Cultura
Annalena, un appello del vescovo di Gibuti
Bisogna salvare il suo lavoro, dice monsignor Bertin a proposito dell'opera portata avanti dalla volontaria italiana
La priorità è ora quella di evitare il blocco delle attività di cui Annalena Tonelli si faceva carico in prima persona, di cui nessuno si sta facendo carico, in particolare quelle del centro sanitario di Borama, in Somaliland. L?appello arriva da monsignor Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico della Somalia, dopo l’uccisione della volontaria italiana in Somalia. ?Lei amministrava tutto in prima persona, gestiva ogni cosa senza alcun aiuto? ha detto all?agenzia Misna. Per il vescovo, che è anche presidente della Caritas Somalia, è assolutamente necessario ?non disperdere l?impegno a favore dei poveri e degli ultimi di Annalena, in particolare l?ospedale per i tubercolotici?. ?Mi preoccupa la sorte dei pazienti ricoverati a Brama? ha spiegato, ?se interrompono il trattamento potrebbero diffondere la malattia in una forma più resistente, perché è stata in parte curata. Dobbiamo evitare che la struttura sanitaria scompaia insieme a colei che ha dato la vita per questo progetto?.
Da Hargeysa la missionaria italiana riceveva la collaborazione dell?Alto commissariato per i rifugiati (Acnur) dell?Onu e dell?Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ed è alle due agenzie delle Nazioni Unite che si è rivolto monsignor Bertin: ?E? necessario che il lavoro di Annalena non scompaia con la sua morte e per questo è importante che le agenzie dell?Onu, il ministero della salute del Somaliland e probabilmente un gruppo di ?amici di Annalena? provino a riflettere su come portare avanti il suo lavoro?. Nei due giorni trascorsi nella capitale del Somaliland, monsignor Bertin ha incontrato anche il ministro della sanità Osman Qassim e il presidente dell?autoproclamata repubblica, Dahir Riyale Kahim. ?Come presidente della Caritas Somalia? dice ancora monsignor Bertin ?ho spiegato la necessità di non perdere il lavoro svolto da Annalena e ho incoraggiato il governo a collaborare con le Nazioni Unite e gli ?amici di Annalena? per continuare o almeno salvare le sue attività?. Il presidente del piccolo stato autonomo, sorto sulle ceneri della Somalia alla caduta del dittatore Siad Barre nel 1991 e ancora in attesa di riconoscimento internazionale, ha fatto notare che il bilancio statale al momento è limitato: per sostenere le spese del dispensario di Borama sarebbe indispensabile l?assistenza dall?esterno.
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