutto un luogo di incontro e di conversazione, in senso ampio: con autori e artisti, attraverso i libri o la musica per esempio; ma anche con altre persone per immaginare il futuro del proprio paese. 

È il fattore umano a rendere vive le risorse disponibili in una biblioteca. Un insieme di libri non è una biblioteca. Comprare libri e ammassarli sugli scaffali non è poi così difficile. La cosa difficile e cruciale è sceglierli pensando alle persone che dovranno leggerli. È quello che noi stiamo facendo con un gruppo di adolescenti in alcune biblioteche del Lagonegrese. Aiutare le persone a trovare e utilizzare i libri che cercano, invitarle e invogliarle a frequentare una biblioteca: trasformare la biblioteca in un luogo dove si condivide conoscenza, dove si sta bene, dove si conserva e si conversa, ci si confronta e ci diverte. Dai grandi bibliotecari del passato abbiamo imparato che la biblioteca “più grande” non è quella dove ci sono più libri ma quella dove i libri vengono letti, dove entrano ed escono insieme alle persone, dove si crea più conoscenza e più benessere individuale e collettivo. 

Il funzionamento ottimale dipende ovviamente dalla professionalità dei bibliotecari, ma, come spiega bene Antonella Agnoli nel suo libro Le piazze del sapere, le competenze che deve avere oggi un bibliotecario non si limitano a quelle giuridiche e catalografiche. Al bibliotecario oggi si chiede molto di più: saper entrare in contatto con un vasto pubblico, mettere al centro le esigenze dell’utente, animare la comunità, saper creare un gruppo lettura, organizzare maratone di lettura ecc. Il bibliotecario deve essere competente senza farlo pesare, essere un facilitatore, stare a fianco degli utenti della biblioteca senza aspettare che siano loro a cercarlo. 

Abbiamo imparato che la biblioteca “più grande” non è quella dove ci sono più libri, ma quella dove i libri vengono letti, dove si crea più conoscenza e più benessere individuale e collettivo

Rosita Forastiere

I piccoli paesi hanno tanto bisogno di biblioteche come luoghi di cultura e come luoghi di incontro. Perché è soprattutto qui che si avverte il bisogno di ritrovarsi in luoghi aperti a tutti, di confrontarsi, di partecipare a iniziative culturali, condividere saperi e prendere parte a esperienze creative.

Le foto nell’articolo sono di Patto Locale per la Lettura del Lagonegrese e mostrano alcuni momenti della presentazione del gioco nelle scuole

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