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Pena di morte: domani giornata mondiale

Seconda Giornata Mondiale contro la Pena di Morte con Sant'Egidio

di Redazione

La Comunita’ di Sant’Egidio, co-fondatrice della World Coalition Against the Death Penalty assieme ad Ensemble Contre La Peine de Morte, Amnesty International, Penal Reform International e le maggiori organizzazioni per i diritti umani del mondo, ha promosso la seconda Giornata Mondiale contro la Pena di Morte che vede una mobilitazione internazionale per far crescere la consapevolezza dell’opinione pubblica mondiale sulle contraddizioni e la barbarie di uno strumento di giustizia inefficace e inumano, che abbassa gli Stati e la societa’ civile al livello dell’assassinio e della violenza che si vorrebbe combattere. La Prima Giornata Mondiale, il 30 novembre 2002 ha visto 80 citta’ del mondo collegate in un fascio di luce che ha acceso con una luce speciale i monumenti-simbolo delle maggiori citta’ del mondo, da Roma (il Colosseo), a Bruxelles (l’Atomium), da Barcellona e Santiago del Cile a New York e Canberra in Australia. Quest’anno la mobilitazione mondiale cresce. La Giornata Mondiale del 10 ottobre, infatti, creera’ manifestazioni di base e di massa, momenti di coscientizzazione, dibattiti e diffusione di notizie e materiali con particolare attenzione al mondo della scuola e dell’universita’, con oltre cento eventi in oltre venti paesi del mondo. Il 30 novembre del 2003 sotto il titolo No Justice Without Life, piu’ di cento citta’ del mondo si collegheranno e lanceranno il messaggio del movimento delle Citta’ per la vita-Contro la pena di Morte. La Comunita’ di Sant’Egidio, mentre ha attivato iniziative in Italia, Russia, Messico, Albania, Colombia e Albania, Costa d’Avorio, Burundi, Guatemala, Salvador, Indonesia e altri quaranta paesi del mondo, intende mobilitare l’opinione pubblica mondiale i particolare a difesa della vita di Afsaneh Noruzi, la donna iraniana condannata a morte in Iran per avere ucciso il poliziotto che tentava di violentarla, e di Jibrin Babaji, l’uomo condannato alla lapidazione in Nigeria con l’accusa di violenza sessuale verso tre ragazzi appena due giorni prima del proscioglimento definitivo di Amina Lawal. Infine verranno intensificate le azioni di sostegno alle organizzazioni che lottano per l’abolizione della pena capitale in Uzbekistan ed in particolare verra’ diffuso, anche attraverso il sito della Comunita’, l’invito a firmare l’appello lanciato dall’associazione delle ”Madri contro la pena di morte e la tortura” al Presidente uzbeko Karimov affinche’ venga messa in atto una moratoria delle esecuzioni.

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