Mondo

Milioni di somali salvati dalla tbc

Non era medico, ma trovò il modo di curare la malattia. E l’Oms...

di Paolo Manzo

Non era laureata in medicina, bensì in legge, ma Annalena Tonelli passerà alla storia anche per una scoperta medica che ha salvato (e salverà in futuro) milioni di vite umane. In Africa e in Asia. Annalena, infatti, nel 1976 diventa responsabile di un progetto dell?Organizzazione mondiale della sanità: le viene chiesto di ?inventarsi? un metodo per curare la popolazione nomade dalla tubercolosi, malattia endemica della Somalia. Tutti i somali, infatti, sono ammalati di tbc, ma solo alcuni manifestano i sintomi e ne muoiono. Lei riesce in breve tempo a ridurre i tempi di cura da 18 a 6 mesi e cerca un accordo con i capi carovana “fermatevi solo sei mesi, datemi il tempo per curare i malati”. Il suo, inoltre, è stato il primo esperimento del Dots (Directly observed therapy short course) che non prevede solo un dosaggio specifico di quantità e tempo inferiori, ma che prevede che il malato assuma i medicinali davanti agli infermieri o ai medici. La maggiore difficoltà per curare i somali, la maggior parte dei quali popolazioni nomadi, stava nel convincerli alla cura, e nel seguire costantemente la terapia, ma Annalena ce la fece grazie a un sistema di controllo assai particolare: ogni malato aveva un garante, di solito uno della famiglia o del clan, e se chi era sotto cura non assumeva i farmaci il garante veniva arrestato. Questo, di fatto, impedì che qualcuno saltasse, anche solo per un giorno, la cura e così, quotidianamente, 800 persone si presentavano a Borama, dove la Tonelli lavorava. Grazie alla sua volontà e alla collaborazione delle popolazioni locali, Annalena era riuscita a combattere la tubercolosi con una scientificità tale che il suo protocollo di somministrazione dei farmaci, il Dots, oggi è considerato dall?Organizzazione mondiale della sanità come l?unico applicabile nel Terzo mondo contro la tubercolosi. Anche per questo, Annalena, merita di essere ricordata.


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